“Scusa Ameri, oggi sono destinato a interromperti”: le radioline sintonizzate su “Tutto il Calcio Minuto per Minuto” sembravano essere una cosa sola con quella voce un po’ gracchiante che arrivava in fm in ogni regione d’Italia.
Sandro Ciotti è stato uno dei cronisti sportivi più brillanti della nostra storia recente, un intellettuale prestato allo sport che non ha mai perso un briciolo di carisma e personalità in ogni sua telecronaca. Brillante, ironico, mondano e amabile tiratardi, il giornalista dalle camicie impossibili era cresciuto in un ambiente carico di entusiasmo, con il poeta Trilussa padrino di battesimo e Luigi Tenco come grande amico, diviso per tutta la vita tra musica e sport.
Non solo cronache calcistiche, ma anche tanti servizi dal Festival di Sanremo, oltre a Mondiali, Olimpiadi, Tornei e rubriche di successo in collegamento da ogni dove. Ed è proprio durante una delle sue più appassionate dirette, 14 ore sotto la pioggia battente di Città del Messico, che un edema gli ha reso quel timbro così unico, diventato in seguito il suo tratto distintivo.
Per la sua ultima radiocronaca, Cagliari – Parma nella stagione 1995/96, Ciotti ha infine rivolto una riverenza al proprio pubblico, prima di spegnere il microfono. Nel suo saluto, “Soltanto 10 secondi per dire che quella che ho appena tentato di concludere è stata la mia ultima radiocronaca per la Rai, un grazie affettuoso a tutti gli ascoltatori, mi mancheranno!”, si chiudono così quarant’anni di parole sempre a cavallo tra garbato humour e arguta dialettica.
Oggi, giorno della sua nascita, nel 1928, qualunque appassionato di sport, come pure di musica, cinema e cultura tutta, non può non ricordare un professionista sempre attento a mostrare, attraverso la forza del linguaggio, il mondo che girava attorno alle domeniche degli italiani.
