TOUR DE FRANCE, SECONDA TAPPA SULLE ALI DEL VENTO

Submitted by Anonymous on Sat, 07/02/2022 - 09:15
Hero image
Autore
Redazione
news date
News di tipo evento?
No

Due fattori che in Danimarca possono sparigliare le carte fanno rima con pioggia e vento. Quelle che la carovana del Tour ha trovato nel giorno del debutto della Grand Boucle 2022, quelle che in qualche modo hanno favorito la più grossa (e anche la prima) delle sorprese, con Yves Lampaert capace di prendere la maglia gialla quanto tutto lasciava presagire che Wout Van Aert era già pronto a stappare il primo champagne sul podio di tappa.

Un belga in giallo mancava da più di 10 anni, quando Philippe Gilbert ancora era il terrore di molti suoi colleghi, specie se c’era da domare un arrivo da finisseur. Un po’ quello che potrebbe attendere la truppa nella seconda tappa, la prima in linea della corsa, che da Roskilde arriverà a Nyborg dopo poco più di 200 chilometri solo all’apparenza piatti, perché pieni di insidie “nascoste” che potrebbe finire per mettere in crisi più di un candidato alla vittoria finale. Già, perché l’organizzazione ha pensato bene di seminare trappole sin dai primi metri di un Tour che dopo aver fatto vedere già nella prima giornata che non c’è nulla di così scontato promette di continuare a sorprendere.

VAN AERT VA SUBITO A CACCIA DELLA RIVINCITA

Van Aert c’è rimasto male quando Lampaert gli ha sottratto il primato nella crono d’apertura, ma magari oggi avrà subito l’occasione per rifarsi. Considerarlo tra i favoriti per la vittoria di tappa non è un azzardo: il percorso non presenta grosse altimetrie, ma si presta alle bizze del vento che potrebbe contribuire a rendere la corsa assai più selettiva del previsto.

Dovranno stare sul pezzo le squadre dei velocisti se vorranno consentire alle loro punte di arrivare a giocarsi la vittoria in volata, ma sarà importante non farsi sorprendere da possibili ventagli che in giornate come queste rappresentano un rischio concreto, tale anche da poter costare secondi preziosi a qualche corridore deciso a fare corsa di vertice sino alla fine.

Van Aert, forte dell’esperienza maturata nel corso di migliaia di allenamenti sulle strade del Belgio, troverà condizioni assai simili a quelle dei suoi luoghi d’origine: potrebbe dunque tentare di sgranare il gruppo e portare via una fuga, oppure semplicemente accettare di giocarsi la vittoria allo sprint, tenuto conto poi che il suo grande obiettivo rimane la conquista della maglia verde, quella della classifica a punti.

Ma arrivare a in volata significa offrire a Fabio Jakobsen la possibilità di confermare la sua superiorità negli sprint di gruppo: già dieci le vittorie stagionali del neerlandese, che si presenta al Tour come il logico favorito ogni volta che ci sarà da giocarsi un successo tra ruote veloci. Per quanto visto sinora, sia Caleb Ewan che Jasper Philipsen sembrerebbero avere qualcosa in meno. Per il resto, le alternative sono più o meno quelle di sempre: Alexander Kristoff, Dylan Groenewegen, Mads Pedersen e Mathieu van der Poel. Se si esce da questa cerchia, allora vuol dire che non sarà azzardato parlare di sorpresa.

PERCORSO PIATTO, MA CON TANTE INSIDIE

La seconda tappa del Tour proporrà i primi GPM della corsa, tre cotes abbastanza abbordabili con pendenze tutt’altro che trascendentali (solo la Cote d’Hove Straede presente un 6% di media, ma su complessivi 800 metri) ma che serviranno per qualche attaccante di mettere le mani sulla maglia a pois, sempre ambita soprattutto a inizio corsa.

Tutto il percorso si snoda costeggiando il Mar Kattegat, con sprint intermedio a Kalundborg a 75 chilometri dall’arrivo, per poi lanciarsi nel lungo rettilineo finale lungo il ponte sul Grande Belt, che vedrà la carovana gialla dividere le acque e regalare uno spettacolo davvero unico nel suo genere. Il ritorno sulla terraferma a 3.500 metri dall’arrivo sarà lo spartiacque di una tappa che potrebbe già aver emesso buona parte dei suoi verdetti, qualora ci fosse un drappello di uomini in fuga. Ed è qui che il vento potrebbe giocare un ruolo chiave: beccarsi un “ventaglio” è l’unica cosa che i big dovranno accuratamente evitare, a meno di non voler restare indietro e perdere margine prezioso che dopo appena due tappe sarebbe decisamente una brutta gatta da pelare.

(Credits: Getty Images)

Template News
Post
Fonte della news
SN4P
Sport di Riferimento
Altri sport