Finisce un ciclo per la nazionale spagnola. Dopo l'addio di Luis Enrique causato dall'eliminazione prematura della Spagna contro il Marocco, anche il capitano del Barcellona e delle Furie Rosse Sergio Busquets, ha dato l'addio alla selezione iberica.
Il mediano lascia dopo 143 presenze con la nazionale, iniziate nel 2009 sotto la sapiente guida del ct Del Bosque, il quale lo convocò prima contro l'Inghilterra senza farlo giocare, poi ad aprile nel match disputato in Turchia, dove esordì. Diciassette gettoni in quattro Mondiali per lui, l'ultimo dei quali giocato con la fascia di capitano la braccio.
IL CUORE DELLA SPAGNA
Busquets ha rappresentato uno dei punti fermi della Spagna che ha dominato il panorama calcistico negli anni tra il 2010 e il 2012, nei quali collezionò due importantissimi trionfi. Il Mondiale sudafricano vinto in finale contro l'Olanda, e l'Europeo, portato a casa grazie alle quattro reti rifilate all'Italia di Prandelli, Cassano e Balotelli. Un ciclo fantastico, vincente ma chiuso nel peggiore dei modi, con un rigore decisivo calciato malamente e intuito dal portiere del Marocco Bounou.
LE PAROLE DI BUSQUETS
Busquets lascia la nazionale a trentaquattro anni, attraverso un messaggio molto commovente. Eccone un estratto.
"[...] Vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo lungo cammino. [...] grazie a tutti i miei compagni, con i quali ho lottato per cercare di portare la nazionale dove meritava, con più o meno successo, ma dando sempre tutto e con il massimo degli orgoglio. [...] È stato un onore rappresentare il mio paese e portarlo in alto, essere campione del mondo e dell'Europa, essere Capitano e disputare così tante partite, non sempre con successo, ma dando sempre tutto e contribuendo con il mio granello di sabbia, affinché il meglio fosse possibile".
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