Al terzo tentativo, l'obiettivo è fare centro. In due partecipazioni ai Mondiali, infatti, la Serbia non è mai riuscita a superare la fase a gironi. Nel 2014, addirittura, non superò indenne nemmeno le qualificazioni. Da quando esiste, per la scissione della Jugoslavia e poi della Serbia-Montenegro, la nazionale oggi guidata da Dragan Stojkovic (meraviglioso centrocampista negli anni '80 e '90 campione d'Europa con l'Olympique Marsiglia) non ha mai sfondato. Solo con la vecchia denominazione, in versione "unita", arrivò fino al quarto posto a Uruguay 1930 e Cile 1962, nel secondo caso sfruttando una generazione dorata che conquisterà anche due argenti europei nel 1960 e 1968 (l'anno in cui vinse l'Italia).
UNA SERBIA ITALIANA: 11 GIOCATORI DALLA SERIE A
I serbi puntano decisamente sul "blocco" italiano. Undici giocatori arrivano dalla Serie A: i due Milinkovic Savic da Torino (il portiere) e Lazio (il centrocampista), il difensore Milenkovic dalla Fiorentina, i centrocampisti Lukic (Torino), Kostic (Juventus), Ilic e Lazovic (Verona), gli attaccanti Vlahovic (Juventus), Jovic (Fiorentina), Djuricic (Sampdoria) e Radonjic (Torino). Sono quasi tutti punti di forza della squadra, che aggiunge il talento cristallino di Dusan Tadic, una semifinale di Champions nel carniere con l'Ajax, tuttora un giocatore di caratura superiore quando in giornata, nonostante le primavere siano 33.
LA SERBIA NEL GIRONE G: LA FAVORITA BRASILE E TANTO EQUILIBRIO
Outsider di un girone in cui, Brasile a parte, ha le carte in regola per giocarsela con Svizzera e Camerun, i serbi puntano su qualità tecnica e fisica di cui abbondano. Dovranno ridurre al minimo gli alti e bassi che spesso hanno caratterizzato le avventure dei balcanici nei grandi appuntamenti e mantenere la giusta concentrazione nei tre confronti del raggruppamento. Le altre due avversarie, al di là dei verdeoro, sono molto solide. Lo sa bene l'Italia che dalla Svizzera è stata eliminata nelle qualificazioni mondiali senza riuscire a battere gli elvetici nei due confronti diretti. Lo stesso vale per il Camerun dell'interista Onana (il capitano), ma anche di Anguissa e Choupo-Moting.
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