TENNIS, ADDIO A BOLLETTIERI. FRA I SUOI ALLIEVI AGASSI E LE WILLIAMS

Submitted by alessio.berton on Mon, 12/05/2022 - 15:58
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Redazione
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Personaggio sicuramente discusso, Nick Bollettieri, odiato da molti quanto amato da tanti, genio visionario per alcuni, scellerato allenatore per altri. Comunque lo si veda, oggi è scomparso all’età di 91 anni una delle figure indiscutibilmente più emblematiche del mondo dello sport, e del tennis in particolare, per aver formato nella sua mitica Academy protagonisti di prim’ordine del grande firmamento tennistico mondiale. Sotto la sua supervisione sarebbero passati 12 futuri numeri uno, da Pete Sampras, ad Andre Agassi, da Boris Becker e Marcelo Rios, a Jim Courier tra gli uomini. Mentre fra le donne allenò le sorelle Williams, Marija Sharapova, Jelena Jankovic, Monica Seles, Jennifer Capriati e Martina Hingis, solo per citare le più celebri allieve iridate.

LE ORIGINI NAPOLETANE
Nato a Pelham (New York) il 31 luglio 1931 e figlio di immigrati di origine napoletana, lascia 7 figli e otto mogli, ma nella sua vita c’è stato un solo e unico amore: il tennis. Crebbe a due passi da New York, poi già laureato in filosofia sarebbe dovuto diventare, secondo i desideri del padre, un avvocato di successo. Ma lasciò presto gli studi in legge per dedicarsi appieno alla sua unica passione, l’insegnamento del tennis, lui che da giocatore aveva avuto ben scarso successo. I primi dettami su di un campo pubblico di North Miami Beach, per 3 dollari l’ora, poi la svolta nel 1978 quando fondò la sua celeberrima scuola, la Nick Bollettieri Tennis Academy di Bradenton, in Florida.

LO STILE DEL MAESTRO
Nella celebre autobiografia di Agassi, “Open”, nell’accademia - dal 1987 gestita dal gruppo di management sportivo Img - vigeva una disciplina di impronta militaresca, con l’introduzione di allenamenti e metodi poco ortodossi basati su di una cura maniacale per la preparazione fisica e l’osservanza assoluta delle regole, tutti aspetti, questi, mutuati dall’esperienza nel corpo dei Marine del suo fondatore. Nel suo staff c’erano coach, fisioterapisti, preparatori atletici e nutrizionisti, oltre a mental coach e psicologi, perché al giovane tennista il solo talento non bastava, e serviva un rafforzamento di mente e corpo aggiuntivo per avere anche solo qualche chance di successo sulle varie superfici.
Poi, quando iniziarono ad arrivare i primi successi della scuola, sul finire degli anni ’70, gli aspiranti tennisti d’alta classifica facevano la coda per immatricolarsi e accedere alle attenzioni del “Maestro”, come lì era chiamato. La sua struttura d’avanguardia fu l’Harvard del tennis lungo tutti gli anni Ottanta, Novanta e Duemila, prima del proliferare delle scuole private in tutto il mondo. Dal 2014 Bollettieri è stato ammesso nella Hall of Fame del tennis, e i suoi semplici principi sono oggi alla base della tecnica “corri e tira”, diventata lo stile di gioco imperante nel tennis. Sì, alla fine anche Nick è stato un rivoluzionario.

(Credits: Getty Images)

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