ROLAND GARROS | DJOKOVIC-NADAL, UN MATCH POINT PER LA STORIA

Submitted by greta.torri on Sun, 10/11/2020 - 08:38
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Roberto Tarditi
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Inutile girarci intorno: a Parigi, alle 15, si gioca un match dopo il quale nulla sarà più come prima. La storia del tennis degli ultimi 15 anni ha avuto un sovrano indiscusso (Federer), poi una coppia di regnanti (King Roger e Nadal) e infine un triunvirato. Ma l’ultimo arrivato nel gruppo, Djokovic, macina record a ritmi insostenibili e non solo colma le distanze, ma viaggia in corsia di sorpasso senza freccia e col gomito fuori dal finestrino.

Dovesse vincere la finale di Parigi, infatti, diventerebbe il primo giocatore nell’era Open ad aggiudicarsi tutti i majors almeno 2 volte, oltre ad avvicinarsi a 2 soli titoli dal quasi detronizzato re svizzero.

Vincesse Nadal, invece, lo spagnolo appaierebbe Federer a 20 titoli del Grande Slam.

Una rivoluzione, insomma, una pagina di storia del tennis di cui non dovreste perdervi nemmeno un 15.

LA TERRA (ROSSA) TREMA? LE STATISTICHE SONO TUTTE PER DJOKOVIC


Nessuno ha mai vinto quanto Nadal sul rosso. I suoi record sono uno sfoggio di arroganza agonistica senza precedenti e paralleli. 11 corone a Montecarlo, 9 a Roma, una sfilza di altri titoli tra Madrid, Buenos Aires e Barcellona, ma soprattutto 12 successi su 15 partecipazioni al Roland Garros.

Dal 2005, quando Nadal gioca a Parigi vince nell’80% dei casi!

Quest’anno, però, la faccenda è un po’ diversa.

Anche se i pronostici di giornalisti e bookmaker danno leggermente favorito il maiorchino, Nole ha tutti i numeri dalla sua. Non solo perché ha già 5 tornei in bacheca in questo 2020 martoriato dal Covid, tra cui uno slam (Australian Open) e un torneo sul rosso (Roma), ma soprattutto perché proprio sulla terra battuta ha un record immacolato di 11-0!

Nadal, invece, è parso zoppicante persino sulla sua superficie: ha perso malamente contro Schwartzman a Roma e anche a Parigi è sembrato lontano dalla sua forma migliore.

Intendiamoci, Rafa non ha lasciato per strada neanche un set in questo RG, ma sia durante la rivincita contro Schwartzman in semi che nei quarti contro il nostro enfant prodige Sinner, non è stato il solito schiacciasassi.

Se poi è vero che ha battuto Djokovic negli ultimi 3 match terraioli e che ha un record di 17-7 sul lento contro il serbo, va detto che Nole lo ha sconfitto nella più recente sfida al Roland Garros, nel 2015, lo ha quasi annichilito a inizio anno nella ATP Cup (cemento) e lo ha impietosamente superato in 14 degli ultimi 20 incontri!

MARATONA DA PIÙ DI 40 GAMES O 3-0 IN SCIOLTEZZA?


Fatte queste premesse, sarebbe un errore dare Rafa per spacciato. Se il centrale di Wimbledon è il giardino di Federer, il Philippe Chatrier è il salotto di casa Nadal. Il mancino ci si trova come sul cuscino preferito del suo divano: quel campo sembra adattarsi alla sua anatomia, sembra avere memoria del suo gioco. Già altre volte c’era arrivato apparentemente fuori fuoco oppure spompato da maratone logoranti, con colpi da registrare e ingranaggi da oliare, ma quasi sempre ha maltrattato il malcapitato avversario di turno come fosse un manichino da crash-test, impallinandolo con colpi arrotati e fulminei.

Lo stesso Djoker ha dovuto subire la dura legge del Chatrier: in 7 incontri al Roland Garros, Nadal l’ha battuto 6 volte.

Tuttavia, come si diceva, Nole ha avuto la meglio nell’ultimo rendez-vous parigino, e pare indistruttibile. Nonostante i problemi al collo che lo hanno tormentato ai quarti e in semi, ha salvato il 76% di palle break in tutto il torneo, resistendo agli assedi di Carreno Busta e Tsitsipas con una flemma esasperante.

Di più: proprio contro il greco ha dato prova, per l’ennesima volta, di avere un serbatoio inesauribile mentre l’avversario, nonostante gli 11 anni in meno, è arrivato al quinto con lo sguardo vitreo e la lingua penzoloni.

È quindi probabile che i due la tirino per le lunghe: Rafa che non arretra di un centimetro, Nole che cerca di buttarlo fuori dal campo per fulminarlo con le palle corte.

Un match da 4 o 5 set, insomma, molto probabilmente oltre i 40 games.

CHI VINCE IL PRIMO SET?


Impossibile fare previsioni sull’andamento dei set: sono entrambi consapevoli di avere dall’altra parte della rete un colosso dalla psicologia monolitica e partiranno quindi a fuoco per tentare di sgretolare le altrui certezze. Visto l’andamento della semifinale di Djokovic, tuttavia, potremmo trarre un indizio dalla neonata passione del serbo per la palla corta. Contro Tsitsipas, Nole ha giocato 35 drop shot, portando a casa 25 punti e gli scatti continui a rete hanno infine logorato il campioncino dalla chioma fluente. Considerato che a dannarsi in recuperi continui questa volta sarebbero i 34 anni di Nadal e non i 22 dell’ellenico, si può immaginare questo andamento: primo set a favore di Rafa e poi, poco a poco, un predominio del Djoker ottenuto per logoramento e stanchezza.

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