ADDIO A JONGBLOED, IL PORTIERE-TABACCAIO DELL'OLANDA CHE CAMBIÒ IL CALCIO

Submitted by alessio.berton on Fri, 09/01/2023 - 12:53
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Redazione
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L'Olanda dei Mondiali del 1974 è La squadra che ha cambiato il Calcio. La rivoluzione tattica messa in atto da personaggi come Rinus Michels in panchina e Johan Cruijff in campo è pari alla nascita di Cristo per il conto degli anni in Occidente. L'attacco dello spazio, la suddivisione del campo, il ragionamento per zone e funzioni e non per ruoli: tutti facevano e sapevano fare tutto. Concetti che hanno posto le basi per la tattica calcistica moderna. Ironia della sorte però, quell'Olanda non conquistò neanche un titolo, aprendo un dibattito filosofico che compete intimamente ad ogni appassionato: la storia la fanno solo i vincitori?
Nella rosa piena di talento, estro e fantasia di quell'Olanda che ha cambiato il calcio, c'era un personaggio che a primo impatto potrebbe farci chiedere: ma lui, che ci faceva li in mezzo? Era il numero 8, il portiere, e di professione non faceva il calciatore, ma il tabaccaio.

JONGBLOED, IL PORTIERE DELLA SQUADRA PI FORTE DI SEMPRE

Jan Jongbloed, portiere per passione nell'Olanda che ha rivoluzionato il Calcio, si è spento ieri all'età di 82 anni dopo una malattia decennale. Estremo difensore dell'Dws (diventato poi Amsterdam FC), formazione discreta militante nell'Eredivisie, divenne famoso in patria nel 1974, quando il ct Michels lo convocò per i Mondiali in Germania. Allora era già 34enne, con appena una presenza in Nazionale, un brutto ko per 4-1 contro la Danimarca dove Jongbloed fece un errore grossolano nel finale giocando appena gli ultimi sei minuti conclusivi. I media olandesi erano perplessi riguardo alla sua convocazione, e ancor di più dopo aver dato la notizia che sarebbe stato il titolare. Estremo difensore sicuramente atipico, aveva l'abitudine di giocare senza guanti, perché lui "toccava più volte il pallone con i piedi e con la testa", e quando un tiro era da lui giudicato imparabile non si tuffava. Precursore anche della parata-laser di Handanovic.

PROFESSIONISTA? NO GRAZIE, MEGLIO LA PESCA

Dopo la disgraziata finale di quella rassegna mondiale, con la sconfitta contro la Germania Ovest padrona di casa, Jongbloed ebbe l'occasione di passare all'Ajax di Cruijff, ma diventare un professionista avrebbe significato rinunciare alla tabaccheria e alla pesca, suo grande hobby. La sua capacità di leggere il gioco e uscire dall'area di rigore fu ritenuta molto più utile dell'abilità tra i pali, che onestamente, non era particolarmente eccelsa. Smanacciate, respinte, tuffi e uscite piuttosto goffe, ma in quel sistema il suo modo di giocare era terribilmente efficace.

PERCHE PROPRIO LUI?

La domanda sorge spontanea. Perché Rinus Michels scelse proprio lui fra i pali? Oggi sentiamo dire che il portiere è il primo regista, addirittura si guarda più all'abilità con i piedi che con le mani per poter impostare la manovra dal basso, che più dal basso di così ci si fa autogol. Estremi difensori come Onana che abbiamo ammirato in Serie A con l'Inter, e Ederson, regista del City di Guardiola sono tutti discendenti di Jongbloed, che a sua volta si ispirò al collega della Grande Ungheria, Grosics.

IL PORTIERE-TABACCAIO PI FORTE DI SEMPRE

Il numero 8 sulla sua schiena non era casuale. Due piedi da centrocampista prestati alla porta che fecero innamorare Michels e Cruijff: “Jan, hai dei piedi che sono molto meglio di tanti giocatori che conosco”, gli ripeteva spesso Johan. E se te lo dice lui, c'è da credergli. Dopo il ritiro, fece notizia nuovamente, ma per una tragedia. Il figlio Eric, anche lui portiere in Serie D olandese, morì in campo colpito da un fulmine appena 21enne. Jongbloed ha fatto la storia del Calcio per talento, personalità e stravaganze, e anche se nessuna classifica lo ha mai citato, per noi rimarrà il portiere-tabaccaio più forte di sempre. Buon viaggio, Jan.

 

(Credits: Getty Images)

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ZeroXS
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