QATAR 2022, ARGENTINA TUTTI PER MESSI E MESSI PER TUTTI

Submitted by alessio.berton on Sat, 12/17/2022 - 18:34
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Redazione
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Tutti per Messi, Messi per tutti. L'Argentina che domenica 18 dicembre giocherà la finale del Mondiale allo stadio Iconic di Lusail contro la Francia si può riassumere parafrasando un vecchio slogan, dove l'uno, appunto, è Lionel. Perché se l'Albiceleste è arrivata a una sola partita dal grande sogno, nonostante la sconfitta dell'esordio, un gioco che non è mai realmente decollato e la rinuncia alla stragrande maggioranza dei suoi uomini di qualità, è proprio perché tutto il gruppo si è stretto intorno al suo totem e perché il totem l'ha trascinato probabilmente oltre i propri limiti. In sintesi: il merito va suddiviso in parti uguali non tanto tra gli undici calciatori o tutti i componenti della rosa, ma tra Leo Messi, che ha inciso sui risultati con le sue giocate, e il gruppo, che quei risultati li ha difesi a denti stretti.

QATAR 2022, IL MIGLIOR MESSI DI SEMPRE AI MONDIALI

Con il rigore realizzato in semifinale, Leo Messi ha staccato Batistuta arrivando a quota 11 gol ai Mondiali, record assoluto per un argentino. Quasi la metà li ha realizzati in Qatar, 5, e forse basterebbe questo per dimostrare che la Pulce sta giocando il suo miglior Mondiale di sempre. Ma c'è altro. C'è la rabbia con cui affronta Van Gaal dopo la partita con l'Olanda e c'è la capacità di scattare, fermarsi e ripartire nell'azione del 3-0 in semifinale malgrado non abbia saltato un solo minuto in tutto il torneo. Messi si è trasformato in lìder màximo: non è più, appunto, la pulce impaurita del 2014. Ed è arrivato fisicamente al top, al punto da non essere mai sostituito, neppure a risultato acquisito. Ha segnato in tutte le partite, tranne con la Polonia, quando ha sbagliato il possibile rigore del vantaggio. Ma le cose più belle, oltre al gol che ha sbloccato il risultato con il Messico (e il Mondiale dell'Argentina) sono stati i due assist spettacolari a Molina (per l'1-0 all'Olanda) e ad Alvarez (per il 3-0 alla Croazia).

QATAR 2022, ALVAREZ E DE PAUL SCUDIERI DEL RE

Non solo Messi, è vero. Questo, finora, è stato anche il Mondiale di Julian Alvarez, classe 2000, che Pep Guardiola ha voluto trattenere al Manchester City dopo soli due allenamenti. Ha cominciato da riserva, poi ha giocato titolare contro la Polonia, ha segnato e non è più uscito, arrivando a quota 4 gol, tutti su azione. La semifinale l'ha decisa lui, con rigore procurato e doppietta. È il perfetto partner di Messi, perché se l'Argentina gioca con il tridente, lui va a sinistra con De Paul a destra, se si schiera con due punte, è sempre lui a portare la prima pressione al portatore di palla avversario. E veniamo a De Paul, appunto: Scaloni ha rinunciato a Di Maria, non al meglio, ha capito che la sua squadra non poteva reggere il Papu Gomez, ma dell'ex trequartista dell'Udinese diventato un gregario di qualità a tutto campo non può fare a meno. Nessun gol, nessun assist, tanta sostanza. E una garra da Cholo, che all'Atletico Madrid l'ha trasformato.

QATAR 2022, ARGENTINA LONTANA DALLA PERFEZIONE

L'Argentina ha cominciato il Mondiale perdendo 2-1 con l'Arabia Saudita e finendo dieci volte in fuorigioco. Con il Messico stava giocando male prima che Messi sbloccasse il risultato, mentre con la Polonia ha dato segnali di crescita. Contro l'Australia, avanti 2-0, ha rischiato di subire il 2-2 all'ultimo secondo, cosa che si è verificata puntualmente nel turno successivo contro l'Olanda, costringendo l'Albiceleste ai rigori (ma dopo aver dominato i supplementari), con il portiere Emiliano Martinez assoluto protagonista. Ecco, la migliore versione dell'Albiceleste si è vista contro la Croazia, un avversario che però arrivava da due gare finite ai rigori, con i suoi uomini migliori non più giovani rampanti. Sotto ritmo, la Scaloneta si affida a Messi e non rischia; pressata, va in difficoltà, perché i suoi difensori, da Otamendi a Romero, passando per Lisandro Martinez, magari sono bravi in marcatura, meno nell'essere un blocco compatto insieme. A centrocampo si dovrebbe rivedere Enzo Fernandez, promosso anche lui a Mondiale in corso come Alvarez, insieme a Paredes e Mac Allister: la circolazione della palla è spesso lenta, la fase di interdizione funziona fin quando le gambe girano. E con la Francia, in finale, sarà meglio che gireranno fino al triplice fischio.

(Credits: Getty Images)

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