A BERCY AVANZANO I 90’S

Submitted by greta.torri on Sun, 11/08/2020 - 13:15
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Alessandro Pelotti
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No

SASHA TROPPO FORTE PER RAFA
È avvenuto quello che avevamo pronosticato, sebbene sul campo il successo di Zverev sia stato ben più netto di quanto potessimo pensare. Troppo forte sui propri turni di battuta e molto solido nei fondamentali da fondo campo, il tedesco non ha mai mostrato di poter perdere l’incontro. Né Rafa ha mai potuto pensare di condurre l’incontro se l’unico momento in cui si è trovato in vantaggio, a parte i game d’apertura dei rispettivi set, è il stato il 9° gioco del secondo set quando, dopo aver recuperato il break di svantaggio, ha tenuto il proprio turno a zero e sperato, forse, di poter portare in parità il conto dei set.
Invece è accaduto l’opposto, col tedesco che ha infilato una serie di 3 game (12 punti a 3) ed ha chiuso mandando fuori giri lo spagnolo che sbagliava l’ennesimo diritto ad uscire, di solito una delle sue armi più micidiali.
Abbiamo definito il trofeo di Bercy l’altra faccia della medaglia parigina per il re incontrastato del Roland Garros: una sola volta in finale, nel lontano 2007, e cinque semifinali, contando anche quella odierna. Quest’anno le condizioni avrebbero potuto favorirlo, vista la duplice assenza di Nole e Roger e uno stato di forma dei top 10 complessivamente non brillante. Il maiorchino però non è apparso al meglio e le difficoltà mostrate nei turni precedenti si sono trasformate nella semifinale in evidenti lacune di fronte a uno Zverev che ha invece ingranato una marcia in più in questo finale di stagione.
Il tedesco sembra non subire lo stress derivante dai commenti che lo riguardano al di fuori del campo di gioco ed anzi appare molto concentrato: se si esclude la parentesi del Roland Garros, per la quale è doveroso evidenziare i meriti del nostro Sinner, ha centrato la finale agli US Open e due vittorie a Colonia. Con la semifinale odierna porta a dodici la striscia di partite vinte e punta al suo quarto titolo “1000”, il primo indoor.
Contro Rafa ha messo in mostra, a parte il solito ottimo servizio, una scioltezza nel colpire la palla unita ad una strategia messa a punto col suo coach Ferrer, già vincitore a Bercy nel lontano 2012 e irrefrenabile nel box del team Sasha, improntata sul non affannarsi ad attaccare il maiorchino, bensì a gestire le fasi di gioco. Tanto che nel tabellino finale è risultato in netto vantaggio anche sui punti vinti oltre i nove colpi.

 
DANIIL RIVEDE IL 2019
Dal 29 luglio al 13 ottobre dello scorso anno il russo si impose in una delle serie più straordinarie degli ultimi tempi arrivando in finale in tutti e sei i tornei cui prese parte: un Open (sconfitto a New York nell’epica finale contro Nadal), tre Masters 1000, un torneo 500 ed un 250. Vinse la metà di queste finali, l’ultima proprio contro colui che lo attende ora in finale, dopodiché la luce si spense con la triplice sconfitta alle Finals di Londra.
Il 2020, continuiamo a ripeterlo, è stata una stagione troppo anomala per poter dare dei giudizi: non ne è da meno il percorso di Medvedev che ha provato a rivivere i fasti dell’estate ‘19 sul cemento di Flushing Meadows ma si è dovuto arrendere in semifinale contro il vincitore del torneo, Thiem. Nei successivi tornei indoor non ha brillato e quindi il suo arrivo all’Accor Arena non lasciava presagire grandi risultati. Complice un tabellone che non schierava nomi di gran risalto nella sua metà bassa e che per giunta ha visto subito eliminata la testa di serie n. 2, il russo si è avvalso di un ritiro nel suo primo match ed ha poi cominciato a macinare il suo gioco regolare affondando coi colpi piatti da fondo.
Se contro Schwartzmann non c’è stata partita, contro baby face Raonic lo score finale parrebbe raccontare una partita più combattuta, ma le cose non sono andate in realtà molto diversamente. Nel corso del primo set, vinto da Daniill grazie ad un break al 5° game, Milos ha ottenuto solo quattro punti nei turni di battuta dell’avversario.
La seconda partita non ha messo in mostra un copione diverso sebbene Raonic abbia giocato un tennis più sciolto ed ottenuto qualche garanzia in più dai suoi turni di servizio. Nel momento di tentare lo strappo però, sul 4-3 a suo favore e servizio del russo, non è stato capace di capitalizzare ben tre palle break, e poco dopo gli ha lasciato strada aperto facendosi breakkare e portando Medvedev a 6-5 e battuta. Nel successivo gioco si è verificato l’unico passaggio a vuoto del russo nel corso del match che ha provato a rimediare, riuscendoci, col servizio, salvo poi regalare nuovamente due errori gratuiti riportando il set in parità. Nel tie break però ha allungato subito a 4-0 e chiuso poi 7-4.

 
LA FINALE
Andrà in scena oggi il settimo incontro tra i due giganti (entrambi sfiorano i 2 metri di altezza, 198cm per la precisione), con Zverev nettamente favorito stando ai precedenti: per lui 5 vittorie tra cui due incontri disputati in indoor. Il tedesco è più avvezzo alla vittoria quando arriva al capitolo finale di un torneo. Dal russo si aspettavano conferme per non derubricare lo straordinario 2019 come un exploit casuale, ma l’anomala stagione in corso non ha permesso di confermare la caratura del ragazzo di Mosca.
Staremo a vedere se Daniil riuscirà, come nell’unica volta che si sono incontrati in una finale, ad avere la meglio sull’avversario.

 

(Credits: Getty Images)

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