NBA, LAKERS GIÀ IN CRISI: WESTBROOK E PELINKA SUL BANCO DEGLI IMPUTATI

Submitted by mattia.todisco on Sat, 10/22/2022 - 12:56
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Redazione
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La preseason non aveva suggerito nulla di buono: 4 sconfitte abbastanza nette e una vittoria contro Golden State (in versione assai rimaneggiata) hanno rappresentato un biglietto da visita abbastanza indicativo su quel che avrebbe potuto raccontare l’annata dei Lakers. Che è partita male, come da copione: sconfitta all’esordio contro i Warriors (al completo), sconfitta nel debutto alla Crypto.com Arena contro i Clippers dei nuovi big 3 Leonard, Gerorge e Wall.

Ma più dei meriti altrui, sono le notevoli incongruenze nel sistema di gioco della formazione losangelina a destare preoccupazione e, se possibile, a gettare da subito nubi nerissime all’orizzonte. Con un dato eloquente balzato all’occhio dopo soli 96 minuti di stagione regolare: 19 canestri realizzati su 85 tentati dall’arco, una media inferiore al 30% che relega i Lakers dietro la lavagna già prima di cominciare a giocare. E su quella scarsa efficienza nei tiri da tre le due prime avversarie stagionali hanno costruito le loro fortune, difendendo bene nel pitturato per costringere LeBron e compagni a cercare forzatamente la soluzione dalla distanza. Risultato? Una piccola Caporetto, con un responsabile che spicca sopra ogni altro.

 

WESTBROOK E QUEI NUMERI CHE LO INCHIODANO ALLA REALTÀ

Perché tutti i mali di stagione del Lakers iniziano e finiscono alla voce Russell Westbrook. Che è rimasto controvoglia (più dei compagni che sua), consapevole di dover passare per le fauci di una critica dietro l’altra ogni volta che ci sarà da commentare qualcosa che non funziona. RW contro i Clippers ha disputato una delle peggiore partite della sua intera carriera: i due punti mandati a referto sono arrivati dalla lunetta, con un pesantissimo 0/11 dal campo, 4 assist e 5 palle recuperate. Proprio quest’ultima statistica l’ha portato a dire nel post gara di aver disputato “una partita solida”, mentre gli intervistatori quasi non sapevano se ridere o se piangere.

Emblematica però è stata una giocata effettuata sul 97-93 per i Clippers a una manciata di minuti dalla fine: un tiro wide open da tre rinunciato dopo un’esilarante esitazione, cui ha fatto seguito un isolamento sulla sinistra, un paio di finte innocue su Zubac prima di prendere un tiro impossibile e senza senso, peraltro leggermente stoppato dal centro dei Balcani, con inevitabile air ball e immediato cambio chiamato da Darvin Ham.

Westbrook in questa versione dei Lakers è chiaramente un problema: la chimica con i compagni è pressoché inesistente, le voci che da mesi si rincorrono su una sua cessione proseguiranno anche in futuro e fino a che non arriverà una trade la tensione resterà alta. La speranza dei tifosi è di cogliere al volo qualche occasione, ma bisognerà attendere almeno 3-4 mesi per vedere un giocatore di talento messo sul mercato da qualche franchigia che nel frattempo avrà cambiato obiettivi. Per cedere Westbrook (e i suoi 47 milioni di dollari di costo) i Lakers vorrebbero evitare di cedere le due prime scelte 2027 e 2029 di cui sono in possesso, ritenute strategicamente funzionali alla ricostruzione post LeBron e Davis. Ma qualche sacrificio, se vogliono tornare competitivi nell’immediato, sanno di doverlo fare.

 

IL TIRO DALL’ARCO NON FUNZIONA, E GLI AVVERSARI LO SANNO…

Se Westbrook è il capo espiatorio, Rob Pelinka è comunque il vero responsabile di questo mezzo sfacelo a livello di organizzazione e costruzione del roster. Perché i tiratori portati alla corte di LeBron non hanno stuzzicato troppo la fantasia del popolo purple and gold: Beverly, Walker, Schroeder, Toscano-Anderson e Brown viaggiano tutti intorno al 35% di media dall’arco, e chiaramente per potersi considerare pericolosi dal perimetro sarebbe servito altro. Non a caso LeBron, che cestisticamente è uno dei giocatori più intelligenti che esistono in circolazione, ha fatto notare un particolare non di secondo conto.

“Le squadre avversarie ci lasciano tirare molto da tre, e in effetti noi siamo bravi a costruirci tanti tiri buoni con spazio e in ritmo, poi però non li mettiamo dentro. Mi domando: non è che questa cosa è voluta proprio perché sanno che in realtà non siamo bravi a tirare?”.

In estate Pelinka ha pensato soprattutto a coprire i buchi difensivi che nell’ultimo anno e mezzo hanno condizionato e non poco il rendimento della squadra, ma con la grana Westbrook ancora dilagante e con il bruttissimo avvio di stagione (6 ko. in 7 gare, preseason inclusa) i problemi sono andati aumentando.

E mentre c’è già chi pensa al futuro non proprio a breve scadenza (LeBron vorrebbe con se Draymond Green, a fine corsa con i Warriors: difficile mettere su una trade, più facile arrivare a dama la prossima estate), ora l’unica cosa che interessa a Ham è cambiare in fretta marcia e provare ad andare oltre i problemi. Con Davis che pure già lamenta qualche problema fisico (è uscito anzitempo contro i Clippers dopo una brutta caduta, comunque fortuita) e LeBron che sente che i suoi anni migliori stanno per andarsene, nonostante le due doppie doppie con le quali ha inaugurato la 230esima stagione nella lega parlino di lui come una sorta di alieno.

 

(Credits: Getty Images)

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