MONZA: STROPPA A RISCHIO, IL RITORNO DEL BERLUSCONI ALLENATORE

Submitted by federico.tireni on Mon, 09/12/2022 - 13:23
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Redazione
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Il lupo perde il pelo ma non il vizio recita un famoso proverbio che sembra calzare a pennello al presidente del Monza Silvio Berlusconi. In un'intervista rilasciata a Rtl 102.5 questa mattina dopo il primo punto conquistato in Serie A dai brianzoli durante la trasferta di Lecce, il numero uno dei biancorossi ha voluto mandare un messaggio al proprio allenatore, Stroppa, con lo stesso stile con cui bacchettava gli altri tecnici duranti i trascorsi al Milan.

"Il Monza deve cambiare il modo di stare in campo. I giocatori sono bravi, a livello di Serie A. Credo che adesso me ne dovrò interessare ancora io, come ho fatto all'inizio dei campionati di serie B e C quando ho dato un'impostazione corretta alla squadra. Vedremo se riusciremo a far ben figurare il Monza in Serie A, come credo si possa riuscire a fare". 

Non proprio parole bellissime da ascoltare per Stroppa. L'allenatore della promozione in Serie A però, si può consolare visti i nomi degli illustri colleghi che lo hanno preceduto quando Silvio era in quel di Milanello. Tutti si ricorderanno le frecciatine tattiche lanciate ai suoi allenatori quando era patron del Milan: in trent'anni non se ne salvò uno. Da Liedholm ad Ancelotti, passando per Sacchi. Tutti hanno preso dritte tattiche dal buon Silvio. Le due punte erano intoccabili negli anni 80, quando riprese Liedholm colpevole di aver schierato il solo Virdis davanti lasciando Galderisi in panchina («Questo è un Milan con un gioco non funzionale al gol. Vinceremo poco», chiosò al termine di una partita contro il Barcellona), e pure negli anni 2000 con Carletto Ancelotti in panchina. L'attuale allenatore del Real Madrid prediligeva il cosiddetto "albero di Natale", ovvero il modulo con la difesa a quattro, tre centrocampisti, due trequartisti e una punta sola. Se la difesa a quattro, altro dogma del Berlusconi-pensiero, era rispettata, un solo attaccante era troppo poco, e non rispettava l'identità del Milan. Due punte e un trequartista, con la difesa a quattro ovviamente; e il modulo era presto che fatto, quel 4-3-1-2 che entrò nel cuore di Silvio come il 4-3-3 in quello di Zeman. 
Intanto la pressione su Stroppa si fa sempre più intensa.

 

(Credits: Getty Images)

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