VOLLEY, MONDIALI: ITALIA-CUBA VALE UN POSTO NEI QUARTI

Submitted by Anonymous on Sat, 09/03/2022 - 14:05
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Redazione
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Rio de Janeiro, 28 ottobre 1990. È una data simbolo per il volley italiano, o forse sarebbe meglio dire per lo sport italiano: quel giorno la nazionale guidata da Julio Velasco conquista il primo titolo mondiale della sua storia, battendo in una finale accesa e vibrante come poche i fortissimi cubani, guidati dal “Diablo” Joel Despaigne. Fu l’inizio di un ciclo irripetibile, che peraltro ebbe proprio nei tre trionfi mondiali del 1990, 1994 e 1998 il suo culmine.

Trentadue anni dopo, da tutt’altra parte del mondo e con in mezzo storie diametralmente opposte, Italia e Cuba si ritrovano l’una dalla parte opposta della rete. La posta in palio non è alta come nel giorno del "Maracanazinho", quando la torcida brasiliana decise di tifare per la nazionale caraibica sperando che vendicasse la Seleçao sconfitta proprio dagli azzurri in semifinale: stavolta ci si gioca l’accesso ai quarti di finale, ma per quello che deve raccontare questo mondiale è comunque un traguardo di tutto rispetto. Anche perché l’Italia ammirata nella prima fase ha tutto per poter ambire legittimamente a un podio che le sfugge sistematicamente da 5 edizioni della massima rassegna internazionale.

Eppure, nonostante il campo abbia detto che Giannelli e compagni siano stati effettivamente i migliori della prima fase, dovranno scornarsi contro un avversario tutt’altro che morbido, che ha avuto la sola sfortuna di essere capitato in un girone per nulla semplice con Brasile e Giappone ed essere finito alle loro spalle.

CUBA FA DELLA FISICITÀ LA SUA DOTE MIGLIORE

Le polemiche sulla “meritocrazia” che non c’è nella griglia degli ottavi di finale lasciano ormai il tempo che trovano: questo è quel che passa il convento e questo è il cammino che attende l’Italia, con Fefè De Giorgi che conosce vita, morte e miracoli di buona parte dei cubani. Intanto di Robertlandy Simon, giocatore che ha vinto l’ultimo scudetto con la maglia della Lube Civitanova, e che Fefè ha allenato in passato.

Ma sarebbe sciocco fermarsi a temere soltanto Simon: lo schiacciatore Herrera Yant è un’altra brutta gatta da pelare per le difese avversarie, così come Jesus Herrera che è fresco di rima con la Sir Safety Perugia. Coma mai Cuba sia finita 14esima nella griglia delle 16 squadre qualificate agli ottavi rimane un mezzo mistero, ma di sicuro il valore della formazione allenata da Vives è ben superiore. Una squadra dotata di mezzi fisici importanti e senza nulla da perdere, né da temere: per l’Italia questa sarà davvero una prova del fuoco, tenuto conto che il valore delle rivali affrontate nella prima fase (Canada, Turchia e Cina) non si avvicina minimamente a quello dei cubani.

AZZURRI D’ASSALTO: MICHIELETTO GUIDA LA RISCOSSA

Se ci fossero stati anche Leon e Leal, due giocatori nati e cresciuti a Cuba ma che strada facendo hanno deciso di accettare la corte di altre nazionali (Leon con la Polonia, Leal con il Brasile), quella caraibica sarebbe stata potenzialmente una squadra da podio. L’Italia di oggi è invece bella e giovane, a tratti sfrontata, altri momenti un po’ ingenua e troppo giocherellona.

De Giorgi ha messo tutti in guardia: le prime tre gare sono servite per lavorare su alcuni meccanismi a livello tattico, oltre che caratteriale (l’infinito terzo set disputato contro il Canada è stata la conferma che quando c’è stato da lottare punto a punto gli azzurri hanno risposto presente), adesso il tempo degli esperimenti è logicamente terminato. Si può pensare di essere favoriti, ma servirà comunque una prova impeccabile sotto ogni punto di vista. E il fatto di giocare a tre soli giorni di distanza dalla sfida con la Cina può in qualche modo aver aiutato tutti a tenere alta la concentrazione e l’attenzione.

L’Italia che sfiderà Cuba (diretta Rai Due dalle 21,15) non disterà una virgola da quella ammirata nelle prime uscite del mondiale e dovrà prestare molta attenzione alla battuta, sia quando attaccherà (è forse il modo migliore per mettere in crisi la ricezione cubana), sia quando dovrà difendere, proprio perché Cuba sa far male spesso e volentieri al servizio. Serviranno pazienza e grande attenzione: fin qui chi è andato piano è stato Alessandro Michieletto, che da adesso in poi diventerà un’arma fondamentale per trascinare i compagni verso quel podio mondiale che manca da 24 anni. Ci vuole un cambio di passo: il momento è adesso.

 

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