TOUR DE FRANCE TAPPA 13: TORNANO LE RUOTE VELOCI, MA OCCHIO A VAN AERT

Submitted by Anonymous on Fri, 07/15/2022 - 11:08
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Redazione
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Le due tappe alpine hanno detto che al Tour si possono fare ribaltoni, ma che chiudere a chiave il portone d’accesso agli Champs Elysees è esercizio troppo complicato per qualunque corridore. E anche se c’è una squadra che spicca sopra le altre per via del suo essere granitica e compatta come poche se ne ricordano a queste latitudini (leggi Jumbo Visma), la corsa d’Oltralpe rimane aperta a qualsiasi colpo di mano.

Mancano ancora 9 tappe, troppe per pensare davvero che sia tutto già finito. Anche se Jonas Vingegaard ha cominciato a familiarizzare con la maglia gialla conquistata sul Col du Granon, cosa che ha permesso a tanti di farsi meglio un’idea su ciò che racconterà da qui a fine Tour il copione di ogni singola giornata.

Con Tadej Pogacar deciso però a non mollare l’osso, dopo i due tapponi sulle Alpi si riparte con una frazione decisamente mossa, particolarmente avvezza ai desideri di chi vorrebbe tentare di andare in fuga sin dal mattino ma con uno sviluppo che alla fine potrebbe favorire un arrivo in volata. E se non sarà di gruppo, tanto meglio per il dominatore della classifica a punti: si, perché Wout Van Aert a Saint-Etienne è una volta di più il grande favorito per la vittoria di tappa.

PERCORSO ONDULATO, FINALE IN LIEVE SALITA

Il lavoro fatto per il proprio capitano ai piedi dell’ultima ascesa nella giornata che ha ribaltato il Tour è la sintesi perfetta della capacità del belga di incidere in tutte le pieghe della corsa. Van Aert è indiscutibilmente l’MVP di queste prima due settimane di Grand Boucle: in volata l’ha fatta spesso da padrone anche al cospetto dei rivali più accreditati, ha vinto una tappa scattando ai -10 dall’arrivo, in generale è sempre stato nel vivo delle frazioni, lavorando spesso e volentieri per i compagni di squadra.

Oggi la Jumbo Visma dovrà guardarsi da possibili imboscate, ma poi nel finale dovrebbe tornare a lavorare per il suo finisseur. La 13esima tappa, con partenza da Le Borg d’Oisans, vivrà una prima parte relativamente tranquilla, con i primi 30 chilometri tutti in leggera discesa prima di affrontare la Cote de Brié, due chilometri e mezzo al 6,9%, terreno ideale per pianificare le prime fughe di giornata. Dopo una trentina di chilometri di pianura ecco il Col de Parmenie, poco più di 5 chilometri al 6,6% di pendenza media, posto a poca distanza dal traguardo volante di La Cote-Sant-André.

L’ultima ascesa di giornata, la Cote de Saint-Roman-en-Gal, servirà a sgranare un po’ il gruppo, anche se non dovrebbe fare molti danni nemmeno tra i velocisti: 6,6 chilometri al 4,5%, benché affrontati presumibilmente a velocità sostenuta, non dovrebbero dar adito a grossi scossoni. A quel punto mancheranno una cinquantina di km all’arrivo, mossi ma non così complicati.

CHI PUÒ BATTERE VAN AERT? UN VENTAGLIO DI OPZIONI

Un arrivo in volata, insomma, è un epilogo credibile e abbastanza probabile. Ma non si tratterebbe della classica volatona di gruppo dove le ruote veloci hanno un chiaro vantaggio sulla concorrenza: se Jasper Philipsen, Fabio Jacobsen Dylan Groenewegen o Caleb Ewan vorranno cercare di dare una zampata dovranno essere bravi a tenere le ruote dei migliori nel nervoso percorso finale.

Per questo Van Aert è il logico favorito: l’arrivo in lieve salita potrebbe favorire l’esplosività del belga, apparso oggettivamente in forma davvero smagliante. Non altrettanto si può dire di Mathieu van der Poel, che sin qui ha fatto la comparsa e che, se messo nelle condizioni giuste, su un arrivo come questo potrebbe eccome dire la sua. Michael Matthews, Mads Pedersen e il sempreverde Peter Sagan (anche se non più di verde vestito come accadeva puntualmente nel decennio passato) sono altri nomi spendibili in previsione di una volata di gruppo, magari un po’ ristretto.

L’Italia può tentare la carta Alberto Dainese, spesso piazzato nei primi 10 ma mai davvero in corsa per la vittoria nelle precedenti giornate dedicate alle ruote veloci, così come Luca Mozzato. Se dovesse arrivare una fuga, occhio ai soliti noti: Magnus Cort Nielsen, Alberto Bettiol (che c’ha già provato tre giorni fa, prima di essere interrotto nella sua azione dagli ambientalisti…), Lennard Kamna e Jasper Stuyven. Ma tutto lascia presagire che sarà ancora una volta una sfida tra Van Aert e gli specialisti delle volate.

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