NBA FREE AGENCY: RIVOLUZIONI O TANTO RUMORE PER NULLA?

Submitted by Anonymous on Thu, 06/30/2022 - 13:59
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Redazione
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Dalla mezzanotte italiana, le 18 sulla costa Est degli Stati Uniti, l’NBA del futuro comincerà a cambiare fisionomia. E non sarà il solito modo di dire: il via ufficiale della fase di free agency è il momento che più di qualunque altro stuzzica la fantasia degli appassionati, perché è anche e soprattutto il momento in cui tanti nodi di mercato vengono al pettine.

Dopo che il Draft ha monopolizzato i giorni immediatamente successivi alle Finals, il carrozzone del campionato professionistico americano è pronto a salpare verso nuovi orizzonti, con tante trade già pronte per essere solo finalizzate e alcuni uomini chiave che potrebbero far saltare il banco. Un caso su tutti? Quello di Kyrie Irving, il giocatore (forse) più chiacchierato dell’ultima stagione, nella quale ha saltato più della metà delle partite per via della decisione di rifiutare di sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid (e nello stato di New York non poteva dunque accedere agli impianti da gioco).

A Brooklyn l’hanno “sopportato” per 12 mesi, convinti che fosse quella la cosa più giusta da fare pensando di puntare dritti al bersaglio grosso (cioè all’anello), fort, anche della ritrovata condizione atletica di Kevin Durant e dei possibili arrivi di nuovi innesti. Irving ha così esercitato l’opzione per un altro anno, prevista dal suo contratto (36 milioni di dollari il compenso), ma questo non significa automaticamente che resterà a Brooklyn: nei prossimi giorni, di comune accordo con la franchigia, potrebbe cercare di forzare e imbastire una sign&trade con qualche altra squadra interessata a farsi carico del suo contratto. Prima fra tutte, naturalmente i Los Angeles Lakers.

IRVING (PER ORA) RESTA A BROOKLYN. MA SOGNA I LAKERS

La gente normale è quella che fa funzionare il mondo, ma sono quelli che osano essere diversi a guidarci verso il futuro.

Dietro le parole (al solito criptiche) di Irving si nasconde tanto di ciò che il mercato della free agency non mostra al resto della terra. Un mercato fatto di trattative lontane dai riflettori e di tanti incastri a livello di salary cap. I Lakers accoglierebbero Irving a braccia aperte: lo farebbero per primi LeBron (col quale vinse il titolo a Cleveland nel 2016) e Davis, meno Westbrook che sarebbe giocoforza la pedina da sacrificare per fargli spazio.

RW ai Nets non è un’ipotesi che sta in piedi, visti i suoi rapporti al minimo con l’ex compagno di ai tempi di OKC Durant, ma trovando una terza squadra da inserire nella trade magari le cose potrebbero cambiare. A quel punto però bisognerebbe capire se Durant sarebbe propenso a restare ai Nets senza un’altra star, e semmai vedere chi potrebbe andare alla sua corte muovendo le pedine. Potrebbe insomma crollare tutto il castello di Brooklyn, certificando il fallimento dell’esperimento che l’ha visti andare all in dall’estate 2019 in poi (e nel 2021 era arrivato pure Harden, poi scaricato a Phila).

Irving vorrebbe forzare la mano e cercare di ottenere dai Nets una via per raggiungere la California, ma questo si capirà meglio nei prossimi giorni, quando cioè verrà discusso per davvero l’eventuale rinnovo di contratto (l’attuale scade nel 2023), che difficilmente sarà firmato al massimo. Aria da ultimo ballo?...

BRUNSON A NY, GALLINARI IN TEXAS… SOLO DI PASSAGGIO

Il primo colpo della free agency, salvo sorprese, lo farà New York, andando dritta su Jalen Brunson. L’ormai ex play di Dallas firmerà per 4 anni a 110 milioni complessivi, un rischio considerando che la condizione fisica non sempre lo ha sostenuto a dovere. I Knicks però gli hanno fatto spazio inviando Burks e Noel a Detroit, e allora il dato è tratto.

Una trade sull’asse Denver-Washington porterà Morris e Barton nella capitale in cambio di Caldwell-Pope e Smith, con i Nuggets che hanno voluto aumentare l’arsenale dall’arco accanto a Jokic. Anche Atlanta si è mossa in anticipo per rafforzare le proprie ambizioni: dagli Spurs è in arrivo DeJonte Murray, scambiato per tre prime scelte al Draft più il contratto di Danilo Gallinari.

Il quale però in Texas non metterà piede: San Antonio concederà il buyout al Gallo, che ha solo una piccola parte garantita dei 21 milioni a libro paga, e che a quel punto sarà libero di offrirsi anche a cifre al ribasso al miglior offerente durante la free agency. Salvo sorprese, questa sarà l’ultima estate di Gallinari a certe latitudini: garantirsi una bella sistemazione (Boston e Miami sembrano piuttosto interessate) potrebbe garantirgli di ambire a una corsa al titolo come mai gli è capitato in carriera.

WALL AI CLIPPERS: CON LEONARD E GEORGE, ECCO I NUOVI BIG 3

L’altro botto importante di inizio free agency riguarda John Wall, che ha salutato i Rockets (dove ha visto il campo pochissimo, ma guadagnato una marea di soldi…) mettendosi in tasca 40 milioni di dollari e andando a prendere i restanti 6,5 previsti nel suo contratto a Los Angeles, sponda Clippers, dove con Leonard e George formerà un trio decisamente interessante (voglia di andare all in per Steve Ballmer).

James Harden ha deciso di non esercitare l’opzione di rinnovo da 47 milioni di dollari, ma resterà a Phila a cifre più basse (presumibilmente 120 milioni per tre anni) consentendo così alla franchigia di mettere le mani su PJ Tucker, in uscita da Miami. Phoenix è alle prese con la grana DeAndre Ayton, ma potrà pareggiare tutte le offerte che arriveranno per il centro, imbastire una trade dalla quale ottenere qualche giocatore in cambio, oppure rischiare di perderlo a zero tra un anno. Bradley Beal firmerà il rinnovo per 5 anni con Washington (a 248 milioni!), Miles Bridges alla fine dovrebbe trovare un accordo con Charlotte, Collin Sexton potrebbe essere “sacrificato” da Cleveland per arrivare ad altri fit più congeniali.

(Credits: Getty Images)

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