L'Australia è stata la penultima nazionale a iscriversi al club delle 32 qualificate per il Mondiale in Qatar: l'ha fatto il 13 giugno 2022, battendo il Perù ai rigori nello spareggio intercontinentale dopo lo 0-0 al 120'. In questo modo ha strappato il pass per il torneo iridato per la quinta volta consecutiva, circostanza che può sembrare bizzarra considerando che di tutte le edizioni precedenti aveva disputato soltanto quella del 1974, ma che di sicuro non lo è ripensando all'allargamento delle partecipanti e al passaggio alla Federcalcio asiatica che le ha evitato playoff spesso impossibili. A questo Mondiale i Socceroos si presentano senza grandissime ambizioni: del resto hanno conquistato gli ottavi solo nel 2006, quando l'Italia faticò parecchio per batterla, e poi è sempre stata eliminata al primo turno. Stavolta è inserita nel girone con Francia, Danimarca e Tunisia e sarà quasi impossibile piazzarsi tra le prime due.
LA ROSA
Nell'Australia del 2006 giocavano calciatori del calibro di Mark Bresciano, Mark Viduka e soprattutto Tim Cahill, magari non fuoriclasse conclamati, ma elementi di sicuro spessore che nella rosa attuale mancano sicuramente. Se consideriamo il valore di mercato ipotizzato da Transfermarkt, i più forti sono Aaron Mooy, 32enne centrocampista del Celtic, e Mathew Ryan, portiere del Copenaghen e capitano della nazionale, entrambi valutati 5 milioni. Il numero 10 è sulle spalle di Ajdin Hrustic, sbarcato in Italia quest'estate per fare le fortune del Verona, ma nelle cinque presenze non ha mai convinto e poi si è infortunato, così non è neppure scontato che il c.t. Graham Arnold possa averlo a disposizione in Qatar. Ovviamente sarebbe un'assenza pesantissima per una squadra senza grandi talenti e che davanti, molto probabilmente, schiererà Mitchell Duke. Il 31enne ha scalato le gerarchie di recente, ha giocato titolare lo spareggio con il Perù e ha segnato alla Nuova Zelanda nell'ultima amichevole: milita nella Serie B giapponese e forse è un dato sufficiente per capire quanto possa realmente incidere. Forse potrà farlo di più Mathew Leckie, ala sinistra con un lungo passato in Bundesliga e ora al Melbourne City, o Martin Boyle, esterno destro offensivo che in Scozia sta giocando un ottimo campionato con la maglia dell'Hibernian. Ma verosimilmente, come da tradizione, l'Australia giocherà un calcio fisico, provando a chiudere gli spazi nel suo 4-5-1 che le consente di fare densità a centrocampo.
LA CURIOSITA'
Considerando che siamo italiani, il ricordo più nitido dell'Australia al Mondiale è legato al rigore di Totti allo scadere in una partita complicata dalla severa espulsione di Materazzi. Quel giorno, forse, Lippì capì davvero di poter diventare campione, mentre il c.t. dei Socceroos, Guus Hiddink, che aveva sbattuto fuori gli Azzurri nel 2002 quando era alla guida della Corea del Sud, masticò amaro anche per la generosità con cui fu assegnato quel penalty. Quella fu anche l'ultima volta che l'Australia si qualificò come membro della Federcalcio dell'Oceania, anche se già qualche mese prima, in realtà, concluse l'iter per l'affiliazione a quella asiatica. Motivo? Più di uno, forse, ma quello principale era avere maggiori possibilità di partecipare al Mondiale, considerando che all'epoca la vincente delle qualificazioni dell'Oceania doveva poi disputare uno spareggio contro una sudamericana. Il livello del calcio asiatico è superiore e più "allenante", ma non così tanto da togliere il pass mondiale all'Australia, che oltretutto si è anche laureata campione d'Asia nel 2015. Nelle ultime qualificazioni, tanto per capirci, i Socceroos hanno vinto le prime undici partite, hanno perso entrambe le volte con il Giappone e ottenuto un solo punto nel doppio confronto con l'Arabia Saudita, ma alla fine sono riusciti a spuntarla, ironia della sorte, battendo proprio una sudamericana allo spareggio, come nel 2006, quando sorpresero l'Uruguay.
(Credits: Getty Images)
