SASSOLINI DI MESSI. L’ARGENTINO RACCONTA DEL SUO COMPLICATO RAPPORTO CON IL BARÇA

Submitted by greta.torri on Wed, 09/23/2020 - 10:06
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Marco Di Milia
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Il diavolo sta nei dettagli, ma probabilmente si annida anche in un paio di comode infradito. Come quelle indossate con ostentata sicumera da Lionel Messi: non di certo un classico dell’eleganza delle grandi occasioni, quanto piuttosto un particolare da navigato trascinatore di folle con cui dare un gran calcione – metaforico, s’intende – a un periodo alquanto turbolento e lasciare che il destino del grande amore che fu tra il campione argentino e il Futbol Club Barcelona arrivi al suo dolente epilogo.

Già, perché aria di crisi ce n’è stata molta durante questa calda estate calcistica, con la Pulce pronta a gettare benzina sul fuoco per uscire da uno stallo di sentimenti che ormai non gli sembrava più sostenibile. Eppure, nella consueta altalena di tira e molla, è stato proprio Leo a voler chiarire in modo definitivo i termini della questione con il blasonato club spagnolo. Almeno per il momento.

Nel corso di un’intervista-confessione accordata in esclusiva a Goal.com, il 6 volte Pallone d’Oro ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di chiudere un rapporto di così lungo corso tra le aule di un tribunale. Nonostante le pesanti divergenze con il presidente Josep Maria Bartomeu, colpevole, a suo dire, di “non aver mantenuto la parola data”, Messi ha affermato di essere grato al Barcellona per quanto ricevuto nel corso degli anni in risultati di crescita umana e professionale, ma di non essere affatto contento da ormai molto, moltissimo, tempo.

Un disagio a caduta libera dimostrato in tutta la sua rovinosa verità con la sonora scoppola di 8 reti a 2 inferta dal Bayern Monaco nei quarti di finale di Champions League, che evidentemente non è piaciuta a nessuno, al punto da alzare un polverone tra panchina, spogliatoio, dirigenza e tifoseria. E vale poco sottolineare che la squadra tedesca, da gran favorita, quella Coppa alla fine l’ha messa in bacheca, perché per il Barça è stata una vera e propria implosione capace di accendere vecchi e nuovi rancori nelle proprie fila, tanto da portare il campione di Rosario alla conclusiva resa dei conti, soffocato da beghe societarie e dissidi interni.

Una débâcle che potrebbe riportare alla memoria il grande rifiuto di un altro straordinario fuoriclasse argentino: quello del Pibe de Oro e l’intricata operazione Marsiglia. Ma se in quel 1989 Maradona tentava di lasciare il Napoli per sfuggire a una brutta storia di droga e stravizi, regalando però prima al suo pubblico una Coppa UEFA e poi, rinsavito, un secondo osannato scudetto, Messi invece ha preferito raccogliere i cocci della disfatta per manifestare in piazza il suo disappunto di “uomo simbolo” ferito. Concedendosi quindi alle telecamere con un abbigliamento talmente informale da togliere di mezzo qualsiasi tipo di sassolino potessero contenere le sue leggere calzature.

Dopo l’annuncio di voler lasciare il Camp Nou già a partire da questa sessione di mercato e la successiva ritrattazione – i maligni dicono che il dietrofront sarebbe da imputare a una clausola rescissoria di 700 milioni presente nel contratto dell’asso sudamericano – Messi ha voluto portare a galla la sua fetta di verità per rivelare che c’è del marcio al Barcellona. “Credevo che il club avesse bisogno di più giovani”, ha precisato Messi, per poi aggiungere: “Pensavo che il mio tempo qui fosse finito. Continuerò al Barça e il mio atteggiamento non cambierà. Farò del mio meglio. Voglio sempre vincere, sono competitivo e non mi piace perdere”.

Non una consegna delle armi dunque, quanto piuttosto l’esigenza di dichiarare al mondo che potrebbe ancora dare tanto al Calcio se solo avesse l’opportunità di continuare a vincere. Perché il problema si pone quando il primatista assoluto del football internazionale da protagonista inizia a mostrare il fianco agli avversari e, nel caso specifico, anche a scoprire il proprio tallone, d’Achille ovviamente. Il messaggio cifrato nascosto in quelle flip-flop che profumano di estate infinita e sogni ancora da realizzare non può che essere, allora, di liberarsi al più presto dalle catene di una squadra che lo zavorra, ma anche di riconquistare la sua vetta, persino dopo le tre cocenti uscite consecutive in Champions. Perché se il viale della redenzione si percorre a piedi nudi, Leo un affondo al Barcellona lo mette di certo a segno. Comodamente in ciabatte.

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