Capolavoro di Sergio Scariolo con la sua Spagna che si aggiudica l'Europeo in finale contro la Francia di Gobert. Hernangomez grande protagonista del match, trascinatore nella vittoria finale. Vediamo la presentazione di quella finale sentitissima, vinta dagli iberici.
EUROBASKET, SPAGNA-FRANCIA: SCARIOLO VA PER LA STORIA
Un po’ d’Italia, almeno quello, c’è ancora a Eurobasket: Sergio Scariolo a certe latitudini è più di un invitato a corte, quasi un legittimo proprietario di un posto che ha occupato già altre tre volte in vita sua e che potrebbero diventare quattro, se solo nella notte di Berlino la “sua” Spagna dovesse rimettere le mani sul titolo continentale.
Avrà tutta l’Italia a tifare dalla sua parte, perché le furie rosse nel lato opposto del parquet troveranno quella Francia che ha inflitto agli azzurri una delle sconfitte più dolorose della storia recente (e dire che ce ne sono state parecchie…), passeggiando poi amabilmente contro una Polonia che si è dimenticata di disputare la semifinale (clamoroso il 95-54 finale).
Scariolo, ribattezzato “don”, è una sorta di guru del basket europeo: ha avuto il merito di rigenerare una Spagna che dopo aver sfiorato l’impresa alle olimpiadi di Tokyo (fuori in semifinale contro Team USA) ha salutato buona parte della sua generazione dorata, dai fratelli Pau e Marc Gasol ai vari Navarro, Rodriguez, Llull, Mirotic, Rubio e via dicendo, ricostruendo in fretta attorno a un nuovo concetto di squadra.
I nomi di oggi sono meno altisonanti, ma il risultato (sin qui) è stato il medesimo: detto che avere un play come Lorenzo Brown (che non ha nulla di spagnolo, solo il passaporto…) aiuta, i fratelli Hernangomez, la rivelazione Garuba, Diaz e Brizuela, giusto per citarne alcuni, hanno avuto la forza di spingersi verso vette inesplorate. E contro la Francia, ora, vogliono il lieto fine.
L’ITALIA FA IL TIFO PER “DON” SERGIO, MA SI MORDE LE MANI
Ogni volta che Scariolo si è presentato a Eurobasket, puntualmente ha portato a casa una medaglia: tre d’oro, una di bronzo e un’altra, che potrà essere d’oro oppure (lui spera di no) d’argento. Il modo col quale ha battuto la Germania padrona di casa in finale è stato sublime: ha aspettato che l’ondata Schroeder passasse, e poi nei 5’ finali ha alzato il ritmo della partita senza dare un attimo di tregua agli avversari, affidando poi a Brown i palloni decisivi. Ha vinto una partita che dopo il parziale di 14-0 di inizio quarto quarto da parte dei tedeschi sembrava chiusa.
Ha saputo reinventare una nazionale consapevole di non essere la più forte, ma non per questo rassegnata a veder gli altri esultare. E che adesso sogna di fare lo sgambetto a una Francia che ha banchettato su una Polonia nemmeno scesa in campo. Chi fermerà Gobert? E chi prenderà in consegna Heurtel? E chi Yabusele? I transalpini di Collet hanno tante risorse, partono favoriti e cercheranno di imprimere alla partita il loro ritmo, ma questa Spagna ha sette vite e un cuore grande così. E pure il tifo dell’Italia, che vedendo il flop polacco ha aumentato il travaso di bile per un’eliminazione che grida (e griderà ancora a lungo) vendetta.
(Credits: Getty Images)
