NBA – LA STORIA

Submitted by greta.torri on Fri, 09/18/2020 - 09:25
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Greta Torri
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Alla lettera è semplicemente la National Basket Association, ma sul campo, l’NBA è semplicemente il più grande spettacolo dopo il Big Bang. Non si ferma ad essere solo uno sport, c’è qualcosa che rende magico il campionato di basket più famoso del mondo.


Ma partiamo dall’inizio, ovvero dal 6 giugno 1946, a New York, quando un gruppo di imprenditori decide che è il momento di fondare una lega di basket professionistico su scala nazionale. Inizialmente prende il nome di BAA (Basket Association of America) ed è composta da 11 squadre divise in due diversi campionati: la Eastern e la Western Conference (che esistono tuttora), ma è solo nel 1949 che la BAA si fonde con la rivale National Basket League, che controlla i professionisti del Midwest, e prende definitivamente il nome di quella che tutti noi oggi conosciamo come NBA.
Fin da subito si capisce che l’NBA avrebbe percorso la stessa scia che il baseball e l’hockey su ghiaccio avevano già tracciato con successo, ma è verso gli anni ’50 che il pubblico si intensifica molto. Quelli sono anni in cui escono le regole più importanti come quella dei 24 secondi per azione d’attacco. Una regola fondamentale che rende il gioco più eccitante e spettacolare lasciando la possibilità di rimonta per la squadra in svantaggio, tanto che quasi tutte le partite di NBA vengono vissute al cardiopalma. Ma specie negli Stati Uniti, gli anni ’50 sono anche segnati dalla lotta razziale e i campi da basket sono palcoscenici di conquiste importantissime. È proprio il 1950 quando in NBA esordiscono i primi afroamericani: il Boston Celtics con l’ala piccola Chuck Cooper, i Washington Capitols con Earl Lloyd e i New York Knicks con l’ala grande Nat “Sweetwater” Clifton, abbattendo così il muro razziale. Anche perché, diciamoci la verità, sono soprattutto i giocatori di colore a rendere questo gioco il più spettacolare di sempre.


Segnatevi questo anno: 1957. Questo anno segna un po’ la svolta nell’NBA perché è l’anno della prima vittoria dei Boston Celtics, squadra destinata a splendere e diventare leggendaria! Dal 1959 al 1966, i Celtics vincono 8 volte di seguito le finali NBA stabilendo un record che tutt’oggi non è stato ancora eguagliato. La stella dei Celtics è niente meno che Bill Russell, con le sue formidabili doti tecniche e con l’immensa intelligenza dentro al rettangolo di gioco. Non è un caso, quindi, che dopo il ritiro di Russell nel 1974, i Boston Celtics rallentano la loro fase vincente e in quegli anni non c’è squadra che vince le finali NBA per due volte consecutive ma anzi, c’è un grande equilibrio, specie tra i Lakers (che in quel periodo hanno in rosa il grande Wilt Chamberlain) i Knicksi Supersonic (oggi Oklahoma City Thunder) e, appunto, i Boston Celtics. Quello che manca in quegli anni, però, è il pubblico che oggi siamo abituati a vedere. Forse proprio perché mancano figure capaci di far appassionare i tifosi.
Ma anche questo è destinato a cambiare grazie a quell’omone di 2,01m dal nome di Julius Erving. Da tutti rinominato Doctor J. Erving porta nell’NBA una ventata di novità, sfruttando la sua elevazione e spostando il gioco dal parquet in aria. È il primo a considerare la schiacciata a canestro un normale metodo di punteggio, aprendo una tradizione che da allora è la più caratteristica della NBA e del basket moderno.


Ma è solo con l’avvento degli anni ’80 che il basket diventa lo spettacolo mediatico di oggi. Quelle che sono le star dell’NBA, diventano famose a livello mondiale. Adesso siamo seri, chi non ha mai sentito parlare di Larry Bird, Magic Johnson, Karim Abdul Jabbar, Isaiah Thomas?…dai, impossibile!
E se i Boston Celtics sono stati i protagonisti indiscussi degli anni ’70, negli anni ’80, sono due i colori a farla da padrone: il viola e l’oro dei Los Angeles Lakers.
Dal 1980 al 1989 i Lakers disputano otto finali vincendone cinque. E sapete chi è il playmaker di quella squadra straordinaria? Earvin “Magic” Johnson (ho sempre gli occhi a cuore quando lo nomino). Magic Johnson è considerato uno dei più forti cestisti di sempre, con un gran tiro e ottima visione di gioco. È stato ineguagliabile e con lui in squadra ci sono niente meno che l’immarcabile Karim Abdul Jabbar e l’ala James Worthy. A contendere il titolo ai Lakers sono, all’inizio del decennio, i Philadelphia 76ers e i Boston Celtics di Larry Bird; ma se io penso all’NBA degli anni ’80 (che purtroppo non ho vissuto) la prima cosa che mi viene in mente (perché non averli vissuti non vuol dire non saperne niente) sono i meravigliosi match che vedono sfidarsi Magic Johnson e Larry Bird…che spettacolo che deve essere stato vederli giocare dal vivo!


E se invece penso agli anni 90? Questa è facile. Per me gli anni ’90 hanno un nome solo: Michael Jordan.
La farò breve, perché avremo modo di parlare solamente di Air Jordan, ma la cosa è molto semplice, pure a chi non piace il basket e non ha mai seguito l’NBA, se chiedi dove giocava MJ, tutti diranno: “nei Chicago Bulls” (che dal 2001 al 2003 ha giocato nel Washington Wizard te lo direbbero solo quelli che l’NBA lo conoscono un minimo).
Ci sono giocatori immensi negli anni ’90, veramente superlativi come Scottie Pippen, Tony Kukoc, Denis Rodman, ma Michael Jordan li offusca tutti. Forse sono esagerata, forse non sono oggettiva perché MJ è il motivo per cui io mi sono appassionata al basket, però so anche di non essere la sola a pensare che Jordan sia il più grande giocatore di basket di tutti i tempi.
Passano gli anni ’90 con 6 vittorie dei Bulls e tornano di nuovo a risplendere i Lakers, questa volta a guidare la squadra di LA, sono due tra i giocatori più famosi di tutta l’NBA: Shaquille O’Neal e Kobe Bryant, quest’ultimo in particolare è stato l’unico a poter pretendere di essere definito come l’erede di MJ, ma come già detto per Jordan, pure per Kobe, ma anche Shaq e molti altri, avremo modo di parlarne molto meglio.


Arriviamo ai giorni nostri, quelli di LeBron James, Stephen Curry, Kevin Durant, Giannis Antetokounmpo, Russell Westbrook e tantissimi altri che stanno scrivendo la storia.
Non sono in grado di spiegare io cosa sia il basket, perché l’ho sempre guardato e mai praticato. Vi potrei raccontare della mia prima, e per ora unica, volta (ma recupererò presto) che sono stata al Madison Square Garden di NYC a vedere Knicks vs Celtics…ero emozionatissima! Aspettavo di vedere una partita di NBA dal vivo da una vita e finalmente ero lì ed ero emozionata come un bambino il giorno di Natale, ma forse anche di più! È uno spettacolo non solo la partita, ma tutto il contorno! Ma cosa sia il basket è difficile da spiegare. L’hanno chiesto a Magic Johnson e lui ha risposto “Vorrei che tutti i giocatori potessero avere la possibilità di giocare per il titolo, coi Lakers o i Celtics di quegli anni. Allora capirebbero… allora capirebbero che cos’è veramente il basket”, ma credo che per noi comuni mortali sia più una questione di cuore.


Da bambina, quando per la prima volta guardai un canestro dal basso nella palestra della mia scuola elementare, non credevo fosse possibile saltare così in alto e sinceramente non capivo come facessero i giocatori di basket ad aggrapparsi ai bordi di quel benedetto canestro. Come si poteva saltare così in alto? Cosa avevano quei giocatori: le molle nelle scarpe? Credevo succedesse solo nei cartoni (ero una grande appassionata di Mila e Shiro e loro sì che saltavano in alto ihihih) ma poi ho scoperto che quei giocatori volavano davvero ed oggi che non sono più quella bambina di sei anni, continuo a pensare che quel canestro è veramente troppo in alto e solo chi è in grado di volare lo può raggiungere.

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