Gli ultimi annunci, andando a ritroso, sono stati quelli di Diego Flaccadori, Alex Poythress e l’addio a Paul Biligha. Movimenti di mercato che sono quasi passati sotto traccia, perché negli ultimi giorni i riflettori sono tornati su Nikola Mirotic. L’ala montenegrina, che ha rotto con il Barcellona, sembrava destinata a giocare in Serbia, prima alla Stella Rossa e poi al Partizan. Una sommossa popolare gli ha suggerito di non riprendere la via vicina a casa e di cercare altrove la squadra in cui misurarsi. La corte dell’Olimpia, partita da lontano e frenata anche da ragioni economiche, potrebbe fare al caso.
L’Olimpia Milano non ha forzatamente la necessità di prendere Mirotic. Ha condotto il suo mercato a prescindere dalla questione relativa all’ex Chicago Bulls. Ha perso Napier, un po’ a sorpresa, puntando in regia sul rilancio di Pangos e l’innesto di Maodo Lo, una nuova guardia italiana riportata a casa (Giordano Bortolani) e un rafforzamento anche nel settore dei lunghi: Ismael Kamagate, Guglielmo Caruso e il già citato Poythress.
Nella nuova stagione non ci sarà Datome, che chiuderà con il Mondiale in azzurro, mentre ha rifirmato Kyle Hines. Ovvio che aggiungere Mirotic darebbe ancora di più una dimensione europea a un roster che lo scorso anno, tra difficoltà di inserimento dei nuovi e qualche infortunio di troppo, è uscita presto dalla lotta per le posizioni di vertice in Eurolega e non è più rientrata. Ma bisogna anche guardare agli equilibri di squadra e un tecnico dell’esperienza di Messina sta valutando soprattutto questo. Posto che, per le casse di Milano, l’arrivo del montenegrino sarebbe molto costoso.
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