LA TOP 11 DEL NATALE: DA VICARIO A GIROUD, UNA SQUADRA DA PRESEPE

Submitted by alessio.berton on Sun, 12/25/2022 - 13:33
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Redazione
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Arriva il Natale, anche il calcio si concia per le feste. Dopo la scorpacciata di emozioni di Qatar 2022, un periodo di relax insieme ai familiari. Alcuni calciatori saranno più inclini a godersi il Natale. Lo dice il loro cognome, o il loro nome. Un piccolo gioco, una Top 11 da presepe. Molto natalizia. Forte, magari un po' sbilanciata, ma visti i nomi preghiamo affinché ci vada bene.

Cominciamo dai pali: prendiamo Vicario. Sia perché è in crescita, ha margini di miglioramento ancora importanti, un futuro in Nazionale (difficilmente da titolare perché Donnarumma ha ancora 23 anni...) e un cognome con cui speriamo di avere buoni uffici nelle alte stanze.

Difesa a tre. Partiamo da un campione del mondo, Gonzalo Montiel. Niente all'anagrafe che ci riporti alla religione cristiana. In compenso ha calciato il rigore decisivo di Argentina-Francia e dopo averlo realizzato si è tolto la maglietta mostrando un tatuaggio della Vergine Maria grande come il Sudamerica.

Un brasiliano ci vuole sempre. Difficile non trovarne uno devoto. Torniamo nel nostro campionato, prendiamo Bremer sperando che torni quello ammirato al Torino, dove aveva fatto meglio che alla Juventus. Gli è già capitato di ringraziare l'Altissimo dopo un gol in maglia granata. Lo piazziamo come perno centrale.

Ci serve un difensore di piede sinistro, usciamo dalla Serie A ma restiamo in Italia. Angelo Ogbonna, proteggici tu. Il nome aiuta. Qualche mese fa si è lamentato perché dopo anni vissuti in Premier a buoni livelli non è stato considerato per un ritorno in Nazionale. Lo prendiamo noi: a 34 anni porta esperienza e voglia di far bene. Non sarà l'azzurro, ma dovrà accontentarsi della nostra Top 11.

Siamo spregiudicati. E allora in una linea a quattro di centrocampo ci affidiamo a un giocatore molto offensivo, Federico Chiesa. È giovane, ci perdonerà se gli chiederemo di fare tutta la fascia. Deve recuperare un pizzico di condizione: si è fatto mesi e mesi in attesa di poter recuperare da un infortunio grave, è tornato poco prima della sosta per Qatar 2022 e ora muore dalla voglia di essere quello che si era visto agli Europei e in parte alla Juventus.

In mezzo, un evangelista: Luka. Di cognome Modric. Ci mostri la via con il suo calcio illuminante. Forse lo avremmo preso anche se non avessimo trovato alcun collegamento con il cattolicesimo. Giusto per il gusto di averlo in squadra. Ha vinto, ha perso dimostrando di saperlo fare (tranne quando se l'è presa un pelo troppo con Orsato nelle dichiarazioni post-gara). Non ha tanta carriera davanti, presumibilmente. Meglio godercelo finché possiamo.

Non è proprio un centrocampista centrale, ma in carriera ha giocato anche da interno. È un multiuso, ha scelto la via del calcio tranquillo, con poche pressioni. Come quello di questa Top 11, leggero e sereno. Federico Bernardeschi, dichiarato uomo di chiesa, è perfetto per la nostra squadra. E per portare un giusto spirito natalizio.

A sinistra un classico, Angel Di Maria. Unisce religiosità nel nome e nel cognome. Ancora oggi un giocatore divino, come dimostra la finale dei campionati del mondo, capace di dominare una partita tra le più importanti nella carriera di un calciatore. Ha qualche acciacco con cui convive da anni, potrebbe presto raggiungere l'Argentina per un meritatissimo avvicinamento al buen retiro.

Trio d'attacco. Cominciamo con un Cristiano, Ronaldo. È svincolato, checché se ne dica la palla sa ancora calciarla. Avvertenza per lui: non siamo all'Al-Nassr. Nella Top 11 natalizia si gioca per il gusto di farlo, non per 200 milioni di ingaggio. In compenso non abbiamo inserito le riserve, per cui nessuno prenderà il suo posto. Un motivo in meno per potersi arrabbiare, da questa squadra non esce nessuno.

Dato che nessuno ci pone limiti, facciamo quello che non è mai riuscito ad alcun proprietario: mettiamo assieme Ronaldo e Messi. Perché? Un “Dios” del calcio calza a pennello. Vale la regola di cui sopra per Modric: forse lo avremmo preso a prescindere dal trovare o meno legami con la nostra particolare Top 11. Qualche anno fa Suning lo prese per una campagna raffigurandone l'ombra sul Duomo. Una speranza di poterlo ammirare in Italia, presto svanita. Non avverrà. E anche per lui è il caso di ammirarlo finché c'è modo di farlo, vista la carta d'identità.

Manca il centravanti. L'età media dei prescelti è un po' altina, continuiamo così fino al traguardo. Olivier Giroud va benissimo per la squadra delle feste natalizie. La motivazione va cercata in una sua celebre dichiarazione: “In passato sono stato vicino all'Inter ma Dio ha fatto bene le cose e mi ha fatto restare un po' più a lungo al Chelsea così ho potuto vincere la Champions”. Controindicazione: oggi è finito al Diavolo. Ma con la benedizione divina.

Allenatore? Carlo Ancelotti. Difficile trovare un allenatore che ha vinto di più, ovunque, comunque, con uno stile improntato alla calma, alla comprensione. Un buon pastore. Ci sono foto di partite vissute a bordo campo con un rosario in mano. Per uno che l'anno scorso ha (ri)vinto la Champions ribaltando partite contro PSG e Manchester City che sembravano ormai ampiamente perse, non possiamo che pensare che abbia aiuti divini importanti.

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