ALEX SCHWAZER, ASCESA E CADUTA DI UN ORO OLIMPICO

Submitted by mattia.todisco on Fri, 04/28/2023 - 15:42
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Redazione
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La vita sportiva e non di Alex Schwazer è stato un continuo saliscendi. Come in montagna, dove l'altoatesino vive assieme alla moglie Kathrin Freund e ai figli Noah e Ida. Da diverso tempo, ormai, ha chiuso forzatamente la carriera sportiva in seguito all'ultima squalifica per otto anni inflitta dal TAS, il Tribunale di arbitrato sportivo. Una mannaia calata sulla testa dell'oro olimpico di Pechino 2008 quando era a un passo dal rientro dal primo stop inflitto dalla giustizia sportiva, quello per la positività del 2012 a cui fece seguito la piena ammissione da parte del diretto interessato. Nel secondo caso, invece, Schwazer ha sempre negato ogni addebito ed è stato difeso a spada tratta sia dall'allenatore Sandro Donati (che da collaboratore della Wada aveva contribuito a indagare per la sua prima positività) che dal legale Gerhard Brandstatter. Oltre al percorso sportivo, infatti, l'altoatesino ha dovuto affrontare un lunghissimo percorso giuridico. Tutte tappe di un'esistenza movimentata, raccontate nella docuserie pubblicata da Netflix e alla quale hanno contribuito lo stesso Schwazer e tutte le persone a lui tuttora vicine.

Schwazer è stato uno straordinario marciatore. Oro olimpico a Pechino 2008 nella 50 km, non ha retto alle pressioni contemplate dall'essere sotto i riflettori. Nella serie, racconta dei disagi vissuti dopo l'affermazione in Cina, della storia con Carolina Kostner, di come raggiunse la Turchia per procurarsi le sostanze dopanti assunte alla vigilia di una gara a Lugano in cui fece segnare un tempo stratosferico. Da lì gli esami a sorpresa, la conferenza stampa in lacrime, gli anni di stop passati inizialmente a riprendersi dallo choc, riscoprendo la volontà di misurarsi in gara. Quindi l'incontro con Sandro Donati, a cui racconta tutto e con il quale stringe un rapporto professionale e umano, affidandosi alle sue indicazioni sebbene Donati avesse un passato da allenatore in altre discipline dell'atletica leggera. Schwazer torna, in un paio di test preparati ad hoc per testare la condizione a pochi mesi dai Giochi di Rio fa registrare tempi che lo pongono tra i favoriti. Ma poi arriva la comunicazione della positività, una nuova macchia.

Solo che stavolta il marciatore nega e qualcosa non torna nelle indagini di Iaaf e Wada. Inizia un tiramolla giudiziario che porta a un giudizio definitivo direttamente a Rio, a un passo dalla disputa delle due gare sulla 20 e 50 km. La squalifica viene confermata, ma mentre la giustizia sportiva lo condanna, quella ordinaria non solo assolve l'azzurro, ma lancia delle pesanti accuse alle istituzioni sportive di aver architettato un piano per incastrare Schwazer. Il gip Walter Pelino, infatti, non solo assolve il marciatore ma chiede al pm di indagare per "Falso ideologico, frode processuale e diffamazione". 

 

(Credits: Getty Images)

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