CLUB QATAR, I PROTAGONISTI DEL MONDIALE 2022: GERMANIA

Submitted by mattia.todisco on Fri, 11/04/2022 - 16:03
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Redazione
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«Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince». Un vecchio e celebre adagio di Gary Lineker spiega bene cosa significa avere a che fare con i tedeschi nelle grandi competizioni. Una squadra dallo spirito teutonico, che non molla mai e due edizioni or sono si è laureata campione in carica sotto la guida di Joachim Loew. Il calcio nazionale ha avvertito di avere un debito di riconoscenza verso il commissario tecnico, capace di far crescere e giocare al meglio una generazione di giocatori che univano tecnica e fisico come poche altre rappresentative al mondo. Quella squadra vinse 7-1 contro il Brasile in casa dei verdeoro, un disastro che per i brasiliani è secondo nella storia solo alla finale persa nel 1950 contro l'Uruguay. Per contro, i tedeschi trionfarono anche nella sfida successiva in finale contro l'Argentina grazie alla rete di Goetze ai supplementari, portando a casa il trofeo.

 

DA LOEW A FLICK, QUALE GERMANIA AL MONDIALE?

Forse per la grandezza dei risultati ottenuti, è passato un po' di tempo e qualche sconfitta di troppo prima di avviare una rivoluzione che interessasse anche il ct. Qualche giocatore dell'epoca d'oro è rimasto, quelli che già allora erano trascinatori ma ancora avevano un'età giovane o che hanno intrapreso una carriera longeva. A partire da Neuer, tuttora uno dei portieri più forti del mondo, capostipite di un blocco derivato dal Bayern Monaco di cui nella pre-lista svelata dalla Bild e consegnata all'Uefa fanno parte anche Kimmich, Goretzka, Musiala, Gnabry, Sané e Muller. Sono tutti centrocampisti, difensivi o offensivi. Manca il centravanti, che in Baviera è stato per anni Lewandowski e che oggi non c'è (a meno che non giochi il camerunese Choupo-Moting).

 

LA GERMANIA AL MONDIALE, PUNTI DEBOLI E DI FORZA

Anche alla Germania stessa sembra mancare un centravanti vero e proprio. Il "bomber" dovrebbe essere Timo Werner, tornato al Lipsia dove aveva fatto sfracelli, in seguito a un'esperienza fatta di alti e bassi al Chelsea. A Londra è rimasto Havertz, uno dei pochi cardini della squadra che giocano al di fuori della Bundesliga. Sono pochissimi gli elementi che arrivano dall'estero: solo il portiere Leno dal Fulham, i difensori Gosens (Inter, unico dalla Serie A), Ruediger (Real Madrid) e Koch (Leeds), il centrocampista Guendogan (Manchester City). Il punto di forza sarà ancora lo spirito di squadra e l'esperienza internazionale di molti giocatori. Il nucleo c'è eccome. La sorpresa è aver visto le difficoltà degli ultimi anni, considerati i nomi in rosa. Se ingrana la marcia giusta, la Germania (nel girone E con Spagna, Costa Rica e Giappone) può legittimamente recitare da protagonista.

 

(Credits: Getty Images)

 

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