UN 2022 DA RICORDARE: GENNAIO, NADAL VINCE L'AUSTRALIAN OPEN

Submitted by alessio.berton on Mon, 12/19/2022 - 19:24
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Redazione
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Era il 30 gennaio quando Rafa Nadal scrisse nuovamente la storia. Dopo una lotta di quasi sei ore contro Medvedev, lo spagnolo ha rimontato il vantaggio iniziale del russo, vincendo gli Australian Open dopo tredici anni dal precedente trionfo. Alla fine del match solo moltissime lacrime di gioia. In seguito, l'articolo del quell'evento sensazionale, il più importante del mese.

 

RAFA NADAL, THE GOAT: L’AUSTRALIAN OPEN È SUO

Rafa Nadal è “The Goat”: c’era scritto su un cartello esposto in tribuna alla Rod Laver Arena di Melbourne. The Greatest Of All Times. Il più grande di tutti i tempi. Il trionfo in rimonta agli Australian Open contro Daniil Medvedev è l’ennesima consacrazione di un fuoriclasse assoluto, che adesso, anche nei numeri, è davanti a Roger Federer e Novak Djokovic. Ha vinto 21 Slam in carriera, i suoi storici rivali al momento sono fermi a 20. Certo, è una classifica soggetta a nuovi cambiamenti, ma quello che ha fatto Rafa nella finale di oggi ha qualcosa di miracoloso.

NADAL DA 0-2 A 3-2: RIMONTA SENSAZIONALE

Rafa Nadal è stato strapazzato da Daniil Medvedev nel primo set, che il russo ha vinto 6-2 senza neppure brillare più di tanto. Più che altro, era il maiorchino che sbagliava. Poi è cominciata un’altra partita, che solo la tenacia del russo ha impedito che cambiasse binario già nel secondo parziale, quando Nadal è stato sempre avanti, ha sprecato anche un set point e alla fine ha subito la rimonta al tie break. Sul 3-2 Medvedev nel terzo set e 0-40 sul servizio di Nadal, la partita sembrava inevitabilmente indirizzata. Ed è esattamente in quel momento che è drasticamente cambiata. Rafa ha tenuto il servizio e tre giochi dopo ha piazzato il break che l’ha rimesso in corsa. Il resto è storia: doppio 6-4, 7-5 al quinto e Nadal vince per la seconda volta gli Australian Open a tredici anni di distanza dal primo conquistato nel 2009 dopo un’altra epica battaglia, quella volta contro Federer.

MEDVEDEV, ECCO COSA TI MANCA

Daniil Medvedev ha dominato la partita sul piano degli ace, a un certo punto la differenza sugli errori gratuiti era impressionante, con un Nadal fin troppo generoso, come quando sbagliava un comodo smash sotto rete. Ma il russo non ha quasi mai condotto il gioco, spesso anche sul proprio servizio, soprattutto quando la percentuale di prime è calata. Così si è stancato di più, con Nadal che lo mandava spesso a destra e a sinistra, o non così raramente chiamandolo a rete con le palle corte. Dopo la vittoria con Auger-Aliassime, Medvedev aveva svelato un segreto: “Mi sono chiesto cosa avrebbe fatto Djokovic in quella situazione e ho reagito”. Stavolta, evidentemente, l’ha dimenticato, perché ha cominciato ad avere fetta, sbagliando spesso le scelte, e ha cominciato persino a non controllare il rovescio, la sua specialità. Ha gestito malissimo il turno di battuta sul 5-5, subito dopo aver piazzato il break quando Nadal serviva per il match, e lì si è arreso. Questa sconfitta ha comunque confermato il principale pregio di Medvedev, la capacità di non mollare, ma ha messo anche in evidenza i limiti, tecnici, e in parte caratteriali, perché è vero che lotta sempre, ma troppo spesso sul filo del nervosismo, con il pubblico contro che, a differenza di quanto visto a New York nella finale degli Us Open contro Djokovic, qui lo ha infastidito in modo palese. Il sorpasso a Nole nel ranking può attendere: oggi Daniil ha dimostrato di non essere ancora il numero uno al mondo.

NADAL ETERNO: 90 TITOLI IN CARRIERA

Rafa Nadal ha vinto il suo primo titolo Atp nel 2004, sulla terra di Sopot. L’anno dopo arrivò già a 11, portandosi a casa il suo primo Slam, il Roland Garros. Da allora non ha mai spesso di arricchiere di trofei la propria bacheca. Oggi, a 35 anni, si è dimostrato superiore a un avversario che ne ha dieci di meno anche sul piano atletico: più passava il tempo, più lasciava andare i colpi, più inventava magie e più elettrizzava il pubblico, tutto dalla sua parte come forse non lo è mai stato. Non avrà l’eleganza di Federer, ma sprigiona una tale forza che è impossibile tifare contro di lui. L’ultimo punto, quello che ha messo fine a una partita impressionante durata 5 ore e 24 minuti, l’ha realizzato venendo a rete, che non è esattamente la specialità della casa. Ma ha tenuto il servizio a zero e ha voluto vincere da dominatore. Ha sbagliato tanto, è vero, non è stato perfetto, ed è per questo che questa vittoria, forse, è la più bella di tutte, ed è per questo che è scoppiato in lacrime alla fine. Quel pianto di gioia è anche il nostro, perché un campione che ha saltato quasi tutta la seconda parte della scorsa stagione a causa di uno dei tanti infortuni e che a fine dicembre ha contratto il covid, si è ripresentato in campo, ha vinto l’Atp 250 di Melbourne e poi si è preso anche gli Australian Open. Scegliere un aggettivo solo per descriverlo è impossibile: Rafa Nadal è semplicemente the GOAT.

(Credits: Getty Image)

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