MANCINI GUARDA AL FUTURO: A COVERCIANO NASCE L'ITALIA DEL DOMANI

Submitted by Anonymous on Mon, 09/19/2022 - 14:55
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Redazione
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Riecco la nazionale, col suo carico di dubbi, problemi e insinuazioni e quel maledetto tarlo di non poter disputare per la seconda volta un mondiale che tanto farà dannare (ma tra due mesi) appassionati e tifosi. Della finestra per gli impegni di Nations League forse stavolta nessuno sentiva il bisogno, ma Roberto Mancini sa che questi giorni di ritiro a Coverciano serviranno eccome per allestire la rosa che dal prossimo marzo dovrà andare a caccia di una nuova credibilità in ambito continentale, e non solo.

Il futuro comincia adesso, o meglio, è già cominciato a giugno quando il CT cominciò a rimescolare le carte, chiamando uno stuolo di ragazzi per le prime 4 gare del girone che vede gli Azzurri essere scesi al terzo posto dopo la rovinosa caduta in Germania che ha chiuso il ciclo di appuntamenti di fine stagione. Contro l’Inghilterra venerdì a San Siro basterà probabilmente un pari per blindare la permanenza nella fascia A della competizione, ma il Mancio ha fatto capire di volere di più, cioè di ambire a due vittorie contro gli inglesi e l’Ungheria per provare a qualificarsi alla fase finale e per mandare segnali al resto del mondo. O forse, prima ancora a se stessi.

IL MOTIVO DELLE ESCLUSIONI PIÙ “RUMOROSE”

Le convocazioni per i due impegni hanno suscitato più di una polemica, ma Mancini sapeva quello a cui sarebbe andato incontro. E una volta spiegato che Spinazzola ha chiesto di non essere convocato per poter sfruttare al meglio la sosta e tornare a pieno regime (lui del ciclo 2023-2024 farà parte senza se e senza ma), e aggiunto che altri giocatori destinati a restare nel giro della nazionale li ha risparmiati proprio in funzione di nuovi esperimenti (vedi Zaniolo, Mancini, Zaccagni e Calabria, oltre agli infortunati Verratti e Locatelli), ha spiegato che nella sua testa c’è spazio solo per capire chi potrà dare un contributo fattivo alla causa.

Logico però che queste due mesi, e in particolar modo la finestra alle porte, saranno all’insegna dei rimpianti: non essere in Qatar è un colpo che si fatica a digerire anche a distanza ormai di 6 mesi dalla notte infausta di Palermo, trattasi di una ferita che non si rimarginerà tanto in fretta. Ma c’è una maglia da onorare e un obiettivo che, seppur minimo, dovrà in qualche modo essere considerato importante sopra ogni ragionevole dubbio. Perché la Nations League oggi è quanto di meglio a cui l’Italia può ambire.

MODULO IN ITINERE, POCHE LE CERTEZZE, TANTA LA CURIOSITÀ

Potrebbe cambiare modulo, il Mancio, virando su quel 3-5-2 che in Italia sta lentamente tornando ad essere più di un semplice modulo di riferimento. Per i giocatori che ha chiamato con sé a Coverciano, forse nessuna disposizione tattica sembrerebbe addirsi meglio alle caratteristiche degli interpreti: l’Italia di Mancini ha costruito le sue fortune sul 4-3-3, ma c’è tempo anche per cambiare orizzonte e magari qualcosa da qui alla settimana prossima accadrà.

Intanto dovrà ripartire dalle (poche) certezze: Donnarumma tra i pali non si tocca, anche se Meret ha ribadito al mondo intero di poter essere considerato qualcosa in più di un vice. In difesa c’è Bonucci, che spera di dimenticare i guai juventini ritrovando il feeling con la maglia azzurra, e con lui Bastoni che pare essere la colonna sulla quale costruire la retroguardia del futuro, più Di Lorenzo ed Emerson che al West Ham pare aver ritrovato almeno un po’ di continuità.

In mezzo al campo, oltre a Barella e al redivivo Jorginho (e al fidato Cristante), Tonali e Pellegrini (se utilizzato da mezzala e non da esterno d’attacco) dovranno cominciare a farsi carico di responsabilità importanti, mentre in avanti la scelta è decisamente più limitata, con Scamacca e Immobile a contendersi il ruolo di prima punta e tante alternative a cui attingere per le corsie laterali.

Sarà però una volta di più l’Italia dei debuttanti, o giù di lì: Gatti e Mazzocchi in difesa, Pobega e Frattesi (chiamato al posto di Verratti) in mediana, Cancellieri e Zerbin sugli esterni, con Gnonto pronto a rivelarsi una volta di più un valore aggiunto in azzurro (mentre con il Leeds attende ancora di debuttare: non gioca una gara ufficiale da un mese). L’orizzonte fino a marzo sarà cupo, anzi cupissimo, ma il Mancio sa che non c’è tempo da perdere: ha 180’ per cominciare a capire cosa ne sarà della nazionale che verrà, e forse i due impegni contro Inghilterra e Ungheria sono davvero molto più importanti di quel che qualcuno vorrebbe far credere.

 

(Credits: Getty Images)

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