BENZEMA E HIGUAIN, IL 17 OTTOBRE 2022 E DUE DESTINI (NON) PARALLELI

Submitted by federico.tireni on Thu, 10/20/2022 - 09:53
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Quando erano al Real, sgomitavano pur di far vedere di essere l’uno migliore dell’altro. E alla lunga avere due galli nello stesso pollaio ha finito per generare più malumori che reali benefici: Gonzalo Higuain al Real c’era approdato prima, gennaio 2007, voluto da Fabio Capello, mentre Karim Benzema in maglia blanca c’è arrivato due anni e mezzo più tardi, dopo aver fatto proseliti e tanti gol da giovane con la maglia del Lione. Li dividevano appena 9 giorni, con l’argentino nato il 10 dicembre 1987 e il franco algerino venuto al mondo il 19 dicembre di quell’anno.

La scelta del Real di volerli far sedere accanto nel medesimo spogliatoio fatalmente cominciò a generare qualche malumore e un dualismo di non facile soluzione: Higuain nella stagione 2008-09 segnò 24 reti, ma nella sessione di mercato estiva la società madrilena pensò bene di affiancargli non soltanto Benzema, ma pure Kakà (ancora all’apice della carriera) e Xabi Alonso. E soprattutto, Cristiano Ronaldo. Stava tornando il Real del Galacticos, ma stava soprattutto cominciando una sfida interna tra bomber consumati che avrebbe finito per arrecare più danni che benefici. E la storia dirà in seguito perché.

 

DUE GALLI NEL POLLAIO: I QUATTRO ANNI ASSIEME AL REAL

Benzema al Bernabeu non si presentò come il classico intruso: nella stagione d’esordio arriverà a segnare appena 9 reti (Higuain esplose definitivamente con 29), quella successiva però prese bene le misure e si spinse a 26, beneficiando anche del fatto che l’argentino fu costretto a star fuori diverso tempo (mise comunque a segno 13 reti in 25 gare). Al resto pensava Ronaldo, ma a Madrid l’ossessione aveva un nome e un cognome (Champions League) e nessun allenatore e tantomeno fuoriclasse a libro paga riusciva a soddisfarla.

L’anno dopo l’accoppiata Benzema-Higuain diede il meglio di se stessa: 32 reti il francese, 26 l’argentino, ma l’Europa dei grandi restava tabù. E lo sarebbe rimasta anche nella stagione 2012-13, l’ultima che i due attaccanti hanno condiviso al Bernabeu, peraltro a scartamento un po’ ridotto (20 reti Benzema, 18 Higuain). Nonostante un fatturato complessivo di 163 reti in 4 anni, alla media di oltre 40 gol a stagione, nella bacheca delle merengues finirono soltanto una Liga, una Copa del Rey e una Supercopa.

E la campagna acquisti faraonica del 2009 (oltre 260 milioni di euro investiti) cominciava a rivelarsi un mezzo fallimento, con Kakà già ben indirizzato sul viale del tramonto (sarebbe tornato al Milan pochi giorni dopo) e con Xabi Alonso tormentato dagli infortuni, a sua volta vicino all’addio (sarebbe rimasto un altro anno). Faceva eccezione solo Ronaldo: lui viaggiava oltre 50 reti a stagione, ma in Europa festeggiavano gli altri.

 

HIGUAIN GRANDE IN ITALIA, BENZEMA VINCENTE MA TRISTE

L’estate 2013 rappresenta uno spartiacque: dopo 4 anni di convivenza e coesistenza non sempre facile, con l’ombra ingombrante di Ronaldo ad attirare su di sé i riflettori, il Real decide di lasciar partire Higuain, destinazione Napoli, per 40 milioni di euro (bonus inclusi). Benzema di fatto ha vinto l’eterna sfida tra numeri 9 e si appresta pertanto a diventare il nuovo faro dell’attacco madrileno.

Nonostante titoli e onori siano tutti per il portoghese, Karim rimane sempre ligio al dovere: non ama troppo stare sotto i riflettori, anzi due brutte storie legate a una notte brava con Ribery e a un ricatto a luci rosse nei confronti di Valbuena gli fanno perdere persino la nazionale. E mentre il Pipita a Napoli fa sfracelli, prendendo poi la direzione di Torino (sponda Juventus) prima di eclissarsi a partire dalla stagione 2018-19 (Milan, Chelsea, ancora Juve da panchinaro e poi l’avventura crepuscolare nella MLS a Orlando), Benzema lentamente prova a riemergere dalle fauci di una crisi d’identità e un’etichetta di personaggio “scomodo” che pure non gli impediscono di far parte del ciclo d’oro del Real, che tra il 2014 e il 2018 conquista 4 Champions League.

Curiosamente è proprio la partenza di Ronaldo, destinazione Juventus, nell’estate 2018 a rimettere Karim al centro del villaggio: a 31 anni, dopo stagioni vissute all’ombra del fuoriclasse di Madeira, Benzema diventa l’alfiere della generazione dorata del Real del secondo decennio, e smentendo più di un detrattore torna a segnare e a trascinare i compagni verso nuovi traguardi. Addirittura anche Deschamps, dopo il necessario perdono, lo riporta in nazionale giusto in tempo per Euro 2020, posticipato di un anno a causa della pandemia.

 

LA RINASCITA: ANCELOTTI, L’ORGOGLIO E LA RIVINCITA

Perché la vera svolta per Karim arriva proprio dopo la pandemia: dall’estate 2020 torna a segnare come gli riusciva 10 anni prima,  con una stagione a dir poco strepitosa da 44 reti conduce il Real all’accoppiata Liga-Champions della stagione 2021-22. Carlo Ancelotti è l’uomo che più di ogni altro gli infonde fiducia e gli riconsegna i gradi del leader, e lui a 34 anni lo ripaga a suon di gol e prestazioni di mirabile spessore.

Il Pallone d’Oro, quel premio che tante volte aveva visto alzare ai compagni di squadra Ronaldo e Modric (e lui sullo sfondo non negava mai un sorriso ai compagni, felice per loro), adesso brilla nelle sua mani. E nelle stesse ore in cui va a riceverlo, dall’altra parte dell’Oceano l’amico ed ex compagno Higuain sta piangendo, ma non per lo stesso motivo: ha appena disputato l’ultima partita della sua carriera, che da 4 anni a questa parte ha raccontato poche gioie, consegnata già alla memoria dei ricordi. Stessa età, non proprio lo stesso epilogo. Anzi, due destini non paralleli: Benzema è un vino buono che quando invecchia lo diventa di più, e questo nessuno poteva saperlo.

 

(Credits: Getty Images)

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