TOUR DE FRANCE TAPPA 5: ARRIVA IL PAVÉ, PRIMO BIVIO

Submitted by Anonymous on Wed, 07/06/2022 - 11:19
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Redazione
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L’aspettavano da giorni, adesso si che è arrivata. La tappa regina della prima settimana del Tour non presenta altimetrie da pelle d’oca, piuttosto lunghi tratti in pavé che rischiano di spaccare in due la classifica ben prima di quanto riusciranno a fare le montagne.

Una mini classica che promette di dare una prima grossa spallata alle ambizioni degli uomini di classifica, perché un percorso come quello che da Lille porterà la carovana gialla ad Arenberg Porte du Hainunt si presta a tante trappole e poche interpretazioni.

Con i suoi quasi 20 chilometri di pietre, chi si farà cogliere impreparato rischia seriamente di perdere secondi preziosi. Un dolce ricordo per l’Italia, pensando a ciò che seppe fare Vincenzo Nibali nel 2014 quando in una frazione simile (ma segnata dal maltempo: stavolta sarà il caldo a fare la parte del leone) cominciò a sgretolare le certezze di Froome e architettare il meraviglioso castello che l’avrebbe condotto poi in giallo a Parigi.

E l’Italia una freccia importante al suo arco l’avrebbe, eccome: Filippo Ganna aveva messo la tappa di Arenberg nel mirino tanto quanto la crono d’apertura, ma sin qui la buona sorte non è stata affatto sua amica. Non è al top, Ganna, complice la caduta che l’ha coinvolto a Nyborg, e questo a tutta la differenza del mondo: proverà a giocarsi le sue carte, ma col rischio di non poter ambire a molto di più di un buon piazzamento.

DI NUOVO VAN AERT VS. VAN DER POEL, LA SFIDA INFINITA

Per la vittoria di tappa, segnatevi questi due nomi: Van Aert e van der Poel. Troppo facile e scontato? Forse, ma i veri protagonisti saranno ancora una loro due, i figli del Nord, gli interpreti più poliedrici che il ciclismo moderno possa mettere in mostra.

Due talenti assoluti che sentono l’aria delle “classiche” e che vorranno ribadire una volta di più di essere i veri protagonisti di questo primo scorcio di Tour, con van der Poel che dopo un avvio in sordina è chiamato a sferrare il primo vero attacco. Van Aert al contrario ha mostrato la versione del cannibale 2.0, perché sin qui ha giganteggiato quasi alla stregua di un Merckx d’annata: tre secondi posti nelle tre tappe in terra danese, una vittoria di pura classe e potenza nella prima disputata sul suolo francese.

Lo scatto ai -10 con il quale ha messo nel sacco tutto il gruppo, anticipando la volata, è stato un manifesto di superiorità a dir poco schiacciante. Dovesse ripetersi ancora, entrerebbe di diritto nella storia: mai negli ultimi decenni si era visto un corridore dominare in maniera così netta durante la prima settimana del Tour.

Van Aert è in stato di grazia e i 20 chilometri di pavé potrebbero mettergli una volta di più le ali e spingerlo verso un’altra clamorosa impresa. Tutto dipenderà però da cosa gli chiederà il team Jumbo-Visma: con Roglic e Vingegaard costretti a giocare di rimessa, al belga potrebbe essere chiesto di aiutare i due uomini di classifica con l’intento di far loro evitare pericolose trappole e perdere secondi che finirebbero per complicare poi i loro piani nelle settimane successive. Dopo 4 giorni di assoluta libertà, a Wout potrebbe toccare il ruolo del gregario di lusso.

UNDICI SETTORI E TANTI PRETENDENTI ALLA VITTORIA

Saranno 11 in totale i tratti di pavé previsti nel corso di una frazione che per metà della sua lunghezza (quindi circa 80 chilometri) filerà via liscia senza grosse preoccupazione, con il traguardo volante di Merignies dopo 37 chilometri come unico elemento di interesse.

Con l’ingresso nel tratto di Villers-au-Terte comincerà tutta un’altra tappa: a fare una prima selezione contribuirà il secondo tratto in pavé, quello di Eswars a Paillencourt (1.600 metri totali), che aprirà una sequenza di 6 tratti in appena 20 chilometri.

Tra i momenti chiave di giornata c’è quello relativo all’attraversamento di 2,8 chilometri tra Erre e Wandignies-Hamage, il tratto più lungo in pavé, ma anche quello che a molti risulterà essere più familiare, essendo uno dei più caratteristici della Roubaix.

Così come della classica hanno fatto parte negli ultimi anni i settori 4 e 3, quelli che vanno da Warlaing e Brillion e Tilloy-lez-Marchiennes a Sars-et-Rosiers, entrambi di poco inferiori ai due chilometri e mezzo. L’ultimo tratto che va da Hasnon a Wallers potrebbe servire come trampolino di lancio per qualche attaccante, essendo posizionato a poco meno di 7 chilometri dal traguardo.

Il caldo, il vento e la polvere potrebbero giocare un ruolo fondamentale quando la carovana sarà ormai nei pressi di Arenberg, sede d’arrivo di tappa, dove potrebbe andare in porto una fuga ma dove si dovrebbe assistere al primo vero scontro tra i big, con Pogacar che pregusta di riuscire a rosicchiare qualche punto a Roglic, che sulla carta (ma solo sulla carta) sembrerebbe partire un po’ più indietro nei pronostici di giornata.

Nomi da spendere per la vittoria di giornata? Sicuramente quelli di Dylan van Baarle (ultimo vincitore della Roubaix) e Yves Lampaert, che godrà del pieno appoggio della Quick Step-Alpha Vinyl (che avrebbe pure altre due carte con Senechal e Asgreen). Kristoff e Kung sono altri due nomi da tenere d’occhio, così come Pidcock in casa Ineos (specie se Ganna fosse a mezzo servizio). E poi occhio a Sagan, perché lo slovacco se in giornata non teme nessuno.

(Credits: Getty Images)

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