Nonostante l'ascesa di condizione di Romelu Lukaku, determinante soprattutto in campionato negli ultimi due mesi di partite, Simone Inzaghi sembra intenzionato ad affidarsi dal 1' per la finale di Champions League all'esperienza di Edin Dzeko. Sarà il bosniaco, con tutta probabilità, ad affiancare Lautaro Martinez, punto fermo della fase offensiva e maggior cannoniere della stagione interista. Non basteranno a Lukaku i gol e gli assist prodotti in gran numero negli ultimi due mesi, perché Inzaghi ha scelto la via da percorrere un paio di mesi fa e ha dei risultati che gli danno ragione. Solo a Napoli, nelle ultime dodici partite, la squadra ha perso. Una gara disputata con tante seconde linee e con Gagliardini espulso poco prima dell'intervallo. Le altre sfide sono tutte finite con una vittoria nerazzurra, il che spingerà Inzaghi a non cambiare canovaccio. Magari lo farà tatticamente, dovendo affrontare l'avversario sulla carta nettamente più forte della stagione, ma non muteranno gli undici di partenza che hanno battuto il Milan all'andata e al ritorno della semifinale di Champions League.
Se non per una sola eccezione, quasi obbligata. Henrikh Mkhitaryan è infatti alle prese con l'ultima fase di recupero dall'infortunio patito proprio nella seconda sfida contro i rossoneri. Negli ultimi giorni ha svolto parte dell'allenamento in gruppo e parte individualmente. È da considerarsi guarito, ma non può essere al top della condizione. Ad oggi Brozovic sembra davanti nelle gerarchie verso l'ultimo atto europeo della stagione. Le ultime partite hanno permesso al croato di ritrovare la brillantezza persa per strada durante l'annata, complici infortuni e un Mondiale di mezzo. Sembra pronto per riprendersi la titolarità come regista, lasciando a Calhanoglu il ruolo di mezzala.
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