NBA, A BROOKLYN TIRA UN’ARIA NUOVA: DURANT SUONA LA CARICA

Submitted by Anonymous on Sat, 10/01/2022 - 15:55
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Redazione
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In estate se ne sono viste di tutti i colori sulla costa atlantica, con riferimento più accurato a quel che è successo in casa Nets. Ma una volta che i riflettori dei media hanno cominciato a scemare, e che il campo ha ricominciato a parlare, ecco che a Brooklyn tutti hanno ripreso ad andare d’amore d’accordo. Fino al prossimo strappo, s’intende, ma per ora questo passa il convento: i Nets sono stati la polveriera dell’estate NBA, ora però hanno solennemente promesso di volersi lasciare tutte le ruggini alle spalle.

E di marciare spediti verso quello che era, è e rimane il grande proposito per la stagione che sta per arrivare: diventare davvero una squadra da titolo, tenere fede alla promessa fatta tre anni fa quando dalle parti del Barclays Center sbarcò Kevin Durant, l’uomo al quale più di ogni altro giocatore la piazza ha affidato le chiavi per far vivere loro un sogno. Sin qui, non soltanto per colpa di KD, ogni tipo di promessa è andata disattesa. Ma di tempo per recuperare ve n’è ancora in abbondanza. Anche perché Durant è sotto contratto fino al 2026, e con lui è rimasto Kyrie Irving. Più Ben Simmons, che sin qui non s’è mai visto, ma che ha fatto sapere di essere pronto a tornare, stavolta per davvero.

 

DOPO L’ESTATE PIÙ PAZZA ECCO LA “STRANA” RICONCILIAZIONE

Brooklyn è un mercato strano, di quelli in cui non tutti sembravano (o ancora oggi sembrano) disposti ad andare. Dalla trade sanguinosa con i Celtics del 2013, quella che portò Garnett e Pierce nella grande mela a fronte di un’ipoteca sui successivi anni di vita della franchigia (e il flop è stato forse il più clamoroso di tutti i tempi), i Nets sono diventati una sorta di squadra maledetta, o se preferite un’eterna incompiuta. Adesso però sembrerebbero aver messo davvero tutte le tessere del mosaico al loro posto, liberandosi prima di James Harden (mai davvero a suo agio) e poi aspettando quel Ben Simmons che dopo più di un anno di lontananza dal parquet ha voglia di lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare solo a giocare.

Questa è stata anche la molla che ha convinto Durant (e a ruota Irving) a recedere dal proposito estivo di abbandonare la baracca: la richiesta di cessione, avallata a inizio luglio, non ha trovato acquirenti pronti ad ascoltare le volontà sue e della franchigia, tanto che alla fine il passo indietro è stato obbligato, con annesse delucidazioni riguardo alle critiche rivolte a Sean Marks (il general manager) e soprattutto Steve Nash, il coach che l’aveva voluto a Brooklyn, ma col quale (pare) non sia mai davvero scoccata la scintilla, al di là delle frasi di circostanza. Ora però Nash e Durant dipenderanno ancor più l’uno dall’altro: la frattura estiva è stata ricomposta e nell’interesse reciproco c’è solo la necessità di fare del proprio meglio.

 

DURANT NON VUOLE PIÙ GUARDARE AL PASSATO

Durant ha chiesto rispetto per se e per i compagni a quei media che hanno chiesto (giustamente) delucidazioni su quanto successo durante i mesi estivi. Nella sua mente non c’è più spazio per certe spiegazioni: l’unica cosa che conta è il presente, e il presente racconta di una ritrovata coralità e intesa che sembra accomunare tutte le pedine chiave di casa Nets.

“Non capisco come ancora adesso si debba continuare a parlare di quanto accaduto nei mesi scorsi. Se ho detto determinate cose è perché durante la passata stagione avevo visto cose che non mi erano piaciute, tali da indurmi a chiedere di essere ceduto. Poi però, una volta capito come fare per migliorare determinate situazioni, con la dirigenza ci siamo chiariti e oggi possiamo dire di essere più forti e convinti che mai nel voler ambire all’obiettivo che ci siamo posti, cioè quello di diventare una squadra da titolo. In passato ho avanzato dubbi sul fatto che in alcuni momenti non ho visto lo sforzo e l’atteggiamento giusto da parte di alcuni compagni, ma quel che c’era da chiarire è stato chiaro. Amo questo gioco, amo questo ambiente e non vedo l’ora di cominciare a giocare. Che poi il vero problema è stato un altro, e non è difficile scovarlo: negli ultimi due anni non siamo mai stati al completo. Quando hai 50 milioni di dollari ai box c’è poco da stare a parlare: ho voglia di vedere questi Nets al completo e con continuità, e sono convinto che ci sarà da divertirsi”.

 

IRVING E SIMMONS, SUL PALCO C’È BISOGNO ANCHE DI LORO

I punti di domanda restano tanti, ma la sensazione è che davvero a Brooklyn tutti vogliano remare nella stessa direzione. Con Durant di nuovo al ponte di comando, tutti i compagni saranno pronti a seguirlo: Irving ha placato la sua voglia di trasferirsi da LeBron a Los Angeles e soprattutto, ora che può entrare in ogni palazzetto dei 50 stati federali, sente di essere tornato un giocatore a 360 gradi. Ma è soprattutto Simmons il vero ago della bilancia: assente da più di un anno dalle scene, l’ex Sixers s’è presentato in forma e voglioso come mai di dimostrare il suo valore, impressione peraltro avallata dalle prime sedute con i compagni.

Con Simmons a pieno regime è chiaro che la stagione dei Nets potrebbe trarne grande beneficio: al media day le sue parole sono state improntate all’ottimismo e alla determinazione nel voler smentire chi lo considera uno dei più grande “what if” della storia recente. L’arrivo di Royce O’Neale dai Jazz ha fatto capire che la volontà di creare una panchina importante è reale: nello starting five ci sarà posto per Joe Harris (anche lui reduce da una stagione tribolata) e per Nic Claxton, nuovo centro al posto del partente Drummond. Ma tutto dipenderà dai big 3: se l’infermeria resterà un posto sconosciuto, qualcosa di buono potrebbe scaturirne per davvero.

(Credits: Getty Images)

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