SPA-FRANCORCHAMPS: L'UNIVERSITÀ DELLA FORMULA 1

Submitted by federico.tireni on Fri, 08/26/2022 - 14:10
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Redazione
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Mandata in archivio la pausa estiva, i motori della F1 sono pronti per essere riaccesi nella pista che viene unanimemente considerata la più bella del calendario: Spa-Francorchamps.

 

Il Gran Premio del Belgio ha, inoltre, una storia dall’antico sapore; la prima edizione, vinta da Fangio, si svolse sul vecchio tracciato, lungo circa 14km, che si articolava come l’unione di diversi tratti stradali che collegavano le località di Francochamps, Malmedy e Stavelot. L’estrema pericolosità della pista, costellata da punti velocissimi e condizioni di sicurezza molto scarse, portò via via i piloti, sostenuti anche dal crescere delle prestazioni delle autovetture, a ritenere il circuito inadatto per ospitare un Gran Premio di F1. La pericolosità di Spa venne poi tragicamente resa manifesta in uno dei weekend più bui della F1, ovvero l’edizione del 1960 che costò la vita a Chris Bristow e Alan Stacey. Drammatici eventi come questo portarono, nel 1969, i piloti a boicottare l’evento scegliendo di non schierarsi in griglia di partenza. A partire dal 1971 le autorità belghe e il circus della F1 decisero quindi di spostare l’appuntamento presso il circuito il Zolder, ma anch’esso, come risaputo, conservò un destino luttuoso per il mondo dei motori, strappando alla terra il talento e l’autenticità di Gilles Villeneuve. Nel 1985, dunque, dopo un grande lavoro di rifacimento, la F1 tornò a fare tappa nel nuovo circuito di Spa, largamente rivisitato ma rimasto invariato sino ad oggi, con i suoi 7 km che gli valgono il titolo di pista più lunga del campionato.

 

Arrivando al presente, cerchiamo di analizzare quello che potrebbe essere l’andamento di questo fine settimana ormai alle porte. Il favorito per la gara di domenica non può che essere l’ormai imperturbabile Max Verstappen. L’olandese arriva infatti in Belgio dopo la perentoria e feroce vittoria ungherese quando, partendo dalla decima piazza, è riuscito a recuperare sino al primo posto, in una rimonta che annovera anche un testacoda a circa metà gara. La solidità del muretto Red Bull e lo stato di grazia del Campione del Mondo in carica sembrano aver dato forma ad una corazzata pronta per affrontare e massimizzare il profitto di qualsivoglia tipo di contingenza, anche quelle sfavorevoli. Esattamente l’opposto di quello che succede in casa Ferrari, dove la confusione al muretto regna sovrana e gli ingenui boicottaggi a danno di Leclerc (Montecarlo, Canada, Silverstone, Hongaroring) sono ormai diventati la sola costante della stagione della scuderia di Maranello, che ora si trova a ben 80 punti dalla Red Bull di Max. Ad ogni modo, a tenere viva la speranza dei tifosi del Cavallino, ci sono una vettura si fragile ma riuscitissima nella sua velocità insieme allo straordinario talento di Charles Leclerc. Il monegasco ha qui trionfato nel 2019, in quel tragico weekend che costò la vita ad Anthony Hubert. Più lieve da un punto di vista emotivo, lo storico di Verstappen, che qui vinse nella farsesca edizione del 2021, quando, per causa pioggia, si disputarono soli 3 giri dietro alla Safety Car prima di sospendere la gara e assegnare punteggi dimezzati.

Sono da tenere assolutamente sotto controllo le prestazioni della Mercedes, con un Lewis Hamilton tornato in grande spolvero dopo l’avvio balbettante di stagione ed in grado di infilare 5 podi consecutivi. L’inglese è, inoltre, il pilota in griglia con più vittorie a Spa, ben 4; dietro di lui troviamo Sebastian Vettel, capace di portare a casa 3 edizioni del Gran Premio belga. Sembra tuttavia impossibile che quest’anno la sua Aston Martin possa regalargli una prestazione degna di nota.

 

Passando ad una breve analisi tecnica, possiamo affermare che nel circuito di Spa si impone come fondamentale la potenza della power unit. Basti pensare che ci sono due tratti lunghissimi da affrontare in pieno; il primo vede i piloti tenere aperto il gas per 18 secondi e il secondo per altri 22 secondi. Le monoposto, inoltre, gireranno con un carico aerodinamico medio; serve, infatti, trovare il giusto compromesso tra la velocità di punta necessaria per affrontare i rettilinei e le prestazioni in percorrenza di curva. Fondamentale sarà dunque trovare l’assetto più azzeccato per consentire di affrontare al massimo i punti più complessi e affascinanti del tracciato: uno su tutti il tratto che porta dall’Eau Rouge a Blanchimont, con la famosissima S in salita che genera una compressione impressionante e grandi carichi laterali.

 

Per concludere ricordiamo che qui il record di vittorie è detenuto dall’indimenticabile Michael Schumacher, con ben 6 vittorie. Chissà che la Rossa non riuscirà a rendergli omaggio...

 

(Credits: Getty Images)

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