GREGORIO PALTRINIERI O GREG-ORO PALTRIN-ORI: A BUDAPEST 2022 ENNESIMO SHOW DI UN FUORICLASSE

Submitted by Anonymous on Wed, 06/29/2022 - 15:08
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Redazione
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Di tutti i torti che avrebbero potuto fargli, di certo chi ha piazzato a 26 la vittoria di Gregorio Paltrinieri nei 1.500 stile libero ha ottenuto l’esatto opposto di quanto avrebbe desiderato. E così facendo ha toccato nell’orgoglio un campione ferito, uscito un po’ ammaccato dalle prime gare della rassegna ungherese, ma che proprio in quella posta così alta e lontana dalle abitudini ha trovato il modo di ricompattarsi e recuperare energie preziose in vista dei due appuntamenti più attesi.

Tanto che dopo aver stroncato le velleità dei rivali in vasca ha pensato bene di ripetersi con una prestazione super nelle acque libere, conquistando l’oro nella 10 km e dovendo suo malgrado sprintare per la prima posizione con l’amico di una vita, quel Mimmi Acerenza che mai si sarebbe sognato di poter restare incollato al compagni di mille allenamenti.

Per me è stupendo salire assieme sul podio, davvero non potevo chiedere di più”, ammette stupito Greg al termine di una gara interpretata alla perfezione, tatticamente impeccabile dall’inizio alla fine. Un manifesto di superiorità che nasce proprio nel medesimo istante in cui i suoi amici lo informarono della quota che i bookmakers avevano pensato di affidargli prima della finale dei 1.500. Tutta colpa della prova sottotono negli 800, unico neo di una rassegna iridata altrimenti impeccabile. Ma ci voleva una scossa per destare il cuore del campione più vincente della storia del nuoto italiano, e curiosamente quella scossa è arrivata da una quotazione definita “irrispettosa del campione che sono.

LA GIOIA DI CONDIVIDERE IL PODIO CON L’AMICO DI SEMPRE

La 10 km in acque libere è simile alla maratona che si corre a piedi sulla distanza di 42.195 metri. È una lotta che impone uno sforzo brutale, più di un’ora e mezzo di bracciate con lo spettro di veder spenta la luce da un momento all’altro, dovendo fare i conti anche con la spinta delle correnti (anche se al Lago Lupa non ci sono certo le stesse oscillazioni che si incontrano in mare).

Stavolta Patrinieri ha dimostrato la differenza che c’è tra il nuotatore forte competitivo (e lui da anni rientra in questa cerchia) e quello che sa affondare il colpo nel momento decisivo: ha lasciato sfogare i rivali nella prima metà di gara, soprattutto il tedesco Wellbrock (che l’aveva battuto nella 5 km), poi è risalito con grande efficacia fino a stendere qualsiasi velleità negli ultimi 1.500, guarda a caso la distanza che lo ha rimesso al centro della scena.

Solo Mimmo Acerenza ha saputo resistere allo strappo dell’emiliano, riuscendo a restargli incollato fino al traguardo e facendo letteralmente sobbalzare di gioia lo staff tecnico azzurro, che solo nei pensieri più segreti e nascosti sognava di poter assistere a una doppietta.

UN PALMARES IMPRESSIONANTE: E ORA ROTTA SU PARIGI

Se Greg è avvezzo a certi podi, Mimmo ne ha scoperto il dolce sapore proprio in occasione di una mattinata destinata a passare alla storia. Un po’ come i mondiali di Paltrinieri, che ha disputato 5 gare mancando il podio solo nei “suoi” 800, ma trovando in quella cocente delusione la forza per alzare di nuovo l’asticella e ristabilire il naturale corso degli eventi. Dopo l’oro nei 1.500, con tanto di record europeo e dei campionati del mondo, il bronzo nella staffetta mista 4x1,5 km in acque libere aveva rappresentato il segnale che qualcosa stava già cambiando, corroborato dall’argento conquistato nella 5 km.

Il capolavoro è arrivato all’ultima gara, un concentrato di tecnica, tattica, esplosività e forza, che hanno riproposto Greg nell’olimpo dei nuotatori più forti e vincenti della sua generazione. Aggiornare il palmares in questi casi è solo una felice abitudine: alle quattro medaglie olimpiche conquistate tra Rio e Tokyo (una per ogni metallo, ma in Giappone la mononucleosi ne aveva fortemente rallentato la preparazione) si aggiungono le 16 mondiali (6 ori, 6 argenti e 4 bronzi), le 19 agli Europei (12 ori, 6 argenti e un bronzo) e la sterminata collezione di titoli italiani (29), più qualche altro alloro tra Giochi del Mediterraneo, Universiadi e competizioni internazionali giovanili.

Per uno cresciuto nel mito di Ian Thorpe, nonché grande appassionato di basket (quasi la regola per un atleta emiliano: i New York Knicks sono la sua squadra NBA preferita), Budapest 2022 rappresenta l’ennesimo capitolo iconico di una carriera che con ogni probabilità vedrà il suo ultimo capitolo nei giochi di Parigi 2024, quando proverà a conquistare l’ennesimo oro olimpico destinato a impreziosirne una bacheca che già così com’è luccica splendente. Ma Greg rientra nella schiera dei fuoriclasse assoluti, di quelli che non conoscono sazietà: non appena tornerà a indossare la cuffia e posizionare gli occhiali al loro posto, lì comincerà un’altra rincorsa verso la leggenda.

(Credits: Getty Images)

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