La trade che ha portato Chris Paul a Golden State e Jordan Poole a Washington ha stupito tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori. La franchigia campione Nba nel 2022 ha spedito il proprio "futuro" in cambio dell'esperienza dell'ex Suns e Thunder, avversario storico di mille battaglie. Questo da un'idea sulla direzione che vogliono prendere nella Baia: sfruttare gli ultimi anni di Curry, Thompson e Green (?) per puntare a vincere un altro anello. I dubbi su Chris Paul sono diversi e li approfondiremo tra poco, intanto occorre sottolineare la scelta di liberarsi di Poole, giocatore sicuramente dal grande talento ma senza la continuità caratteriale propria di un giocatore/uomo franchigia Nba e con un contratto pesantissimo da oltre 120 milioni in quattro anni.
NBA: CHRIS PAUL AI WARRIORS, NELLO SPOGLIATOIO
"Non mi piace Chris Paul e non abbiamo un buon rapporto" aveva detto Draymond Green in tempi non particolarmente lontani. Non certo un'ottima presentazione nello spogliatoio. D'altra parte lo stesso Orso Ballerino aveva avuto problemi anche con Poole, con un pugno sferratogli ad inizio della scorsa stagione. Che forse i senatori abbiano scelto il minore dei mali?
NBA: CHRIS PAUL AI WARRIORS, LE PAROLE DI KERR
Steve Kerr intanto, difende la trade:
"Il punto cruciale è che sentivamo di aver bisogno di un cambiamento. Questo non significa che avessimo bisogno di un rinnovamento totale, ma avevamo bisogno di un cambiamento. Penso che tutti nell’organizzazione ne sentissero la necessità. Penso che lo abbiamo fatto mantenendo intatta la nostra identità e chi siamo come squadra.
Saremo molto diversi. Non dirò nulla di negativo su un gruppo che ha vinto il titolo un anno fa e che ha avuto una stagione complicata".
NBA: CHRIS PAUL AI WARRIORS, I DUBBI TATTICI
Le parole di Kerr non coincidono con il pensiero tattico espresso da uno degli scettici riguardo all'ambientamento di CP3 nella Baia, Stephen A. Smith. Il giornalista infatti, ha espresso più di un dubbio:
[...] Paul non è adatto al gioco degli Warriors, a meno che non si voglia rallentare il ritmo, cosa che non abbiamo mai visto fare ai Golden State sotto la guida di Steve Kerr. [...] portare un playmaker di 38 anni con una storia di infortuni ai muscoli posteriori della coscia in un’organizzazione che gioca veloce e spinge il pallone in campo"
Staremo a vedere se Kerr riuscirà a trovare la quadra anche con Chris Paul sul parquet e con l'incognita sul ritorno di Draymond Green sempre presente.
(Credits: Getty Images)
