VERSO LE NITTO ATP FINALS: SINNER E BERRETTINI, LA STRADA È IN SALITA

Submitted by Anonymous on Thu, 09/15/2022 - 14:10
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Redazione
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La Davis Cup si prende giustamente la ribalta in questo scorcio di metà settembre, con l’Italia di Filippo Volandri lanciatissima verso la conquista di un posto nella final eight di Malaga. Ma la mente di molti appassionati del bel Paese è rivolta a quel che accadrà tra due mesi esatti di nuovo in Italia, al Pala Alpitour di Torino, teatro delle Nitto ATP Finals più incerte ed equilibrate che la storia recente del gioco ricordi.

Perché di slot ancora disponibili non è che ce ne sono a iosa, considerando che il rischio concreto di qualche defezione possa nuovamente terrorizzare gli organizzatori come sovente è capitato negli ultimi anni. A conti fatti i primi 6/7 nomi sarebbero già pronti per essere inseriti nel manifesto della manifestazione torinese, ma per averne certezza bisognerà attendere almeno un mese abbondante. Perché il mondo ATP è in continua evoluzione, e pertanto non si può dare mai niente per scontato.

DJOKOVIC SI GIOCA IL JOLLY WIMBLEDON

Ad esempio, non si può dare per fatta la presenza di uno che al torneo dei maestri di fine stagione ha fatto l’abitudine da una vita: il 2022 di Novak Djokovic è stato un condensato di eventi non sempre piacevoli, quasi tutti per questioni che col tennis nulla hanno a che spartire, ma tali da metterne a repentaglio la rincorsa verso le Nitto ATP Finals.

L’assenza dai principali tornei al di fuori dei confini europei (e Wimbledon, sfortuna sua, non ha assegnato punti) hanno finito per relegarlo indietro nella classifica dell’anno solare, ma la vittoria del Championship gli consentirà ora di poter accedere tra gli 8 finalisti se saprà confermarsi dentro i primi 20 tennisti del 2022: oggi Nole è 15esimo con 360 punti di vantaggio su Alex de Minaur, posizionato alla 21.

Per sperare di vedere Djokovic a Torino bisognerà vedere come andranno i tornei nelle prossime 5/6 settimane, a cominciare da quello di Tel Aviv (250) che scatterà l’ultima settimana di settembre e dove il serbo ha annunciato la sua presenza. Molti dei giochi si faranno a Parigy-Bercy, ultimo Masters 1000 della stagione, in programma dal 31 ottobre, ma Djokovic potrà attingere anche ai 500 di Tokyo, Basilea o Vienna, e dai 250 di Firenze e Napoli (novità del calendario 2022) che potrebbero fare al caso suo.

LA SPAGNA S’È PORTATA AVANTI COL LAVORO

Chi ha già un posto assicurato al Pala Alpitour è Carlos Alcaraz, primo nella Race to Turin (la classifica da gennaio in poi) davanti a Rafael Nadal, a sua volta già qualificato. Ma Rafa con le ATP Finals non ha mai avuto un buon rapporto, unico torneo tra quelli più importanti al mondo che non è mai riuscito a vincere (due volte finalista, sempre battuto), forse anche perché mai disputato da decenni sulla terra.

Casper Ruud e Stefanos Tsitsipas attendono solo l’ufficialità della qualificazione, così come Daniil Medvedev può dormire sonni tranquilli. Andrey Rublev e Felix Auger-Aliassime a loro volta hanno un piede a Torino: il russo, già sopra quota 3.000 punti stagionali, viaggia verso il periodo dell’anno a lui più congeniale, quello del cemento indoor, mentre il canadese ha fatto progressi tangibili in questa annata e a sua volta sente di avere il vento dalla sua. Se Djokovic andrà a occupare l’ultima slot per i meriti acquisiti grazie al trionfo di Wimbledon, ecco allora che il quadro potrebbe essere completo.

Ma Alexander Zverev, Hubert Hurkacz, Taylor Fritz, Cameron Norrie, Pablo Carreno Busta, Jannik Sinner e Matteo Berrettini potrebbero (vorrebbero) anche non essere d’accordo: in meno di 500 punti ATP sono in 7 a giocarsi una slot, mirando tutti al posto attualmente occupato da Zverev, che pure ha rimandato ulteriormente il proprio ritorno in campo dopo l’infortunio patito al Roland Garros, destinato dunque a prendere in seria considerazione l’idea di rinunciare alla propria partecipazione (nemmeno come riserva).

I PERICOLI PER GLI ITALIANI? AUGER-ALIASSIME, HURKACZ E NORRIE

Il quadro è dunque assai fluido e si presta a tante combinazioni. Fritz e Norrie hanno fatti passi in avanti importanti nel mese americano, ma dovranno confermarsi sul cemento indoor, che sembra strizzare di più l’occhio al britannico. E se il veloce al chiuso per Carreno Busta potrebbe rivelarsi superficie un po’ indigesta, non altrettanto dicasi per Jannik Sinner, sul quale sono riposte le maggiori aspirazioni degli organizzatori nel vedere un italiano al via: l’altoatesino in autunno di solito mostra sempre i colpi migliori del proprio repertorio, atteso dalla trasferta asiatica di Seoul e Tokyo (dove dovrà confermare la propria presenza), quindi dal torneo di Firenze (dove partirà tra i favoriti) prima di ripresentarsi a Sofia, Anversa (da campione in carica) e a Vienna, anticamera di Parigi-Bercy.

Berrettini dalla sua avrà qualche cartuccia da sparare, ma la sensazione è che dopo i tanti problemi fisici vissuti nell’ultimo anno non vorrà forzare troppo la mano, cercando di rimettersi bene a posto fisicamente per poi puntare a riprendere subito di slancio a gennaio in Australia. Chiaro però che i due azzurri dovranno anche sperare in qualche forfait eccellente: a Nadal a ottobre nascerà il primogenito, e magari si sentirà sazio di starsene in campo almeno fino a dicembre. Detto poi di Zverev, altre incognite potrebbero essere dietro l’angolo per tutti. Un italiano a Torino sarebbe tanta roba, anche come riserva come lo fu per Sinner lo scorso anno (e subentrò proprio a Berrettini), ma la corsa quest’anno appare affollata come non mai, tutta all’insegna dell’equilibrio.

 

(Credits: Getty Images)

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