TENNIS, US OPEN: CINQUE PRETENDENTI PER LA VETTA DEL RANKING

Submitted by federico.tireni on Wed, 08/24/2022 - 14:27
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Redazione
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Se cercavate un momento per determinare la fine di un’era, forse quel momento è arrivato per davvero. La fine dell’epoca in cui sul gradino più alto del ranking ATP, salvo rare eccezioni, si alternavano solo e soltanto tre nomi: in principio fu Roger Federer, poi è arrivato Rafael Nadal, quindi è scoccata l’ora di Novak Djokovic, che dei tre è il più giovane ed è anche quello che ha passato più settimane di tutti in vetta alla classifica mondiale (373). Con la beata eccezione di Andy Murray, negli ultimi 20 anni quei tre hanno fatto e disfatto tutto quanto hanno voluto, senza curarsi troppo degli avversari.

L’età però ha presentato loro il conto: Federer di fatto dall’avvento della pandemia non è più andato in campo, non tanto per colpa del Covid, quanto dei guai fisici che a 41 anni (e dopo una carriera tanto lunga e logorante) possono anche rientrare nella logica delle cose. Nadal è entrato da anni in modalità gestione, limitando le apparizioni e infischiandosene della vetta del ranking. Djokovic non l’avrebbe scalzato nessuno, non ci fossero state di mezzo le leggi dei vari stati nazionali che impediscono ad atleti non vaccinati di prendere parte agli eventi (è stato così in Australia e al Roland Garros, sarà così agli US Open, dove pure è in tabellone come testa di serie numero 5: sai mai che in extremis il governo USA ci ripensi…).

Daniil Medvedev ha preso posto sul trono “vacante” da tre mesi a questa parte, ma il suo regno potrebbe essere già arrivato a conclusione. Perché a Flushing Meadows sono ben 5 i potenziali numeri uno che si daranno battaglia, una rarità assoluta nel tennis moderno che renderà l’ultimo slam della stagione più simile a un 6 al Superenalotto che non a un torneo.

MEDVEVED PUNTA AL BIS: COSÌ NON TEMEREBBE RIVALI

Alla fortunata lotteria newyorchese non potrà prendere parte Sascha Zverev, la cui caviglia infortunatasi nella semifinale del Roland Garros contro Nadal non è ancora pronta per consentirgli di tornare in gioco. Medvedev è l’attuale numero ed è quello che più di ogni altro atleta dipende dal proprio destino: un anno fa vinse gli US Open battendo Djokovic (che cercava il grand slam: lo avrebbe ottenuto vincendo proprio quella finale) e pertanto dovrà difendere i 2.000 punti assegnati al vincitore. Se si confermerà sul trono, resterà con pieno merito in vetta al ranking. E ci rimarrebbe anche in caso di sconfitta in finale, ma purché a vincere sia uno tra Tsitsipas, Alcaraz o Ruud, con Nadal a sua volta incapace di spingersi oltre i quarti di finale.

SE NADAL ARRIVA IN FINALE SOLO IL RUSSO LO POTRÀ FERMARE

Rafa è forse l’uomo più atteso a Flushing Meadows: a Cincinnati ha steccato contro Coric, benché sia stato l’unico a portargli via un set (era difficile pronosticare il croato vincitore del torneo…), ma per l’ultimo slam della stagione ha fatto sapere di sentirsi carico e pronto alla battaglia. Dopotutto nel 2022 nelle partite negli slam è imbattuto, dal momento che la semifinale di Wimbledon contro Kyrgios non l’ha giocata per via dell’infortunio all’addome (bilancio stagionale: 19 vittorie).

Dovesse vincere il torneo allungherebbe a 23 titoli slam complessivi in carriera (+2 su Djokovic) e si riprenderebbe il trono ATP, che l’ultima volta l’ha ospitato il 2 febbraio 2020. Anche una sconfitta in finale, a meno che non sia contro Medvedev, gli garantirebbe il ritorno in vetta.

Potrebbe inoltre permettersi di perdere in semifinale qualora il torneo lo vincesse un giocatore al di sotto della posizione numero 7 al mondo (quindi nessuno degli altri 4 pretendenti alla numero uno), o addirittura ai quarti se Medvedev e Tsitsipas mancassero l’accesso alla finale e Alcaraz e Ruud non dovessero conquistare il titolo. Calcoli un po’ farraginosi, ma per molti il 12 settembre sarà di nuovo Rafa a guidare il ranking ATP, forse memori delle imprese stagionali ottenute a Melbourne e Parigi.

ALCARAZ, TSITSIPAS E RUUD SONO NELLA MAN DI RAFA

La Spagna ha pure un’altra cartuccia da giocare: Carlos Alcaraz un anno fa non poteva minimamente immaginare di ritrovarsi tanto in alto, ma adesso che è in ballo non vuol rinunciare a ballare. Per salire in cima alla classifica mondiale non avrà molte soluzioni: dovrà cercare di vincere il torneo, ma sperare che l’avversario in finale non sia Nadal. Oppure perdere la finale, ma con un avversario che non sia Medvedev, Tsitsipas o Ruud e sperare a sua volta che Nadal non vada oltre i quarti di finale. Alcaraz ha il tempo dalla sua (ha 19 anni) e magari in autunno avrà pure molte opportunità per riuscire ad acciuffare la numero uno, ma forse a NY è troppo presto per tentare la spallata.

Un proposito paradossalmente più complicato da esaudire per Stefanos Tsitsipas, che parte nelle stesse condizioni del giovane murciano: se Nadal arriverà in semifinale, anche per lui l’unica opzione sarebbe quella di vincere il torneo, sperando che nel frattempo la corsa di Rafa si fermi alle porte della finale. Nondimeno, anche Casper Ruud deve fare i conti con la necessità di vedere che la corsa di Nadal si fermi prima della semifinale: valgono gli stessi calcoli fatti per Alcaraz e Tsitsipas, obbligati a vincere ma senza incontrare il maiorchino sulla loro strada. Di sicuro c’è che 5 pretendenti tutti in una volta il computer ATP non li contemplava da una vita: per il tennis è un momento elettrizzante, che segna forse per davvero l’inizio di una nuova era.

(Credits: Getty Images)

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