MOTOGP: IN GIAPPONE IL MONDIALE BALLA A 3 (O FORSE PIÚ)

Submitted by Anonymous on Fri, 09/23/2022 - 18:13
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Redazione
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Si arriva in Giappone ed il clima in MotoGP si fa rovente. Le trasferte intercontinentali, che dal 2019 erano state eliminate dal calendario causa Covid, tornano ad essere il microcosmo in cui lo scontro sportivo si addensa fino a raggiungere i massimi picchi di intensità. La classifica mondiale a 5 gare dal termine vede ancora 3 piloti raccolti in soli 17 punti: Quartararo, Bagnaia, A. Espargaro.

Il palcoscenico del round di questo weekend sarà il Twin Ring di Motegi. Il tracciato, proprietà della Honda (in crisi nera), è stato presente ininterrottamente nel calendario del Motomondiale dal 2004 fino al 2019, con una eccezionale comparsa anche nel 1999, periodo in cui a dominare la scena motoristica nipponica era, invece, la celebre Suzuka. Tuttavia, ironia della sorte, è la Yamaha ad essere indicata come favorita negli ambienti interni al circus. Il layout di Motegi, pista tecnicamente completa, si compone di 8 curve a destra e 6 a sinistra, lungo una striscia d’asfalto che al traguardo ferma il metro a 4801m. Questi quasi 5km di lingua nera di sviluppano dando una forte identità al tracciato, il quale è appunto segnato dalla presenza di 5 staccate molto importanti, alcune delle quali in discesa, che mettono a durissima prova l’impianto frenante (qui ‘spremuto’ come mai nel resto del campionato) e la capacità dell’anteriore di reggere forti carichi e trasferimenti di peso. La stabilità e l’efficacia in frenata è, infatti, una delle più importanti caratteristiche richieste sul suolo giapponese ed è in questo senso che la Yamaha, tra le mani di Quartararo, viene indicata come moto da battere. Ma ad agevolare la casa di Diapason vi è anche il tratto scorrevole che dalla curva 6 conduce alla curva 9; una sequenza di destra-sinistra da affrontare a grande velocità in cui è necessaria una moto ‘elastica’, capace di girare agevolmente da una parte all’altra nell’andare a prendere la corda. A chiudere il cerchio della compiutezza di Motegi troviamo, infine, la presenza di tornanti da 180 gradi in cui farà la differenza la moto che meglio riuscirà a curvare senza tendere ad un allargamento di traiettoria, oltre ai non lunghissimi, ma numerosi rettilinei che fanno da nastro di congiungimento tra le varie curve, specialmente nel primo e nell’ultimo settore della pista. Fattore questo che potrebbe andare a vantaggio di Ducati e Aprilia, decisamente avanti rispetto a Yamaha in termini di potenza ed erogazione di questa.

 

Ad ogni modo, le previsioni su carta spesso possono cozzare con quello che emerge dai fatti di pista e infatti notiamo uno scarto tra le previsioni dei ‘tecnici’ e quelle dei bookmakers. Tendenze che, nel primo ed unico turno di libere di questo venerdì, hanno confermato ancora una volta lo stato di salute del team Ducati, piazzando davanti a tutti Jack Miller e Pecco Bagnaia, dato come favorito per domenica. La posizione del pilota torinese, che nella parte centrale della stagione era arrivato a trovarsi a 91 punti di svantaggio da Quartararo, è radicalmente mutata dopo il Gran Premio di Aragon, dove lo 0 del francese ha permesso un significativo accorciamento della classifica. A separare i due vi sono ora, solamente, 10 lunghezze. Pecco ora, da disperato inseguitore fino a qualche gara fa, si trova ad essere, complice la superiorità della sua Ducati sulla Yamaha, il più serio candidato al titolo, con conseguente carico di responsabilità e tensioni. Nel corso della sua carriera abbiamo già visto il numero 63 non del tutto attrezzato nell’affrontare situazioni sportivamente ed emotivamente estreme come potrebbe essere quella di una resa dei conti finale per la conquista del titolo mondiale. Dalla sua troviamo, però, una indiscutibile velocità che gli ha permesso di vincere 6 gare, di cui quattro consecutive nelle ultime 5. Anche il secondo posto ottenuto ad Aragon, giunto al termine di un duello con il futuro compagno di squadra Enea Bastianini, se da un lato lascia il rammarico per i 5 punti persi, dall’altro ha evidenziato una saggezza nel calcolo dei rischi che gli ha consentito, senza esporsi su crinali eccessivamente pericolosi, di portare a casa un cospicuo bottino di punti. Per quanto riguarda, invece, lo storico di Bagnaia e Quartararo, i numeri recitano il copione di una vittoria nel 2018 in Moto2 per l’italiano ed il secondo posto in MotoGP nel 2019 del transalpino, quando invece Pecco concluse tredicesimo. Sarà molto interessante scoprire dunque se a Motegi le caratteristiche del circuito riusciranno a fungere da equilibratore rispetto ad un divario tecnico che pende nettamente a favore della casa di Borgo Panigale. Per ora il distacco incassato da Quartararo si ferma all’impercettibilità di 49 millesimi, ennesima prova dell’inesauribile classe espressa durante tutto l’anno dal Campione del Mondo in carica, capace di arginare l’inferiorità tecnica con una guida che lo ha visto costantemente alla ricerca del limite.

Altro decisivo fattore da tenere in considerazione per il weekend sarà la lotta interna agli stessi team Ducati. Il duello Bagnaia-Bastianini, che nelle ultime due gare ha visto primeggiare prima l’uno e poi l’altro per una manciata di millesimi, non è piaciuto ai vertici aziendali, i quali dovrebbero però interrogarsi su una gestione piloti che da una decina d’anni a questa parte ha creato atmosfere poco distese nei box, rivelatesi spesso controproducenti ai fini del risultato (l’esempio forse più vivido resta quello di Valencia 2018 tra Dovizioso e Jorge Lorenzo). In queste ultime gare, dunque, sarà fondamentale in casa Ducati tentare di non far esplodere un caso, con l’obiettivo di una armonizzazione tra le parti che non venga percepita dai piloti (in particolare Bastianini) come un verticistico ordine aziendale. Linguaggio, quest’ultimo, che poco si concilia con lo spirito di uomini che per vocazione scelgono di accostare esistenzialmente la propria vita al binomio di rischio e libidine.

Concluso l’argomento Ducati, è obbligatorio concentrarsi ora sulla terza forza ancora in lotta per il campionato, ovvero il pacchetto Aprilia-Aleix Espargaro. La casa di Noale ed il pilota catalano si trovano a soli 17 punti dalla vetta della classifica, un distacco che quindi ci impone di considerarli vividamente in gioco. L’Aprilia, inoltre, sembra essere seconda solamente a Ducati, ma certamente non a Yamaha. Superato il periodo di difficoltà che Espargaro ha attraversato dopo l’infortunio al tallone sinistro rimediato a Silverstone, unito al susseguirsi di tracciati poco favorevoli per la RS-GP, il binomio italo-spagnolo potrebbe seriamente puntare al grande obiettivo. Nel frattempo Aleix questa mattina ha fatto registrare un ottimo quarto tempo a soli 68 millesimi da Miller, il che ci da contezza di due elementi: 1) il feeling immediato raggiunto con la pista, 2) il passo avanti compiuto dalla casa di Noale a distanza di due anni, quando in Giappone non riuscì ad andare meglio del quindicesimo posto. Da non sottovalutare è, infine, il ruolo che potrebbe giocare la lotta interna a Ducati. Se questa dovesse infatti prendere pieghe ‘feroci’ ad avvantaggiarsi potrebbe proprio essere Espargaro, che in termini di velocità non è forse sempre al livello del pacchetto Quartararo-Yamaha, ma sicuramente dispone dei mezzi per potersi meglio difendere in pista nel caso di gare di gruppo. Situazione, invece, massimamente patita dalla M1 del Diablo, spesso impossibilitato a tener testa alla flotta Ducati, pur disponendo della velocità per farlo, a causa di un endemico surriscaldamento della ruota anteriore che, da inizio anno, attanaglia la sua moto nelle occasioni di bagarre ravvicinata.

 

Insomma, ci attende un finale di stagione emozionante e ricco di sorprese. Ricordiamo, infatti, che Bastianini stesso non è ancora aritmeticamente escluso dalla lotta mondiale e che il rientro di Marquez, già ad Aragon, è stato un determinante agente di caos. Il Giappone, poi, è anche casa della Suzuki che, come risaputo, a fine anno abbandonerà il Motomondiale; l’ottimo turno di libere disputato stamattina da Rins potrebbe accendere l’entusiasmo e spingere a salutare con onore il pubblico di casa.

 

N.B. : tenere assolutamente d’occhio il meteo, infatti il tifone Nanmadol potrebbe decidere di esser arbitro della partita.

 

(Credits: Getty Images)

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