FORMULA 1, GRAN PREMIO D'OLANDA: VERSTAPPEN GIOCA IN CASA

Submitted by federico.tireni on Fri, 09/02/2022 - 16:08
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Redazione
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Dopo il Gran Premio del Belgio del week-end scorso, sarà back to back per la Formula 1 che, infatti, tornerà a scaldare i motori, questa volta in Olanda. Sarà lo storico circuito di Zandvoort, a circa 25km da Amsterdam, ad ospitare la quindicesima tappa stagionale.

Il tracciato olandese è stato pressoché onnipresente, tranne rare eccezioni, negli annali della F1 dal 1952 al 1985. Un cerchio che si apre e chiude con le vittorie di due tra i nomi più evocativi della storia dell’automobilismo: Alberto Ascari e Niki Lauda. È storia antica, epica, dunque, quella innervata tra i granelli d’asfalto del circuito olandese che, tuttavia, dal 1986, a causa dell’espansione urbana ai margini dell’autodromo e di un declino dell’impianto, dovette abbandonare il palcoscenico della Formula 1. Una sospensione durata sino al 2021 quando, dopo esser stato annunciato nel 2018 il suo rientro in calendario, Zandvoort è tornato ad essere casa delle corse. 70 anni è quindi il lasso temporale che intercorre tra la prima edizione del Gran Premio d’Olanda e quella che andrà in scena domenica 4 settembre; 70 anni in cui il tracciato, per adeguarsi agli elevatissimi standard di sicurezza, ha dovuto rinunciare al proprio disegno originario, che già a partire dal 1973 venne rallentato con l’inserimento della chicane Panoramabocht e della variante Marlboro nel 1979. Ma fu nel corso degli anni ’90 che il layout subì il più profondo rifacimento, fino a raggiungere, nel 1999, una configurazione quasi coincidente con quella attuale, che ha sostanzialmente eliminato la parte Sud-Est del circuito, lasciando, invece, tutto sommato invariato il segmento nord della pista, dal rettilineo di partenza fino all’altezza della chicane Marlboro. Ed ancora, 70 anni in cui in cui ad avvicendarsi sul gradino più alto d’Olanda sono stati, complice la pausa dall’85 in poi, piloti legati all’epoca più iconica della F1; infatti il record di vittorie è detenuto tutt’ora da Jim Clark, con ben 4 successi al volante della sua Lotus, a seguire la tripletta riuscita a Jackie Stewart (’68-’69-’73) e Niki Lauda (’74-’77-’85).

 

Passando alla contemporaneità e dunque al fine settimana che ci attende, parrebbe necessaria un’apocalisse per porre fino al dominio di Max Verstappen, indiscutibile favorito per domenica e vincitore lo scorso anno. L’idolo di casa, che indubbiamente sarà supportato dalla copiosa marea orange, continua imperturbabile a guidare con apparente semplicità su ritmi altissimi, senza commettere alcuna sbavatura, in uno stato di grazia che sembra non poter essere scalfito da eventi o avversari. Ad estremizzare ed assecondare lo stato di forma del pilota olandese troviamo una monoposto impeccabile, costantemente efficace ed un team centrato al massimo, mai in balia degli accadimenti e sempre in grado di governare l’economia di gara con strategie ottimali. Ecco, dunque, che a costituire la robustezza delle prestazioni di Verstappen vi è il massimo grado di sintonia tra quelli che sono i 3 fondamentali elementi delle gare di auto: pilota-vettura-team. Una triade che, in Red Bull, quest’anno, sta mostrando di muoversi come un corpo unico, in una connessione organica che è proprio ciò che è mancato alla Scuderia di Maranello, nonostante una macchina che in alcune fasi della stagione si sia dimostrata forse addirittura superiore alla Red Bull. È grazie a ciò che l’eccezionale impresa compiuta domenica scorsa a Spa, rimontando dalla quattordicesima casella in griglia sino alla vittoria, è stata quasi ridotta - percettivamente ed emozionalmente - dalla disarmante linearità con cui il tutto è andato in scena. La forza di Verstappen, in questo momento della stagione, quando si trova a +93 punti in classifica dal primo inseguitore e con 9 trionfi all’attivo, oltre ad una guida straordinaria, risiede anche nella capacità di annichilire le speranze degli avversari (come accaduto appunto a Spa).

Ci ha provato Charles Leclerc con le sue tre vittorie stagionali, prima di venire (crediamo inconsapevolmente) boicottato dal proprio stesso muretto, a turbare il geometrico panorama Red Bull. E sicuramente, data la competitività della monoposto e le superbe qualità del monegasco, a Maranello c’è molto da riflettere su un Mondiale che avrebbe potuto essere direzionato diversamente se dai box ci fosse stata una miglior attitudine a comprendere le dinamiche di gara e la gestione dei piloti. Ad ogni modo, Charles si presenta anche qui in Olanda come l’unico candidato a poter quanto meno rallentare la cavalcata di Verstappen. Il monegasco nel 2021 è riuscito a piazzarsi al quinto posto a Zandvoort, in una condizione di netto ritardo tecnico per la sua Ferrari. Per tentare di impensierire Verstappen sarà, però, fondamentale riuscire a mettergli le ruote davanti in qualifica, data l’endemica difficoltà del circuito olandese di riuscire a generare occasioni di sorpasso. Tuttavia, a spaventare Leclerc non è certo la qualità del giro secco (le 16 pole pole position raggiunte in carriera parlano per lui); a turbare, invece, il Cavallino potrebbe essere, invece, la netta superiorità tecnica mostrata da Red Bull nel corso del week-end belga, quando è ufficialmente entrata in vigore la discussa direttiva TD39, arditamente richiesta da Mercedes per arginare l’effetto porpoising (e non solo...). La RB18 pare infatti aver compiuto un netto passo avanti rispetto a tutta la concorrenza con l’introduzione di tale direttiva, mentre invece, fino ad ora, la F1-75 sembra averne fatto le spese maggiori, perdendo terreno anche nei confronti della Mercedes. Si tratterà dunque di comprendere se l’aprirsi di questo gap, finora inedito nel 2022, tra prestazioni Red Bull e Ferrari sia qualcosa di limitato al solo Gran Premio belga o se la TD39 influenzerà strutturalmente le performance della Rossa da qui a fine stagione.

Passando alla già citata Mercedes, sarà invece interessante scoprire se questa tanto attesa ed agognata modifica comporterà o meno i vantaggi che ci si sarebbe attesi. Stando a quanto successo a Spa gli scudieri delle frecce d’argento hanno sicuramente ridotto le distanze da Ferrari, ma pare essersi ampliato ancora di più il gap nei confronti dall’imprendibile Red Bull. Ad ogni modo, nonostante l’ottimo quarto posto di Russell, vi è un punto interrogativo sulla potenziale prestazione di Lewis Hamilton, rimasto coinvolto in uno scontro con la Alpine di Alonso nelle prime battute di gara. Vi sono, inoltre, dubbi sulla Power Unit dell’inglese coinvolta nell’incidente. Hamilton infatti potrebbe correre il rischio di dover scattare dal fondo della griglia a causa della sostituzione del propulsore. In tal caso, sarebbe molto complesso per il sette volte Campione del Mondo, in grandissima ripresa nell’ultima fase di campionato (5 podi consecutivi prima del Belgio), ricentrare il secondo posto della scorsa stagione, quando a chiudere il podio fu l’ex compagno di squadra Valtteri Bottas. Tuttavia, per il team di Brackley Zandvoort rappresenterà un importante banco prova per riconfrontarsi con la concorrenza post avvento TD39.

 

Infine, ricordiamo che quest’anno la direzione gara ha deciso di aprire, come lo scorso anno, due zone DRS, la seconda delle quali sarà, però, anticipata prima dell’ultima curva sopraelevata (con un banking di circa 18 gradi), così da consentire di guadagnare maggior velocità in prossimità del rettilineo ed agevolare l’azione di sorpasso alla prima staccata.

 

(Credits: Getty Images)

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