LA MOTOGP SBARCA A JEREZ: BAGNAIA IN CERCA DI RISCATTO

Submitted by federico.tireni on Fri, 04/28/2023 - 14:31
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Redazione
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Il Motomondiale torna in Europa per il quarto appuntamento del 2023 e lo fa scendendo in pista a Jerez per il Gran Premio di Spagna. La pista andalusa, sin dal suo esordio nel 1987, ha assunto il ruolo di ‘bocca della verità’ per quanto riguarda il potenziale di moto e piloti, grazie ad un layout che, nonostante i suoi brevi 4.423m, gode di una completezza e complessità tecnica tale da renderlo il primo grande banco prova della stagione. Ogni team sa molto bene quanto possa essere profetico per il prosieguo del campionato l’esito della corsa nel sud della penisola iberica. Proprio qui, ad esempio, Pecco Bagnaia, in sella alla sua Ducati Desmosedici, lo scorso anno vinse la prima delle sette gare che gli valsero l’iride a fine stagione.

Il record di vittorie a Jerez de la Frontera lo detiene, però, Valentino Rossi, capace di trionfare per ben sette volte in un arco temporale compreso tra il 2001 ed il 2016. Fra i piloti in attività nella classe regina, l’unico capace di imporsi in annate differenti sull’asfalto andaluso è stato Marc Marquez (3 vittorie), costretto, tuttavia, a saltare dopo Argentina e Austin, anche l’appuntamento di questo fine settimana per via di un metacarpo destro che tarda a guarire dopo l’infortunio rimediato la domenica di Portimao. Torna, invece, in pista Enea Bastianini, impaziente di correggere un’annata partita in salita e pronto a dare del filo da torcere a Bagnaia, suo compagno di squadra.

 

PRONOSTICI

Il Campione nel mondo in carica arriva allo storico appuntamento spagnolo in cerca di riscatto dopo le due cadute consecutive nei GP d’oltreoceano. Bagnaia ha finora confermato il trend che aveva caratterizzato l’avvio della scorsa stagione: vittoria o ghiaia. Con le due vittorie in quel di Portimao l’azzurro sembrava aver finalmente acquisito una padronanza e consapevolezza dei propri mezzi tale da poterlo tenere alla larga da pericolose oscillazioni. I due zeri messi in fila sono, invece, tornati a pungerne le certezze e rievocare vecchi spettri. Nelle interviste post GP è stato, infatti, un Bagnaia decisamente scuro in volto quello che ha definito ‘inspiegabile’ la propria caduta quando si trovava in testa alla gara e tutti sanno quanto sia importante per la mente di un pilota individuare con estrema precisione la causa delle proprie difficoltà al fine di non cadere in loop negativi. Nonostante un equilibrio da riguadagnare, il numero 1 è considerato il favorito di un weekend che nella passata stagione lo ha visto segnare Pole Position, giro veloce in gara e vittoria.  Se gli 11 punti di distacco accusati da Bagnaia nei confronti del leader di classifica Marco Bezzecchi non devono ancora destare preoccupazione, è però evidente che i 45 lasciati per strada sul continente americano sono troppi.

Designato come principale antagonista dell’alfiere Ducati è, invece, un Fabio Quartararo parzialmente rigenerato dopo il podio di Austin. Il francese si trova alle prese con una Yamaha M1 al di sotto delle sue aspettative in termini tecnici, ma l’estremo talento di cui è padrone e un lavoro di messa a punto che forse inizia a dare qualche frutto gli consentono di presentarsi fiducioso in Andalucia, dove nel 2020 si aggiudicò entrambi gli appuntamenti disputati. Il tracciato di Jerez, privo di lunghi rettilinei, potrebbe ridurre il gap della M1 in fase di accelerazione, mentre i curvoni veloci potrebbero esaltarne le qualità di percorrenza e maneggevolezza. Per quanto riguarda, invece, la Sprint Race come avversario di Bagnaia si candida l’esplosivo Jorge Martin, molto a suo agio nelle gare brevi, come testimoniano i due podi raccolti.

Attende di raccogliere i frutti del proprio lavoro un’Aprilia mostratasi molto competitiva ma finora rallentata da errori e noie tecniche. I due alfieri della casa di Noale, Maverick Vinales e Aleix Espargaro, dovranno dunque concretizzare il proprio stato di forma in sella alla RS-GP; in particolare per Vinales sarà molto importante migliorare in fase di partenza, circostanza che già in due occasioni ne ha inficiato l’andamento della corsa, al netto di un passo decisamente efficace. Occhi puntati anche sul team Mooney VR46, attualmente punto di riferimento per le scuderie in griglia, con Marco Bezzecchi e Luca Marini in grande spolvero. Il numero 72, grazie al ritiro di Bagnaia in America e a una gara di grande sostanza, è riuscito con tenacia a conservare la leadership di classifica, portando a casa un sesto posto che ne certifica il processo di maturazione in termini di gestione, mentre per Marini è finalmente giunto il primo podio in classe regina come frutto di un metodo di apprendimento centrato sull’estrema meticolosità. Proprio quest’ultimo, nel 2020, si aggiudicò il Gran Premio di Spagna nella classe di mezzo, mentre lo stile aggressivo e generoso di Bezzecchi, a podio qui in Moto3 e Moto2, potrebbe ritrovare nei curvoni e nelle staccate di Jerez dei grandi alleati.

Difficile da decifrare è il potenziale di Alex Rins, fresco vincitore in Texas in sella alla Honda del team privato LCR. La casa giapponese, ancora priva del suo uomo di punta, ha sicuramente ricevuto gran morale con la vittoria dell’ex pilota Suzuki, da sempre ottimo interprete delle pieghe di Austin, ma le prestazioni della RC213V sembrano accusare un deficit rispetto ai rivali e il circuito di Jerez restituirà probabilmente un verdetto più attendibile.

Poco leggibile è stata finora anche la KTM, in grado di stupire con la vittoria di Brad Binder nella Sprint Race d’Argentina e con le buone prove dell’australiano Jack Miller. Nel weekend andaluso la casa austriaca ha arruolato per una wildcard anche il tester di prestigio Dani Pedrosa, pilota in grado di vincere qui per ben quattro volte e dunque con tutte le carte in regola per rappresentare un’ulteriore sorpresa a targa arancio.

 

MOTO2

Nella classe di mezzo le prime tre gare sembrerebbero aver già delineato nel duello Arbolino-Acosta la trama dell’intera stagione. L’italiano, in sella alla Kalex del MarcVDS Racing Team, arriva in Spagna da primo della classe, ma è stato, tuttavia, lo spagnolo ad aver avuto la meglio nel testa a testa di elevatissima qualità consumatosi in quel di Austin. Dopo una gara in tandem, insostenibile nel ritmo per tutti gli altri piloti, Acosta è riuscito a risolvere la contesa con l’azzurro negli ultimi due giri, aggiudicandosi il secondo trionfo stagionale dopo quello di Portimao e il quinto in middle class. L’alfiere del team Ajo KTM ha così recuperato cinque punti dalla vetta portandosi ora a -7 e giungendo da favorito al primo Gran Premio di casa, dove vinse nel 2021, anno in cui nei panni del rookie riuscì nell’incredibile impresa di laurearsi Campione del Mondo della Moto3. Sono due, invece, i podi di Tony Arbolino a Jerez, uno nella classe cadetta (2020) e l’altro risalente a un anno fa. Quest’anno, il suo terzo in Moto2, il centauro di Garbagnate Milanese ha dimostrato di aver affilato a dovere gli artigli e messo insieme tutti gli elementi necessari per alimentare una battaglia d’altissimo livello con Pedrito, probabilmente la stella più rilevante del circus in prospettiva MotoGP.

Come dice il proverbio, tuttavia, ‘tra i due litiganti il terzo gode’, ma per ora il terzo, Aron Canet, non ha ancora goduto. In cerca di una quasi chimerica vittoria in Moto2 - dati i dieci secondi posti siglati - lo spagnolo del team Pons ha terminato in ottava posizione l’altalenante corsa texana, con una classifica che lo vede, al momento, con 20 punti di distacco da Tony Arbolino.

 

MOTO3

Nella classe cadetta i bookmakers continuano a puntare sul nipponico Ayumu Sasaki, finora sempre estremamente rapido tra i cordoli ma alle prese con un evidente problema di gestione gara. L’alfiere del team LiquiMoly Husqvarna Intact GP in tre gare ha, infatti, messo insieme solamente 10 punti, complici i due gravi errori in Argentina e Texas che gli sono valsi due zeri quando sarebbe stata alla portata una doppietta di vittorie. Sotto i riflettori dei pronostici è anche il brasiliano Diogo Moreira, che condivide a 49 punti la vetta della classifica insieme al rookie Daniel Holgado, vincitore in Portogallo. Per il pilota carioca, fin qui padrone di grande costanza e scaltrezza nelle fasi finali di gara, il ruolino di marcia del 2023 recita due podi e un quarto posto, giunto proprio al termine dell’ultimo GP.

Sarà da non sottovalutare il portacolori del team Leopard Jaume Masia, coinvolto in America dalla caduta di Ayumu Sasaki nelle battute finali della gara; lo spagnolo ha saputo, però, recuperare il terreno perso dal gruppo di testa tirando fuori dal cappello due giri spettacolari utili per portare a casa il secondo posto.

Menzione speciale, infine, per Ivan Ortolà, trionfatore in Texas col team a trazione italiana MTA Angeluss al termine di una gara in cui sono state messe in mostra grande luce capacità di strategia e intelligenza, aggiudicandosi così la prima vittoria iridata al suo secondo anno di militanza in classe leggera.

 

(Credits: Getty Images)

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