WIMBLEDON NADAL-VAN DE ZANDSCHULP: RAFA PROMETTE DI MANTENERE LA CALMA

Submitted by Anonymous on Mon, 07/04/2022 - 09:11
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Redazione
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Prima ha chiesto scusa a Sonego, poi ha spostato subito il mirino su van de Zandschulp. Rafa Nadal è uno che sa mettere in fila i paletti: dopo la vittoria contro il torinese ha dovuto fronteggiare le critiche per via di quella “chiamata a rete” nel corso del terzo set, con la quale ha voluto mandare un segnale forte e chiaro all’avversario (reo di aver urlato troppo nel game precedente, quasi a voler mancare di rispetto nei suoi confronti).

Che di tutto punto ha risposto di essere stato infastidito e non poco da quel “rimprovero”, tale anche da aver condizionato il proseguo del match. Rafa non è un tipo “rissoso”, ma stavolta ha mostrato un lato di sé davvero particolare: ha perso la pazienza, lui che della pazienza ne ha fatto davvero la migliore delle virtù. E si è scusato nel post partita, dimostrando di essere comunque un uomo che sa riconoscere i propri errori.

Sonego c’è rimasto male e chissà se quell’atteggiamento così atipico possa ritorcersi contro al maiorchino nel corso del torneo. Perché certi tifosi e osservatori non transigono di fronte a comportamenti non sempre in linea con ciò che impone il copione. Rafa sa di aver sbagliato, ma ha già messo gli occhi altrove. Anzi, in una direzione ben precisa: i quarti rappresentano più di un obiettivo, arrivati all’incipit di una settimana che potrebbe proiettarlo una volta di più nella leggenda di questo sporto.

UN PRECEDENTE (VINCENTE) SULLA TERRA ROSSA PIÙ AMICA

Dopotutto Botic van de Zandschulp è un volto a lui abbastanza familiare: il primo e unico precedente tra i due è andato in scena poco più di un mese fa sulla terra rossa di Parigi, il terreno di caccia prediletto di Nadal, che in quell’occasione (era il terzo turno) si sbarazzò dell’olandese in tre set senza apparente storia (6-3 6-2 6-4).

Quanto basta per ritenere che anche sul Centrale il favorito d’obbligo sarà ancora una volta lo spagnolo, che nel match contro Sonego ha dato dimostrazione di essere sulla via di una crescita progressiva che potrebbe renderlo difficile da arginare per qualsiasi rivale, tenuto conto anche di un tabellone che non pare proporre tutte queste insidie come avveniva in passato.

Dovesse andare avanti, la prospettiva di affrontare uno tra Kubler e Fritz (e sarebbe una gustosa rivincita della finale di Indian Wells, primo ko. del 2022 di Rafa, che giocò quella partita con una costola fratturata) rende il quarto di finale abbastanza abbordabile, mentre magari un’eventuale semifinale contro Nick Kyrgios qualche grattacapo in più potrebbe procurarglielo, dandogli semmai l’opportunità di preparare bene il terreno per la finale (probabile?) contro Djokovic. Insomma, tutto sembra far pendere la bilancia dalla parte di Nadal, che se gioca come contro Sonego ha tutto per arrivare a dama.

PER L’OLANDESE UNA PROVA (FORSE) TROPPO IMPERVIA

Van de Zandschulp sull’erba s’è scoperto competitivo relativamente tardi. Lui che è classe 1995, fino all’anno passato aveva disputato una manciata di incontri appena sulla superficie, senza destare grosse impressioni. Poi nel 2021 ha cambiato testa e marcia, superando tre turni di qualificazione a Wimbledon e poi cedendo solo a Matteo Berrettini nel secondo turno, non prima di aver battuto al debutto assoluto nel tabellone principale contro il francese Barrere.

Un anno e 100 posizioni dopo (quelle guadagnate rispetto all’anno prima), l’orizzonte s’è fatto ben più allettante: Botic ha fatto benone al Queen’s, fermandosi solo in semifinale di fronte alla sua bestia nera (leggi Berrettini), mentre a Wimbledon ha superato Feliciano Lopez, Ruusuvuori e Gasquet dando la sensazione di sentirsi davvero a suo agio, come dimostra anche il suo score stagionale sull’erba (6 vittorie e due ko: oltre al Queen’s ha perso al primo turno a Mallorca contro Giron).

Nadal certo rappresenta un ostacolo ben diverso: l’olandese non ha mai battuto un top 5 in carriera, mentre vanta tre vittorie contro un top ten (Ruud, Auger-Aliassime e Rublev), tutte ottenute a partire dallo scorso ottobre. Ma è in fiducia e in qualche modo potrebbe creare qualche grattacapo a Nadal, specie se dovesse incontrarne la versione dei primi due turni, dove qualcosa a Cerundolo e Berankis ha effettivamente concesso.

RAFA E IL VERO “INCUBO”: IL COVID GLI RONZA INTORNO…

Rafa è in serie positiva da 10 partite, con l’ultima sconfitta patita a Madrid a inizio maggio contro Alcaraz. Da quel momento in poi per lui sono arrivate solo buone nuove, con le 7 partite vinte al Roland Garros e i tre turni superati a Wimbledon. E dando un’occhiata al tabellone non può che cominciare a farsi strada in lui l’idea di poter andare per davvero a caccia del terzo slam stagionale, così da potersi poi presentare agli US Open con l’obiettivo di centrare il Grand Slam (quello che lo scorso anno sfuggì a Djokovic all’atto conclusivo di Flushing Meadows, battuto da Medvedev).

Van de Zandschulp non è una vittima designata, ma di sicuro non rappresenta un ostacolo tanto insormontabile. Cosa potrebbe allora andare storto? Magari un… tampone di controllo, uno dei tanti che vengono fatti (quasi) quotidianamente dalle parti di Church Road. Perché dopo averla scampata bella con Berrettini, col quale s’era allenato nei giorni in cui il romano cominciava ad avere sintomi legati al Covid, ora si scopre che anche Tamara Korpatsch, con la quale aveva fatto un selfie a metà della scorsa settimana, è risultata positiva. Forse è davvero questo il vero rivale di Rafa nella sua rincorsa alla leggenda.

(Credits: Getty Images)

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