QATAR 2022, LA TOP 5 DEI MIGLIORI: MESSI, MBAPPÉ E I PORTIERI

Submitted by alessio.berton on Mon, 12/19/2022 - 17:49
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Redazione
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Il tempo dei bilanci a Qatar 2022 arriva non solo per le squadre, ma anche per i singoli. Un Mondiale che si è concluso con la partita più bella, due fuoriclasse straordinari a confronto in un torneo che non ha visto l'Italia tra le protagoniste (la ferita è ancora aperta) e che ha regalato conferme e delusioni tra i calciatori più attesi, uniti alle sorprese rappresentate dai meno conosciuti interpreti, balzati improvvisamente al rango di eroi.

QATAR 2022, LA TOP 5 DEI MIGLIORI DEL MONDIALE

5 - LA SORPRESA

Più di una in realtà, ma anche per chi scrive è il momento delle scelte. Premiamo i vincitori e prendiamo Mac Allister. Una delle "mosse" di Scaloni, un argentino irlandese, sintesi del tuttocampista moderno in grado di aggredire la fase offensiva degli avversari e di inserirsi come un cuneo nei sedici metri fronte alla porta. Inesauribile, lucido anche dopo aver percorso chilometri in quantità. Il Brighton lo ha acquistato quasi tre anni fa per 10 milioni di euro. Vale cinque volte tanto. Magari non si muoverà a gennaio, in estate potrebbe esserci la fila. Il Mondiale, come tutti i tornei "corti", può essere ingannevole. Starà al ragazzo di Santa Rosa dimostrare di poter essere qualcosa in più di un Denilson che brilla solo per un tempo troppo breve.

4 - L'EXPLOIT

Non ha festeggiato solo il popolo argentino, nel corso di questo Mondiale. Ha fatto baldoria la Croazia, quattro milioni di cittadini che esprimono per la seconda volta consecutiva una squadra da podio mondiale, bronzo dopo l'argento di Russia 2018. Anche in Arabia si è ballato e cantato: festa nazionale per la vittoria all'esordio contro i futuri campioni del mondo. Merito anche e soprattutto di Al-Dossari, 31 anni, una sparuta presenza (di numero) nel Villarreal, datata 2018. Contro il Real Madrid. Trentatré minuti in campo che racconterà ai nipotini. Prima di Qatar 2022 non pensava forse di poter narrare un giorno anche di quando una sua rete fu decisiva per battere l'Argentina di Messi. Ha segnato un'altra rete al Messico, ininfluente per passare il turno: dopo la sbornia con l'albiceleste i sauditi hanno raccolto due sconfitte. Tutta questione di prospettive. Si può essere felici anche uscendo presto di scena.

3 - I PARATUTTO

Indubitabilmente, Qatar 2022 è stato il Mondiale dei portieri. La parata a un passo dai rigori di Emiliano Martinez su Kolo Muani, a scongiurare il sorpasso francese ai supplementari della finale, è l'ultima diapositiva di un torneo vissuto tra spettacolari interventi. Suoi e dei colleghi di guanto. Alla lotteria dei penalty, il "Dibu" ha risposto presente come aveva già fatto contro l'Olanda. Ha regalato balletti e provocazioni (quelle magari ce le saremmo evitate) che non si vedevano dai tempi di Grobbelaar. Prende la palma del migliore tra i migliori, nella gara tutta interna ai guardiani dei pali, superando una concorrenza agguerrita. Bono, che i tifosi interisti ricordano per gli interventi nell'ultimo atto dell'Europa League 2020, si è confermato al top della categoria. Ha ipnotizzato la Spagna eliminandola dal Mondiale nella serie dagli undici metri, come ha fatto Livakovic col Brasile. Uno a cui Zagabria e la Dinamo cominciano a stare stretti.

2 - IL CAMPIONE SCONFITTO

Per 80' della finale, di Kylian Mbappé non abbiamo avuto notizie. Ne cercavamo, da spettatori, perché il resto del Mondiale aveva dimostrato che la condizione era quella dei giorni migliori. Se la Francia è arrivata ai rigori gran parte del merito è suo. Se è giunta alla finale stessa è per buona parte grazie alle sue fiammate. Deschamps ha fatto scelte Mbappé-centriche. Perso Benzema, ha concentrato la fase offensiva sulle illuminazioni improvvise, più che sulla coralità. Giroud gli ha dato quel che si chiede al centravanti d'area, salvo auto-elidersi dalla partita con l'Argentina prima che il ct francese decidesse di cambiare rotta. Non ha avuto il tempo, il milanista, di redimersi nell'infuocata seconda parte della sfida, quella in cui Mbappé si è giocato Mondiale e (chissà) Pallone d'Oro lottando come un leone. Quattro anni fa aveva centrato il successo iridato di una felice gioventù indirizzata a un volo tra gli extra-terrestri. Un trionfo con tripletta in finale sarebbe stato il punto esclamativo, un rimbombo eterno nella storia del gioco. Lo ha mancato la Francia, questo successo. Di Mbappé non si potrà che ricordare uno sconquasso quasi perfetto.

1 - LA CONSACRAZIONE FINALE

Messi, solo Messi, fortissimamente Messi. Persino quando perde palla e lascia a Coman la possibilità di lanciare la Francia verso il 2-2. Anche nel momento in cui Martinez (uno dei tre) lo tiene in corsa mettendoci una spaccata alla disperata. I riflettori sono per il fuoriclasse a cui manca una falange per toccare il cielo. Non c'era grafico che non ne avesse immortalato l'immagine accanto a quella di Maradona. Finire in una foto vera, senza montaggi che ritraevano speranze e non ancora realtà, ha il sapore del giusto. Aveva cancellato la maledizione in nazionale, con la quale casacca aveva contribuito solo a un Mondiale Under 20, conquistando la Copa America 2021 in casa del Brasile. Era stata la finale degli altri, quella in cui i compagni lo avevano liberato dalla "scimmia" dell'amato fenomeno che non sorride mai con l'Argentina. Una brutta partita per lui, un grande trionfo per la Selecciòn. Stavolta nell'apoteosi c'è tutto. La felicità di squadra, il popolo adorante, la foto come "el Diego" nel 1986, il Mondiale da trascinatore dall'inizio alla fine. Una doppietta e il rigore che apre la serie decisiva. Nel momento dei coriandoli a festa gli mettono addosso un nero velato. Ma il tempo del lutto sportivo è terminato. Finalmente.

 

(Credits: Getty Images)

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