NBA L’EREDITÀ DI BILL RUSSELL, CAMPIONE IN CAMPO E NELLA VITA

Submitted by Anonymous on Mon, 08/01/2022 - 17:55
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Redazione
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Le parole più belle dello sport? Gara 7

A pronunciare la frase più iconica del mondo dello sport a stelle strisce, poi ripresa a ogni latitudine e in ogni angolo della terra, è stato un uomo che forse più di ogni altro ha cambiato il modo di vivere e di essere della pallacanestro americana.

Perché ridurre Bill Russell a un solo giocatore sarebbe davvero inclemente bei confronti suoi e della storia del gioco. Un gigante, un’icona che ha resistito a decadi di cambiamenti del gioco, ma che ancora oggi veniva giustamente considerato una delle figure più influenti che il basket NBA abbia mai visto atterrare sul proprio suolo.

Uno di quelli che non si limitava a fare meraviglie sul parquet: la battaglia per i diritti civili e contro la discriminazione razziale, che nel 2011 gli valse la Medal of Freedom da parte del presidente Obama nel 2011, vale più degli 11 anelli che si è messo al dito, che poi a pensarci bene non bastano due mani per poterli indossare tutti.

IL PIÙ VINCENTE DI SEMPRE: 11 TITOLI CON I CELTICS

Se tutto il mondo NBA si è raccolto attorno alla grande famiglia dei Celtics, quella che ha reso Russell immortale ponendolo su un piedistallo da quale nessuno potrà mai farlo scendere, è perché davvero Bill è stato il più grande, almeno nell’era dei pionieri. Gli anni ‘60 sono stati il suo palcoscenico, ma lui col lavoro si era già portato avanti a metà degli anni ‘50, conquistando due titoli NCAA nei due anni vissuti come giocatore di college (con 55 gare vinte consecutive) e la soddisfazione di conquistare la medaglia d’oro con la selezione USA ai Giochi Olimpici di Melbourne 1956.

Ai Celtics ha vissuto un’epopea irripetibile fatta di 11 titoli, di cui 8 di fila, e di cui gli ultimi due conquistati da allenatore giocatore (nessuno c’era mai riuscito prima e mai ci riuscirà dopo). Un difensore come mai s’era visto prima, capace di tirar giù qualcosa come più di 21.000 rimbalzi, ma anche di segnare con grande versatilità. Per questo l’NBA l’ha eletto al rango di

giocatore degli sport di squadra più forte di sempre

colui al quale è dedicato anche il premio di MVP delle Finals a partire dal 2009 (e fino al 2021 l’ha sempre consegnato di persona).

L’UOMO PIÙ GRANDE DEL GIOCATORE: LE BATTAGLIE PER I DIRITTI CIVILI

Bill Russell se ne è andato a 88 anni per cause naturali, assistito dalla sua famiglia. Forte è stata la commozione dell’ambiente legato al basket, con il commissioner Adam Silver che ha parlato di lui come di qualche che ha saputo rappresentare qualcosa di più grande dello sport:

I valori di uguaglianza, rispetto e inclusione li ha stampati nel DNA della nostra lega. Al picco della sua carriera, Bill si è fatto sentire vigorosamente per i diritti civili (tra gli altri marcio al fianco di Martin Luther King e sostenne la causa di Muhammad Alí) e la giustizia sociale, un'eredità che ha passato alle generazioni di giocatori NBA che lo hanno seguito. Attraverso lo scherno, le minacce e le incredibili avversità, Bill si è elevato sopra tutto, rimanendo fedele al suo pensiero che chiunque meriti di essere trattato con dignità.

Obama ha detto che il mondo americano ha perso un gigante, ma è difficile anche quantificare la portata di una perdita come quella di Russell, perché il lascito travalica il puro e semplice lato sportivo. Resteranno impresse le gesta in campo, ancor più le parole e i comportamenti fuori. E quella frase, la più iconica, quella che rende lo sport qualcosa in più di un semplice gioco. La sua gara 7 Bill l’ha giocata con dignità, e ora potrà riposare in pace e godersi lo spettacolo.

(Credits: Getty Images)

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