FERRARI, QUANTI RIMPIANTI: UNA MACCHINA DA TITOLO PER UN MONDIALE (FORSE) GIÀ VOLATO VIA

Submitted by federico.tireni on Mon, 07/25/2022 - 13:11
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Redazione
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Che si sarebbe deciso tutto (o quasi) a luglio era un pensiero abbastanza scontato. Che la Ferrari si sia messa ormai nelle condizioni di non poter più lottare per davvero per il titolo, fosse quello piloti o costruttori poco cambia, è una verità scomoda ma altrettanto evidente. Un campionato nato sotto i migliori auspici ma che a poco più della metà delle gare disputate rischia di essere già stato consegnato a Max Verstappen e alla Red Bull, complice una lunga sequenza di errori di squadra e dei singoli piloti che hanno praticamente consegnato la fuga iridata su un piatto d’argento all’olandese volante.

Che temeva le quattro gare di luglio, consapevole della superiorità tecnica e in pista della Rossa, desiderosa di andare alla pausa estiva con un pieno di punti e la giusta carica per concretizzare poi la rimonta nelle ultime 9 gare della stagione. Un proposito miseramente andato in frantumi proprio nel giorno in cui Charles Leclerc ha commesso il più marchiano degli errori possibili, rovinando un week-end che fino al giro 18 si sta rivelando decisamente in linea con i propositi di grandeur.

VERSTAPPEN, LA CONTINUITÀ COME FEDELE ALLEATA

La F1-75 rischia di passare alla storia come una tra le macchine più forti di sempre a non aver centrato il titolo mondiale. Con 10 gare ancora a disposizione e 268 punti complessivi dai quali poter attingere (ai 250 legati alle singole vittorie di ogni gran premio vanno sommati gli 8 da assegnare al vincitore della sprint race di Interlagos e i singoli punti per il giro veloce di ogni fine settimana) la rimonta non sarebbe neppure così impossibile: Verstappen attualmente gode di un vantaggio di 63 lunghezze su Leclerc, un divario traducibile in poco più di due gran premi e una sprint race, che consterebbe all’olandese di non completare un quinto di ciò che resta del campionato e restare comunque saldamente in vetta alla classifica.

Il campione del mondo in carica ha però fatto della continuità il suo punto di forza: dopo aver raccolto due zeri nei primi tre appuntamenti stagionali ha messo assieme un filotto di 9 gare nelle quali ha sempre portato la propria Red Bull al traguardo, ottenendo cinque vittorie e imponendosi in entrambe le sprint race disputate. Insomma, dopo un avvio da incubo, seppur intervallato dalla vittoria in Arabia Saudita nel secondo gran premio dell’anno, Max ha ripreso a marciare a pieno regime, ipotecando a meno di due terzi del cammino il secondo titolo iridato.

GLI ERRORI DEL MURETTO BOX E QUELLI DEI PILOTI

La continuità mostrata da Verstappen è proprio ciò che la Ferrari non ha saputo mettere in pista. Leclerc e Sainz sanno perfettamente di guidare una vettura che è la più forte del mondiale: velocissima sul giro secco, capace di adattarsi senza troppi problemi a qualsiasi tipo di pista, la F1-75 è una macchina nata bene e che nel corso della stagione si è dimostrata competitiva anche nel confronto diretto con le rivali, che nel frattempo non sono rimaste a guardare.

Ad allontanarla però dalla vetta della classifica iridata hanno contribuito soprattutto gli errori del muretto box e quelli dei singoli piloti, oltre a un’affidabilità che il più delle volte s’è rivelata il vero tallone d’Achille. Nessuno nega la superiorità del mezzo rispetto alla concorrenza (seppur la distanza è assai ridotta), ma l’incapacità di mettere a frutto la bontà della vettura è alla base di un’annata iniziata sotto i migliori auspici ma proseguita in un mare di rimpianti.

Fino all’errore di Leclerc la situazione anche in ottica mondiale sta tornando a farsi assai interessante: le due recenti vittorie in Gran Bretagna e Austria avevano obbligato Red Bull a giocare di rimessa, con la Rossa di nuovo a menare le danze e il pilota monegasco destinato ad accorciare la forbice dal rivale a 31 punti (30 in caso di giro veloce).

Ora che il distacco è più che doppio è evidente che c’è bisogno di sperare in un “aiutino” altrui, sottoforma di un ritiro di Verstappen (che ha concluso sin qui una gara in più rispetto a Leclerc), per poter sperare di riaccendere una speranza. Anche se poi bisognerebbe fare i conti anche con le strategie e la necessaria lucidità nell’affrontare una rimonta tutt’altro che scontata.

HUNGARORING, ULTIMA CHIAMATA PER LA RIMONTA

Perché l’aspetto mentale rischia di diventare un altro tassello fondamentale nella rincorsa a un titolo che manca a Maranello da 15 anni. Leclerc al Paul Ricard sa di averla fatta grossa e se n’è assunto tutta la responsabilità. Avrà subito l’occasione per riscattare l’errore domenica prossima, quando all’Hungaroring la Ferrari si giocherà verosimilmente l’ultima carta per provare a tenere aperti i giochi.

Sainz al contrario continua a dimostrare di essere veloce, ma di non sentirsi troppo a suo agio nei panni della seconda guida designata: nelle ultime 7 gare solo una volta è arrivato dietro all’amico nonché compagno di scuderia (85 punti contro i 59 messi assieme da Leclerc) e la polemica per il pit stop “di troppo” che gli ha impedito di lottare per il podio a Le Castellet è solo l’ultimo esempio di un nervosismo strisciante che non aiuta il Cavallino a trovare la giusta serenità.

Del resto con un simile potenziale tecnico e due piloti così veloci, pensare di dover già dire addio ai sogni iridati in piena estate e qualcosa a cui si fa fatica a dare una spiegazione logica. Con una preoccupazione ulteriore dettata dal fatto che Mercedes sta tornando, soprattutto Hamilton, che ha messo assieme quattro podi consecutivi rilanciando già la sfida mondiale per il 2023.

Un’occasione così difficilmente potrà capitare di nuovo: quella che si avverte in casa Ferrari è molto più di una maledizione.

(Credits: Getty Images)

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