In un’intervista rilasciata a “Passa dal BSMT”, podcast ideato da Gianluca Gazzoli, conduttore radiofonico di Radio Deejay, Simone Fontecchio ha raccontato come ha vissuto il suo primo anno in Nba, dal suo arrivo a Salt Lake City ai vari aneddoti successi, partendo dai retroscena della trattativa con gli Utah Jazz, che gli hanno permesso di sbarcare in America.
“Era fine stagione scorsa, il mercato Nba comincia subito dopo il Draft e sapevo che il mio agente era in contatto con varie squadre, però era tutto bloccato per la richiesta di trade da parte di Durant, io avevo l’uscita da Baskonia il 15 luglio, se non uscivo dovevo rimanere, anche volentieri, in Spagna, ma poi il 15 mattina è arrivata l’offerta, alle 7:30 il mio agente mi ha chiamato e ho capito che stava succedendo”.
FONTECCHIO E IL PRIMO ANNO IN NBA
“Mi sono reso veramente conto la prima volta quando ho giocato la prima partita a Houston e dopo aver segnato il mio primo canestro da tre un mio compagno mi disse congratulazioni per il tuo primo canestro in Nba. Mi ha fatto realmente rendere conto di essere un giocatore Nba”.
La visione che hanno gli americani dei giocatori europei dopo l’arrivo di Doncic e Jokic.
“Soprattutto con Doncic che, arrivato così giovane, scherzava con gli avversari dieci anni più grandi di lui, dominava, ha cambiato un attimo la prospettiva”.
L’ammirazione per Embiid
“Embiid è qualcosa di mostruoso, contro di noi ha segnato 60 punti, preso 17 rimbalzi e fatto 8 stoppate, mi ha scioccato, è veramente una montagna enorme”.
Le arene più emozionanti
“Probabilmente il TD Garden, un’atmosfera pazzesca fin dal riscaldamento; io quest’anno ero fortunato perché ero l’ultimo slot di riscaldamento e quindi le arene erano già abbastanza piene. Anche a San Francisco è così, perché insieme a me si allenavano dall’altra parte del campo Steph Curry e Klay Thompson e quindi si radunavano tante persone per vedere quel riscaldamento, io ero lì che tiravo, ma con la coda dell’occhio guardavo cosa facevano”.
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