SINNER VERSO WIMBLEDON: JANNIK DETESTA L’ERBA, MA LA CRISI SI FA PREOCCUPANTE

Submitted by Anonymous on Fri, 06/24/2022 - 12:56
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Redazione
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L’erba di Jannik non è certo la più verde e florida del circuito. Non che qualcuno gliene faccia una colpa: Sinner non ha mai trovato il feeling ideale con la superficie dei pionieri della racchetta, e per quanto le statistiche lascino il tempo che trovano, il 2-6 di score che ha sin qui raccolto in carriera ne certifica una sorta di “allergia” che non può che preoccupare in vista della madre di tutti gli appuntamenti sull’erba.

A Wimbledon l’altoatesino rischia davvero di fare la comparsa: le due partite disputate in carriera nei dintorni di Church Road sono finite entrambe male, con la sconfitta patita nel 2019 contro Alex Bolt nel primo turno del tabellone delle qualificazioni (vinto 6-2 il primo set, Jannik perse 7-5 il secondo e 12-10 il terzo) cui ha fatto seguito nel 2021 quella al primo turno del main draw contro Fucsovics, con illusoria vittoria del primo parziale (7-5) prima della veemente rimonta dell’ungherese (6-3 7-5 6-3).

Messa così, le speranze di fare strada appaiono assai risicate, anche pensando al fatto che da ben 6 partite consecutive, le ultime disputate da tre anni a questa parte, Sinner puntualmente chiude una gara sull’erba dovendo fare i complimenti all’avversario di turno per averlo battuto. Le ultime nonché uniche due gioie sull’erba risalgono ai turni di qualificazione del torneo di Hertogenbosch del 2019, quando superò Lacko e Fabbiano (che lo precedevano di un centinaio di posizioni nel ranking ATP) prima di fermarsi all’ingresso del torneo contro il cileno Jarry.

ALLA RICERCA DELLA CONTINUITÀ

Contro Tommy Paul, al debutto sull’erba di Eastbourne, più d’uno s’era convinto che l’ora della svolta fosse ormai imminente: la continuità con la quale ha servito nei primi game del match sembrava foriera di un pomeriggio di buoni propositi, ma sia nel primo che nel terzo parziale a un certo punto Sinner s’è come inceppato, infilando una serie di errori con la prima di servizio che hanno finito per dare man forte alle velleità dell’americano, bravo a sfruttare la situazione con un break per set assestato sul punteggio di 4-3 in suo favore.

Un dejavù che ha preoccupato il coaching staff di Jannik, del quale oltre a Simone Vagnozzi fa parte anche il supercoach Darren Cahill. Di certo c’è che a frenare la preparazione dell’altoatesino ha contribuito e non poco una condizione fisica che da tempo ormai non è al massimo: dopo le vesciche che l’hanno costretto a ritirarsi a Miami e i successivi problemi accusati nella stagione sul rosso, in vista di Wimbledon la preparazione è stata fortemente rallentata dalla necessità di ritrovare prima una forma atletica in linea con le attese.

Anche perché il vero obiettivo è la stagione estiva sul cemento del Nord America, con tanti punti da difendere (come risaputo, a Wimbledon non verranno assegnati per via della decisione dell’organizzazione di escludere a priori atleti russi e bielorussi) e la voglia di regalarsi qualche bella settimana per rimettere concretamente nel mirino la top ten mondiale.

SERVIZIO DA MIGLIORARE, CORAGGIO DA TROVARE

Ma perché Sinner sull’erba non riesce ad essere così efficace come sulle altre superfici? La risposta è più articolata di quanto si pensi: di sicuro se c’è un particolare sul quale il ragazzo di San Candido è chiamato a lavorare nel prossimo futuro, quello è il servizio, che sull’erba è fondamentale per imprimere subito il proprio ritmo allo scambio. Le discese a rete, poi, sono un altro fattore che in questa prima parte di carriera non è stato valorizzato a sufficienza da Jannik, cresciuto prevalentemente sulla terra e divenuto poi maggiormente specialista sul cemento, quindi abituato soprattutto a scambi lunghi e prolungati.

Sull’erba accade l’esatto opposto: gli scambi sono assai più brevi, perché con una buona prima di servizio viene naturale scendere a rete, o quantomeno mettere entrambi i piedi in campo e guadagnare metri per arrivare a chiudere in fretta lo scambio. L’erba non esalta la “pazienza” dei giocatori, quando piuttosto il coraggio e la capacità di incidere subito con la prima.

Se Sinner saprà ripetere quanto fatto in certi momenti della gara contro Paul, quando è arrivato ad accumulare un lusinghiero 90% di prime di servizio in campo, allora qualche chance potrà procurarsela. Altrimenti dovrà giocare in difesa, e solitamente sull’erba un simile atteggiamento non paga dividendi. Ma per farlo dovrà essere a posto fisicamente, e forse dietro le difficoltà riproposte in questo breve scorcio di stagione da Jannik c’è ancora un po’ di lavoro fisico da smaltire, eredità dei tanti stop della sua prima metà di anno giocato.

TABELLONE OSTICO: SUBITO WAWRINKA, POI MURRAY?...

La dea bendata, poi, non è che abbia fatto un grosso favore a Sinner: il sorteggio del tabellone lo vedrà costretto a battagliare all’esordio contro Stan Wawrinka, che invero sull’erba è meno Stanimal di quanto sia stato sulle restanti superfici (Wimbledon è l’unico slam che non ha vinto, arrivando al massimo due volte ai quarti), ma che rimane un rivale esperto e in grado di sfruttarne i punti deboli.

E se l’eventuale incrocio di secondo turno contro lo svedese Ymer o il tedesco Altmaier appare un po’ più a portata di mano, l’eventuale terzo contro sir Andy Murray non sembra promettere nulla di buono, se non la necessità di aumentare notevolmente il livello al cospetto dell’ultimo britannico capace di trionfare davanti al pubblico di casa. Vita dura, insomma, ma Jannik dovrà prima guardare in casa propria: sacrificare la stagione sull’erba potrebbe anche rivelarsi la scelta più giusta.

(Credits: Getty Images)

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