NBA, SOUTHWEST DIVISION: DONCIC DEVE GUARDARSI DA MORANT E ZION

Submitted by mattia.todisco on Sat, 10/15/2022 - 16:05
Hero image
Autore
Redazione
news date
News di tipo evento?
No

Tra una settimana la giostra NBA riaprirà i battenti: le 30 franchigie del campionato più bello del mondo inaugureranno ufficialmente la corsa che le porterà a giugno a giocasi l’anello nelle Finals tra le vincitrici dei play-off delle due Conference (Eastern e Western), peraltro a ridosso di un Draft che si preannuncia davvero scoppiettante con il francese Victor Wembanyama oggetto del desiderio di mezza lega (se volete sapere di cosa stiamo parlando andate qui). A pochi giorni dal via, un check up delle 30 formazioni in ballo è più che ragionevole, e oggi tocca a quelle che popolano la Southwest Division. Ogni giorno proveremo a scoprire una singola division e le ambizioni delle rispettive squadre, cercando di arrivare all’opening night con tutte le informazioni necessarie per sapere quello che potrà succedere da qui al prossimo giugno.

 

DALLAS MAVERICKS, L’ARMA WOOD PER DARE UNA MANO A LUKA MAGIC

Luka Doncic è certamente un top 5 della lega, forse anche qualcosina in più, e se dovesse girare a mille non avrebbe grosse difficoltà a spingere Dallas ancora una volta verso vette inesplorate. La finale di Conference dell’anno passato è stato un altro mattone nel percorso di crescita, che prosegue adesso con l’aggiunta di Christian Wood che è un elemento che ai Mavs serviva, forte sotto canestro e con tanti punti in mano.

Ha salutato Jalen Brunson, destinazione Knicks, ma Bullock, Dinwiddie e Finney-Smith sono pronti a diventare i Robin di Batman Doncic a seconda delle necessità. La profondità della panchina è un’altra variabile di cui tenere conto, e se non dovessero intralciare il passo certi brutti infortuni le prospettive resterebbero assai interessanti. Chiaro però che tutto (o quasi) passerà dalle mani di Luka Magic, potenziale favorito anche nella corsa all’MVP stagionale.

 

HOUSTON ROCKETS, GIOVANI WANNABE MA SENZA FRETTA

Giovani, e di sicuro avvenire. A Houston non hanno fretta di diventare grandi, ma sanno di aver fatto sin qui le cose giuste: se Jalen Green nella sua stagione da rookie ha alternato luci e ombre, da Jabari Smith jr. in Texas si aspettano tanto, anzi tantissimo. La perdita di Wood non è di poco conto, come quella di John Wall (che pure era separato in casa, quindi non incide per niente), ma con Kevin Porter jr. a pieno regime (e si spera con la testa a posto) le prospettive potrebbero farsi da subito intriganti.

Di sicuro a Houston non smanieranno dalla voglia di vincere: il sogno sarebbe pescare un’altra pallina buona al Draft, dopo due seconde scelte negli ultimi due anni. Dovesse arrivare uno tra Wemba ed Henderson, beh, i Rockets tornerebbero prepotentemente in rampa di lancio. Vedere per credere.

 

MEMPHIS GRIZZLIES, DIETRO MORANT C’È TANTA ROBA

Lo scorso anno hanno stupito, non tanto per la chimica di squadra, quanto per la capacità di ovviare anche a situazioni oggettivamente complicate. Senza Ja Morant, la serie contro GSW nemmeno sarebbe dovuta cominciare, invece i Grizzlies l’hanno portata fino a gara 6. Perché Jaren Jackson jr., Dillon Brooks e Desmond Bane non sono rimasti a guardare, mostrando tutto il potenziale (non più) nascosto di cui dispone la franchigia.

Morant rimane la pietra angolare: se gli infortuni gli daranno tregua, tutti, ma proprio tutti a Ovest dovranno fare i conti con lui, perché di talento ve n’è in abbondanza. Occhio poi a Brandon Clarke, nuova pepita d’oro che avrà tanto spazio fino a che Jackson jr. non tornerà abile a arruolabile. Memphis rimane una delle squadre più intriganti della lega, forse ad oggi ancora un po’ acerba per puntare al bersaglio grosso, ma scomodissima da affrontare per chiunque.

 

NEW ORLEANS PELICANS, L’ANNO DELLA VERITÀ PER ZION

Da tre anni il mondo NBA aspetta di capire il reale impatto che Zion Williamson può avere sulla lega. Questo è l’anno del non ritorno: se Zion è davvero il crack che tutti consideravano tale a partire dal 2019 dovrà dimostrarlo con i fatti, e non più solo a parole. La stagione dei Pelicans passerà tutta da qui: vero, CJ McCollum e Brandon Ingram hanno dimostrato di poter guidare egregiamente i compagni verso traguardi ambiziosi, ma la chiave di volta fa rima con Zion. Che ha giocato appena 85 gare in tre stagioni (manca dalla primavera del 2021) e non può più permettersi rallentamenti.

Chi l’ha visto allenarsi dice che è pronto e tirato a lucido come non mai, e a NOLA sperano solo che sia tutto vero. Sulla carta i Pelicans sono una squadra dal futuro assicurato, ma a patto che tutti rendano al massimo delle loro possibilità. Valanciunas è la chioccia, Alvarado il nome nuovo da appuntare.

 

SAN ANTONIO SPURS, LO SGUARDO È RIVOLTO SOLO AL FUTURO

Gregg Popovich non c’ha girato troppo attorno: per uno abituato a fare i play-off per più di due decenni, vivere questa situazione di stallo in attesa di una ricostruzione comunque prossima a manifestarsi deve essere davvero una rogna. Ha detto di non andare a scommettere su possibili vittorie degli Spurs, e questo significa che l’unico obiettivo sarà quello di giocare per far crescere il roster e sperare poi in una pallina fortunata alla lottery.

La partenza di Dejounte Murray ha lasciato un vuoto difficile da colmare, ma Keldon Johnson ha voglia di diventare l’uomo franchigia in attesa che arrivi qualcun altro a dargli man forte. Devin Vassel è un po’ l’erede designato di Murray, almeno quello attualmente a disposizione, e proverà a crescere ancora. San Antonio per ora vive di ricordi, ma in fondo la dinastia che per 15 anni ha fatto innamorare milioni di tifosi in tutto il mondo partì dallo stesso piedistallo.

 

(Credits: Getty Images)

Template News
Post
Fonte della news
SN4P
Sport di Riferimento
Basket