NBA, I TANTI DUBBI IRRISOLTI DI CASA LAKERS

Submitted by federico.tireni on Thu, 09/22/2022 - 06:38
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Redazione
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Purché se ne parli. A Los Angeles non si fanno mai troppi scrupoli su quel che dicono sul loro conto: che sia una cosa bella o una brutta, l’importante è che faccia rumore. Ai Lakers, che vivono spesso e volentieri anche di ciò di cui ci si ciba nello showbiz, da qualche anno a questa parte ormai sono più le verità “cattive” che quelle “belle” dette sul loro conto, ma non fa poi tanta differenza. E quando tra quattro settimane sarà tempo di tornare sul parquet, in casa purple and gold nessuno vuol farsi sfuggire l’occasione di puntare dritti a quel titolo riportato a casa nel 2020 nella “bolla” di Orlando, ma sfuggito poi in maniera abbastanza netta nelle due stagioni successive.

L’ultima, poi, è stata quanto di più simile a un calvario: 11esimo posto finale a Ovest, con l’onta di non essersi qualificati neppure per il play-in, una sorta di “torneo di ripescaggio”, tanto odiato da gran parte dei giocatori (LeBron in primis) ma tanto utile per salvare la faccia (o almeno una parte) di una stagione nata male e finita peggio. A un mese dal via della stagione regolare, però, i dubbi restano all’ordine del giorno, così come le presunte magagne.

 

WESTBROOK ANCORA A ROSTER, “SOPPORTATO” DAI BIG

L’estate dei Lakers è stata quanto di più distante possa esistere dal concetto di “normalità”. Il mercato avrebbe dovuto portare in dote quelle risposte di cui il roster alle dipendenze del neo coach Darvin Ham andava in cerca, ma gli obiettivi pensati alla vigilia dell’apertura del periodo delle trade sono andati quasi tutti falliti. Intanto a LA il vero nodo al pettine è rimasto tale: Russell Westbrook è infatti rimasto a libro paga con i suoi 47 milioni di dollari, esercitati tramite player option, e sebbene nessuno avrebbe voluto più rivederlo calcare il parquet della Crypto.com Arena tutti se ne dovranno fare una ragione.

A favore di telecamere i proprietari del ruolo di Big 2 dello spogliatoio hanno fatto capire di essere contenti di averlo ancora dalla loro parte e di preparare il terreno a un’annata finalmente convincente (e vincente), ma la sensazione è che LeBron James e Anthony Davis abbiano dovuto per forza di cose fare buon viso a cattivo gioco, lasciando intende di voler credere ancora nella possibilità di vincere con Westbrook al loro fianco. Le 21 partire di regular season disputate assieme nella passata stagione hanno seminato più di un dubbio al riguardo, ma l’ingessatura del salary cap di casa Lakers non ha permesso al front office di muoversi in alcuna direzione.

 

L’AFFOLLAMENTO DI POINT GUARD E LA METAFORA… DELL’ACQUA

A generare ancora più confusione ha però contribuito la decisione di acquistare Patrick Beverley e Dennis Schroeder, praticamente due cloni nel ruolo di Westbrook. Di solito operazioni come queste sono il preludio ad addii praticamente certi, ma pensare di cedere o scambiare RW ad oggi appare impresa davvero ardua.

Più facile pensare che la decisione affondi le radici nella volontà di coach Ham di utilizzare almeno Beverley in un ruolo differente da quello di point guard, magari specializzandolo come 3&D (letteralmente: un vero e proprio esterno, difensore “forte” che sappia però anche far male dall’arco), sgravandolo di troppi compiti di gestione dei possessi offensivi. A quel punto Schroeder sarebbe il rimpiazzo naturale di Westbrook, a meno che nelle gerarchie del nuovo allenatore i due non finiscano a ruoli invertiti, con il tedesco titolare e l’ex OKC come innesto di lusso dalla panchina.

Poi però c’ha pensato Nina, la moglie di Russell, a gettare benzina sul fuoco: con un post social la compagna ha “invitato” in senso metaforico il marito a cambiare aria, accusando l'ambiente di Los Angeles di non apprezzarlo troppo come giocatore. E per farlo ha usato appunto la metafora della bottiglia d’acqua, che pur costando di più o di meno a seconda del luogo dove viene acquistata ingloba al suo interno lo stesso contenuto. A influire sul prezzo è dunque il “luogo” dove viene acquistata: dove costerà poco significa che non viene apprezzata abbastanza, e di fatto non è quello il posto giusto dove stare. Altro che acqua: benzina pura in arrivo.

 

IL NUOVO ROSTER DEI LAKERS PUÒ ESSERE DA TITOLO?

I dubbi sulla reale consistenza del roster dei californiani restano però piuttosto diffusi: LeBron ha esteso il suo contratto sino al 2024 (con opzione per la stagione successiva) e se ha preso una decisione del genere è perché evidentemente ha avuto rassicurazioni sul fatto di poter ambire a vincere qualcosa nel brevissimo periodo.Ma così come sono composti oggi, i ragazzi d Ham hanno realisticamente poche chance di poter competere fino in fondo per l’anello: a Ovest la concorrenza è sempre nutrita e in generale la fragilità delle pedine chiave del gruppo (LeBron va pur sempre per i 38 anni e Davis sistematicamente ogni anno guarda la metà delle partite da infortunato) non aiuta a pensare troppo in grande. E anche i nuovi arrivi (Beverly, Schroeder ma anche Lonnie Walker IV, Thomas Bryant e Juan Toscano Anderson) non sembrano stuzzicare troppo la fantasia degli addetti ai lavori. L’obiettivo minimo rimane la conquista dei play-off, sperando poi di farsi trovare pronti al momento giusto. E pensare poi alla free agency 2023, senza più Westbrook a libro paga e con i vari Middleton, Irving o Walker come prede da inseguire.

 

(Credits: Getty Images)

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