WIMBLEDON NADAL-CERUNDOLO: RIECCO RAFA, PIEDE “NUOVO” E TANTE MOTIVAZIONI

Submitted by Anonymous on Tue, 06/28/2022 - 11:05
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Redazione
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Se sto qui è perché il piede sta bene. Come sempre dovrò vivere alla giornata, ma mi sento in forma e in condizioni buone per poter ritenere di essere davvero competitivo. Anche se non so mai cosa potrà accadere nelle prossime 24 ore: già sapere di non dover più convivere h24 col dolore al piede è una cosa positiva, perché significa che il trattamento medico ha funzionato. Ma davvero non so cosa potrà succedere domani o nei giorni a seguire: per me ormai ogni risveglio è una scoperta.

E lo è stato anche l’atterraggio a Wimbledon, l’erba che forse più di ogni altra al mondo gli è mancata negli ultimi anni, lui che sui campi di Church Road ha scritto pagine di storia e che pure non riesce più a scrivere il nome nell’albo d’oro da 12 anni, che sembrano un’eternità anche per chi da quasi 20 ormai non fa altro che monopolizzare premiazioni e conferenza stampa post vittoria.

Nadal a Wimbledon è pur sempre poesia, nonché nostalgia pura: le finali con l’amico rivale Federer, le battaglie (tutte perse) contro Djokovic, l’eleganza di vestire bianco, lui che fa dei colori sgargianti uno dei suoi marchi distintivi. Insomma, in quel connubio c’è tanto di Rafa, che arriva al Championship a completo digiuno di partite sull’erba, a meno che non si voglia dare più peso e importanza a quelle di esibizione disputate contro Wawrinka e Auger-Aliassime ad Hurlingham. Ma scommettere contro il maiorchino, si sa, è sempre un bell’azzardo.

CERUNDOLO E QUELLA SUA PRIMAVERA MOVIMENTATA

Di sicuro il rivale nel primo turno merita rispetto, ma anche il giusto peso. Perché Francisco Cerundolo vive un po’ di rendita sull’incredibile exploit centrato a marzo a Miami, quando approfittando di diversi guai capitati agli avversari (non ultimo Sinner) riuscì ad avanzare fino alla semifinale, poi persa senza appello contro Alcaraz.

E dopo una stagione sul rosso non proprio indimenticabile, peraltro chiusa con una denuncia rimediata a Parigi durante il Roland Garros da parte di un tassista, che ha accusato Francisco e i suoi familiari di averlo aggredito (versioni dei fatti assai contrastanti), a Wimbledon si presenta da assoluto debuttante: sognava un giorno di poter calcare il prato del Centrale e di farlo opposto a uno dei più grandi di sempre, e puntualmente da sorte lo ha accontentato mettendolo di fronte a Rafa.

Rispetto al quale può almeno dire di aver disputato qualche incontro sull’erba tra Queen’s e Eastbourne: a Londra alla vittoria all’esordio contro Pedro Martinez è seguita una brusca frenata contro il britannico Peniston, accreditato di una wild card e salito grazie anche a quel successo fino a ridosso dei primi 120 al mondo (era 180 a inizio giugno), mentre a Eastbourne ha ceduto a Tommy Paul al terzo.

In generale l’erba non è molto nelle sue corde: lo scorso anno a Wimbledon avanzò fino all’ultimo turno del tabellone cadetto, perdendo contro il cinese Zhang e dovendo dunque rimandare l’appuntamento col debutto ufficiale nel torneo al 2022.

RAFA E WIMBLEDON, UN LEGAME COMUNQUE SPECIALE

Lo spagnolo dalle parti di Church Road è un vero e proprio habitué, tanto che la prima partecipazione al torneo risale addirittura al 2003 quando all’esordio s’impose in quattro set sul croato Ancic. In totale Rafa ha disputato 65 incontri nel Championship, con un bilancio fatto di 53 vittorie e 12 sconfitte, la prima delle quali lo vide cedere al thailandese Paradom Srichaphan.

L’ultimo incontro disputato sul Centrale è storia vecchia ormai quasi tre anni: nella semifinale 2019 contro Roger Federer la corsa del maiorchino si fermò dopo 4 set tirati, col primo perso al tiebreak, il secondo dominato (6-1) e i successivi due appannaggio del rivale storico, in quella che rimane anche l’ultima sfida diretta tra i due (bilancio 24-16 a favore di Rafa).

Tra i tanti dati statistici che legano Nadal allo slam per eccellenza ce n’è uno che racconta della striscia di imbattibilità tenuto tra il 2008 e il 2010, quando vinse ben 20 incontri consecutivi nel torneo (saltò per infortunio l’edizione 2009) prima di fermarsi nella finalissima del 2011 contro Djokovic.

UN PERCORSO COMPLICATO, MA LA FAME È SEMPRE LA STESSA

Al netto delle condizioni fisiche tutte da verificare, anche se il dejavu rispetto a quanto visto a Melbourne prima e soprattutto a Parigi poi lascia pensare che ci sia spazio per un’altra esaltante corsa verso l’ennesima finale, Nadal a Wimbledon è pur sempre qualcosa di magico e unico. Magari contro Cerundolo sarebbe stata battaglia più vera se si fosse giocato sulla terra, ma poco cambia: con l’argentino sarà la prima volta assoluta anche per l’eterno Rafa, che ribadisce di non volersi aspettare nulla di particolare da un torneo che fino a qualche giorno fa non sapeva nemmeno se avrebbe potuto disputare.

La priorità adesso è tornare a vivere normalmente, e quindi anche a camminare senza dover avvertire costantemente dolore e non riuscire quasi a fare niente. È un percorso complicato, so di doverci convivere, ma anche se vista da fuori questa situazione pare difficile da comprendere, posso dire di essere stato più volte sul punto di fermarmi. Sto chiedendo tanto al mio fisico, ma spero di poter dare ancora tanto a questo sport. Tornare a Wimbledon è sempre speciale e spero almeno di potermi sentire ogni giorno meglio.

Con Cerundolo si giocherà non prima delle 15, secondo match di giornata sul Centrale. Poi nel secondo turno probabile incrocio con Sam Querrey, più specialista sull’erba di Berankis: è proprio contro Sam che Nadal ha vinto l’ultima partita a Wimbledon, nei quarti del 2019. Come se il tempo si fosse fermato…

(Credits: Getty Images)

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