GIORNATA DELLA MEMORIA: ARPAD WEISZ, DALLO SCUDETTO AD AUSCHWITZ

Submitted by federico.tireni on Fri, 01/27/2023 - 08:38
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Redazione
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Il ricordo nella Giornata della Memoria vogliamo dedicarla ad uno dei personaggi che più ha cambiato il calcio italiano, rimasto vittima della sua origine ebraica. Dal tricolore con l'Ambrosiana-Inter e il Bologna, alla deportazione ad Auschwitz dove, Arpad Weisz il 31 gennaio 1944, a 47 anni, trovò la morte in una camera a gas. La vita e la carriera dell'ex calciatore e allenatore ungherese (nacque a Solt il 16 aprile 1896) di origine ebraica furono stravolte dalle terribili e brutali legge razziali che lo costrinsero, nel 1939, insieme alla famiglia, a lasciare l'Italia e a rifugiarsi prima in Francia, poi in Olanda dove nel 1942 vennero arrestati dalla Gestapo e furono deportati nei campi di sterminio.

 

ARPAD WEISZ-CALCIATORE: IN ITALIA CON ALESSANDRIA ED INTER

Ala sinistra veloce e con buona tecnica, Arpad Weisz trascorse la sua carriera da calciatore tra Ungheria, Cecoslovacchia, Italia ed Uruguay. Arpad Weisz militò nel Torekves (1919-1923), poi nel Maccabi Brno (1923-1924) prima del trasferimento in Italia, paese nel quale lasciò un'ottima memoria. Dopo una breve esperienza con l'Alessandria, nel campionato 1925-1926 indossò la maglia dell'Inter collezionando 11 presenze e 3 reti (realizzate tutte in una settimana). Un brutto infortunio al ginocchio costrinse Weisz a 30 anni al ritiro. Con la Nazionale ungherese disputò sei partite, tra il 1922 e il 1923, prendendo parte alle Olimpiadi di Parigi 1924.

 

WEISZ-ALLENATORE: DAL TRICOLORE CON INTER E BOLOGNA A NUOVI METODI DI LAVORO

In Italia Weisz-allenatore ottenne i migliori risultati (tre Scudetti) della sua breve carriera con Inter e Bologna. Nel 1929-1930 vinse con l'Ambrosiana-Inter il primo campionato a girone unico nella storia del calcio, nel 1935-1936 e 1936-1937 con il Bologna, club con cui si aggiudicò anche la Coppa del Torneo dell'Esposizione di Parigi nel 1937. Furono gli anni in cui il team rossoblù, era vincente in Italia e in Europa, rimanendo nella memoria di tutti. Il tecnico ungherese introdusse anche un nuovo sistema di lavoro: da specifici carichi di lavoro, alla cura dell'alimentazione introducendo la dieta per i calciatori, alla diffusione dei primi ritiri. Weisz fu inoltre il primo allenatore a seguire, durante le sedute, i giocatori con maglietta e pantaloncini. Insieme al dirigente interista Aldo Molinari e al commissario tecnico italiano Vittorio Pozzo, partecipò alla stesura del manuale "Il Giuoco del calcio", in cui espose le proprie memorie tattiche, principi di gioco e metodi di allenamento.

 

GIUSEPPE MEAZZA SCOPERTO DA WEISZ

Non solo allenatore, ma anche scout. Arpad Weisz, infatti, osservava con attenzione i Boys (gli atleti del Settore Giovanile) dove giocava un certo Giuseppe Meazza e, su consiglio di Fulvio Bernardini, centravanti interista, Weisz lo seguì con grande interesse. Il tecnico ungherese rimase subito affascinato dalle gesta sportive del giovane Peppino, di come trattava e cosa sapeva fare con la palla. L'allenatore nerazzurro si rese subito conto di avere di fronte un vero e puro talento. Quel giovane Meazza sarebbe poi diventato il più grande calciatore italiano di tutti i tempi. Weisz lo convocò in prima squadra e lo fece esordire a 16 anni nella Coppa Volta a Como contro la US Milanese. Segnò tre gol regalando la vittoria all'Inter.

 

LE LEGGI RAZZIALI, LA FUGA E AUSCHWITZ

La carriera di Arpad Weisz si interruppe bruscamente nel gennaio 1939. A seguito delle leggi razziali del 1938, Arpad, la moglie Elena, i figli Roberto e Clara, furono costretti a lasciare l'Italia e a fuggire, prima in Francia (Parigi) e poi in Olanda dove nel febbraio 1939 si stabilirono a Dordrech. Weisz riprese ad allenare la squadra della cittadina olandese. Nell'agosto 1942 le SS arrestarono la famiglia Weisz. La moglie e i figli furono deportati ad Auschwitz e condotti alle camere a gas. Arpad, invece, fu fatto scendere dal treno a Cosel, in Polonia, per poi essere mandato nei campi di lavoro dell'Alta Slesia. Dopo 15 mesi di lavori forzati, Arpad fu riportato ad Auschwitz dove il 31 gennaio 1944, a 47 anni, morì in una camera a gas.

 

IN MEMORIA DI WEISZ

Dimenticato per quasi sessant'anni, fu riscoperto il nome di Weisz, grazie al giornalista Matteo Marani, che nel 2007 che ha ricostruito la storia nel libro "Dallo scudetto ad Auschwitz". Negli anni successivi si moltiplicarono le iniziative commemorative. Nel 2009 fu collocata una targa sotto la torre di Maratona dello stadio Renato Dall'Ara di Bologna. Nel 2018 gli fu intitolata anche la curva San Luca dell'impianto sportivo. Nel 2012, in occasione del Giorno della Memoria, fu messa una targa allo stadio Giuseppe Meazza di Milano, in ricordo del tecnico del terzo scudetto nerazzurro. Nel 2013 a Weisz gli fu dedicato il quarto di finale di Coppa Italia tra Inter e Bologna, coi giocatori delle due squadre entrati in campo con una maglia commemorativa.

 

(Credits: Getty Images)

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