“Il rinnovo? E’ una domanda che dovremo farci non quest’anno ma il prossimo. Ciò detto, non so ancora cosa succederà, io so che non sono al meglio se non sono sicuro che tutti siamo alla stessa pagina, sulla stessa barca, che tutti siano determinati a provare a vincere un altro titolo [...]E se non ho queste garanzie, non firmo. Voglio avere una carriera lunga, penso di essere a metà, ma vincere ancora viene prima di tutto. Non voglio restare 20 anni nella stessa squadra e non vincere più"
Parole chiare e dirette di Giannis Antetokounmpo. L'ambizione e l'ossessione sono i dettagli che fanno la differenza tra un ottimo giocatore e un campione, come lo è il greco. Dichiarazioni che comunque lanciano una bella frecciata alla dirigenza dei Bucks, soprattutto dopo il terremoto arrivato durante i playoff con il ko pesantissimo per 4-0 subito dagli Heat. Una serie che è costata il posto a Buldenholzer, coach al quale Giannis era molto legato.
Il rendimento dei Bucks ai playoff (39-26) è sempre stato al di sotto delle aspettative se paragonato alla regular season, periodo nel quale i ragazzi di Budenholzer hanno raggiunto il miglior record in tre stagioni su cinque (271-120). La mancanza di varietà al piano di gioco originario ha compromesso la serie con Miami, così come le precedenti apparizioni in post season, dove al meglio di più gare, gli avversari hanno avuto la possibilità di ricorrere ad aggiustamenti per limitare i Bucks.
Il roster è stato confermato anche durante questa sessione di free agency, con i rinnovi pluriennali e pesantucci di Middleton e Brook Lopez, con quello di Jrue Holiday già in programma. Saranno sufficienti per garantire a Giannis una squadra da anello? Solo il parquet ci potrà dare la risposta.
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