US OPEN, BERRETTINI-RUUD: MATTEO VUOL TORNARE IN SEMIFINALE

Submitted by federico.tireni on Tue, 09/06/2022 - 13:26
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Redazione
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Eccolo servito, il momento della rivincita. Che per Matteo Berrettini arriva appena una quarantina di giorni dopo l’atto finale di Gstaad, quello che avrebbe dovuto mettergli tra le mani il terzo trionfo della sua estate (bella e anche maledetta, pensando al Covid che gli ha impedito di disputare Wimbledon), quello che Casper Ruud gli ha impedito di far suo, perché in fondo sul rosso il norvegese sapeva di avere qualcosa in più e il pronostico alla fine l’ha rispettato.

Ma nella serata italiana (dalle 18,30 in poi) a Flushing Meadows, quando farà caldo e sarà umido come ogni mezzogiorno che si rispetti, Berrettini andrà a caccia di una rivincita che a quel punto profumerà di semifinale. È quello il grande bersaglio al quale il tennista romano ha deciso di puntare: tornare tra i primi quattro a New York, come già fatto nel 2019, e fare i conti col destino che gli ha negato la possibilità di competere fino in fondo a Wimbledon, dove probabilmente se la sarebbe giocata con Djokovic (o magari Kyrgios) visto il gran momento di forma che lo contraddistingueva. A NY Matteo ha fatto un po’ più fatica, ma è dove voleva essere. E contro Ruud parte favorito, perché il norvegese sarà forte quanto uno vuole, ma sul cemento non può pensare di esserlo tanto quanto Berrettini.

RUUD SOGNA IL TITOLO MA ANCHE LA VETTA DEL RANKING

Che quando arriva il momento di mostrare i muscoli, puntualmente non si tira indietro. La vittoria (sofferta) contro Davidovich Fokina gli ha spalancato le porte del sesto quarto di finale in un torneo dello slam, che sarebbe però anche il quinto consecutivo (ha saltato Roland Garros e Wimbledon: chissà se adesso staremmo parlando di 7…) considerando l’ultimo anno e mezzo.

In Italia solo Nicola Pietrangeli con 10 quarti di finale raggiunti in un’intera carriera ha saputo far meglio, mentre Adriano Panatta è già stato eguagliato a quota 6. Basterebbe questo per far capire al mondo intero che razza di giocatore sia diventato Matteo, quanto sia continuo negli appuntamenti che contano e quanto ormai sia una certezza ai piani alti del tennis mondiale. Contro Ruud sa bene che le insidie non mancheranno: non ha mancato di rimarcare il fatto che il norvegese sa come difendersi bene sul cemento, benché nel suo cammino newyorchese non è che ci siano stati ostacoli così insormontabili (il più temibile, Tommy Paul, era numero 29 del seeding).

Ma a spronare Casper verso l’impresa c’è un motivo ulteriore che potrebbe sfuggire al controllo del rivale: avanzando fino alla finale di domenica, Ruud potrebbe ambire legittimamente a scalare la vetta del ranking ATP, primo norvegese nella storia ad arpionare la numero uno, nonché primo scandinavo dai tempi di Stefan Edberg (e sono passati 30 anni esatti). E se Alcaraz dovesse uscire contro Sinner o in semifinale contro il vincitore della sfida tra Rublev e Tiafoe, allora potrebbe persino accontentarsi di far vincere un rivale che non fosse lo spagnolo, e comunque sarebbe sul trono.

BERRETTINI FAVORITO: SUO L’UNICO PRECEDENTE SUL CEMENTO

L’ultimo precedente, quello vinto da Casper a Gstaad al terzo set, ha sbilanciato a favore dello scandinavo anche il computo degli scontri diretti in carriera, che lo vede avanti per tre vittorie a due. Nei tornei dello slam però il bilancio è in perfetta parità: Ruud vinse il primo sulla terra del Roland Garros nel 2019, Berrettini si rifece con gli interesse a Flushing Meadows nel 2020, entrambi match chiusi in tre set dal vincitore.

Poi c’è stata la vittoria del norvegese a Roma nell’autunno del 2020, quindi la risposta di Matteo a Madrid nel 2021. Nell’unico incontro disputato sul veloce, insomma, Berrettini non lasciò scampo a Ruud, che pure da allora è migliorato tanto anche su una superficie che non dovrebbe essergli così tanto congeniale.

E il canovaccio tattico della partita è facilmente prevedibile: l’italiano cercherà di passare soprattutto col servizio, Ruud dovrà rispondere col dritto andando a insistere sul rovescio dell’avversario, che rimane un po’ il punto debole di Matteo, come mirabilmente mostrato al mondo da Davidovich Fokina.

La differenza poi la faranno le gambe e la testa: la battaglia contro lo spagnolo potrebbe farsi sentire nel fisico di Berrettini, che avendo giocato poco in questa estate e spesso a singhiozzo potrebbe accusare un po’ di più la fatica della distanza lunga dei cinque set. Sulla carta però il favorito rimane lui: tornare in semifinale, guadagnare punti pesanti in chiave Race to Turin e mettere uno tra Kyrgios e Khachanov nel mirino sono gli unici suoi pensieri in testa. E di solito in casi come questi il Berre non è il tipo da sbagliare.

 

(Credits: Getty Images)

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