Non ne aveva bisogno e, stavolta, Rafa Nadal non si è certo distinto per stile. A Wimbledon, nel corso del match vinto agevolmente contro Lorenzo Sonego, lo spagnolo è incappato in una defiance della quale, a fine partita, si è scusato prontamente.
Si era nel corso dell'ultimo set - il terzo della gara vinta dal marocchino per 6-1, 6-2, 6-4 - e Nadal ha chiesto all'arbitro di poter interloquire con l'avversario. era infastidito dalle grida dell'italiano che ne accompagnavano le giocate.
Dialogo due nei pressi della rete, si sono parlati e si sono spiegati, identica scena ripetuta alla fine del match point: reo, Sonego, di urlare troppo. per questo motivo Nadal gli ha voluto parlare nel corso dell'incontro e per lo stesso motivo la chiacchierata si è protratta dopo la gara. Quando lo spagnolo ha chiesto a Sonego di urlare meno, Sonego deve essere rimasto basito.
Ho cercato di dire a Lorenzo nel modo più gentile possibile se poteva fare meno rumore. Ora mi sento in colpa, perché forse l'ho disturbato.Non era questa la mia intenzione. Cercherò di spiegarmi con lui anche negli spogliatoi, mi sento malissimo per quello che ho fatto. La mia intenzione non era affatto quella di disturbarlo, ma solo dirgli cosa mi ha infastidito in quello che stava facendo in quel momento. Tutto qui.
Eppure Sonego, che ha accettato le scuse di Nadal a fine gara, la vede in maniera differente ed è difficile dargli torto:
Non esiste che un giocatore chiami a rete un altro, si fa in terza categoria non a Wimbledon. Chiami l'arbitro, non chiami un giocatore a rete. In quel momento mi ha condizionato. Mi ha detto che era condizionato dal mio verso. A fine partita si è scusato, è stato educatissimo. Io gli ho detto che però in quel momento mi aveva condizionato
(Credits: Gety Images)
