WIMBLEDON SINNER-WAWRINKA: JANNIK VUOLE IL PRIMO HURRÀ SULL’ERBA

Submitted by Anonymous on Mon, 06/27/2022 - 07:48
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Redazione
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Cosa c’è di meglio di un bell’endorsement da parte di Jannik Sinner per il connazionale più illustre e quotato sull’erba?

Matteo Berrettini vincitore di Wimbledon? Perché no, ha tutto per poter arrivare in fondo a un torneo che conosce piuttosto bene, tenuto conto che già lo scorso anno c’è andato vicino. E poi sull’erba ha dimostrato di essere davvero il più forte, almeno tra tutti quelli in circolazione.

Un sollievo da un lato, pensando al fatto che la pressione del pubblico di italica stirpe una volta tanto sarà riposta tutte sulle spalle del romano. Ma Jannik non può sorridere di tutto questo: vero che l’erba lui non l’ha mai digerita, ma la marcia d’avvicinamento al terzo slam della stagione è stata decisamente complicata e piena di tribolazioni. Anche il sorteggio del primo turno non è che abbia contribuito a stemperare la tensione: Stanislas Wawrinka non sarà più “l’animale” di una volta (non a caso lo ribattezzarono Stanimal), ma in un debutto al Championship è avversario di una scomodità tale da far presupporre che non ci sarà affatto da dormire sonni tranquilli.

Alla faccia della testa di serie numero 10 assegnata dal comitato organizzatore, che mai come stavolta rischia di tramutarsi in un piccolo boomerang.

STANIMAL E WIMBLEDON NON SI SONO MAI PIACIUTI

Debita è la premessa: più che di Wawrinka, Sinner deve avere paura e timore di se stesso. Entrambi sull’erba non sono dei “falchi”, a voler essere un po’ cattivelli (ma tenendo a mente ciò che dicono i numeri): l’altoatesino non ha mai vinto una partita di un tabellone principale di un torneo su questa superficie, limitandosi anni addietro a conquistare qualche turno nei tabelloni cadetti (cioè nelle qualificazioni).

A Wimbledon l’atleta di San Candido ha disputato un solo match ufficiale, quello perso nel 2021 contro l’ungherese Fucsovics. Vero è che anche lo svizzero non è che digerisca molto la superficie: Wawrinka ha conquistato una volta a testa tutte le prove dello slam tranne che una, appunto quella che si disputa su suolo britannico, dove al massimo è avanzato sino ai quarti di finale in due occasioni nel 2014 (out nel derby con Federer) e 2016 (vinse Gasquet).

Quando nel 2019 i due si affrontarono al primo turno degli US Open, la maggior esperienza e caratura tecnica di Stan venne fuori alla distanza, tale da consentirgli di imporsi in quattro set contro un giovanissimo Sinner, che quel giorno festeggiava il debutto assoluto in una prova dello slam a soli 18 anni compiuti una manciata di giorni prima. Per dare contezza di quanto le cose siano cambiate nei tre anni successivi, al netto della pandemia che ha riscritto le regole del gioco, basta guardare i numeri del ranking: allora Wawrinka era numero 24 e oggi è fuori dai primi 250, Jannik era 137 e adesso è alla 13.

E poco più di un mese più tardi, quando i due si ritrovarono l’uno di fronte all’altro ad Anversa, le cose girarono sempre a favore dello svizzero, bravo a imporsi in due set in quella che era anche la prima semifinale in un torneo ATP conquistata dal giovani Sinner. Che è dunque sotto 2-0 nei precedenti, anche se la sensazione è che a distanza di così tanto tempo dar loro troppa importanza rischia di rivelarsi un boomerang.

LA FIDUCIA DI SINNER E I PRIMI LAVORI CON DARREN CAHILL

Ecco spiegato il motivo per il quale gli addetti ai lavori ritengono Sinner favorito al cospetto dell’eterno Stan, forse (il condizionale è d’obbligo) all’ultima recita sui campi dell’All England Club.

Il tutto nonostante la marcia di avvicinamento del giovane italiano allenato da Vagnozzi al terzo slam della stagione sia stata tutta, fuorché indimenticabile: la sconfitta in tre set contro Tommy Paul a Eastbourne ha evidenziato una volta di più i problemi sull’erba di uno Jannik che senza una prima di servizio degna di tal nome fatica tremendamente a mettere assieme le tessere del mosaico.

Proprio su questo aspetto si è concentrato il lavoro dei giorni scorsi, al quale ha dato una mano anche il neo coach australiano Darren Cahill, entrato a far parte dello staff di Sinner.

Sono molto soddisfatto del clima che si è creato all’interno del gruppo di lavoro, oltre che delle persone con le quali ho la fortuna di potermi confrontare. In questi ultimi giorni ci siamo concentrati sul servizio slice, che è uno dei colpi che so di dover migliorare per riuscire a rendere al meglio sull’erba. A onor del vero Darren ha detto che ho un ottimo slice, ma si può sempre crescere e comunque in allenamento facciamo spesso dei giochini per cercare di aggiungere nuove skills. Personalmente arrivo a Wimbledon con una buona preparazione nelle gambe e un po’ di fiducia, anche se poi sarà il campo a dire se avrò lavorato bene o meno.

Wawrinka è reduce da una prima parte di 2022 decisamente in chiaroscuro, con tre sole vittorie ottenute in 8 partite disputate. Di fatto soltanto a Roma ha fatto vedere i lampi dei giorni felici, fino a che sulla sua strada ha trovato Djokovic ha interrompere la sua corsa.

Al Queen’s ha battuto Tiafoe (avversario di Vavassori) al termine di una battaglia con tutti e tre i set andati al tiebreak, pagando lo sforzo nel turno successivo contro Tommy Paul, ma in uno slam l’orgoglio ferito di un campione può sempre venire fuori quando nessuno se lo aspetta. Per questo Sinner farà bene a non dare nulla per scontato: l’incontro si disputerà sul campo 2, e sarà il terzo nel programma di giornata. Occhi e croce, appuntamento per metà pomeriggio.

(Credits: Getty Images)

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